Magistrato in pensione dal dicembre 2013, Gian Carlo Caselli ha iniziato la sua carriera nel dicembre 1967. È stato giudice istruttore a Torino e si è occupato a lungo di inchieste sul terrorismo (Brigate Rosse e Prima linea), dal 1986 al 1990 è stato componente del Csm eletto nelle liste di Md.
Rientrato a Torino come presidente della Corte d’Assise, nel 1992 dopo la morte di Falcone e Borsellino ha chiesto di essere trasferito a Palermo, dove ha diretto quella Procura per quasi sette anni, contribuendo al conseguimento di importanti risultati contro la mafia.
Gian Carlo Caselli, ex-magistrato italiano
Gian Carlo Caselli nasce ad Alessandria il 9 maggio 1939. Conseguita la maturità classica presso il liceo Salesiano Valsalice, ottiene una laurea in Giurisprudenza all’Università di Torino. Discute la tesi “Concubina pro uxore-Osservazioni in merito al c. 17 del primo Concilio di Toledo“, che viene poi pubblicata dalla Rivista di Storia del diritto italiano. Nel 1964 lavora nella stessa università come assistente volontario di Storia del diritto italiano.
Gli inizi
Vince il concorso in magistratura e nel dicembre 1967 è destinato al Tribunale di Torino, dove nei primi anni Settanta è giudice istruttore penale. Dalla metà degli anni Settanta e fino alla metà degli anni Ottanta, tratta reati di terrorismo riguardanti le Brigate Rosse e Prima Linea.
Nel 1984 entra a far parte della commissione per l’analisi del testo di delega del nuovo codice di procedura penale; nel 1991 Gian Carlo Caselli è anche consulente della Commissione Stragi. Dal 1986 al 1990 è componente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Torino e Palermo
Nel 1991 è inoltre nominato magistrato di Cassazione e diviene Presidente della Prima Sezione della Corte di Assise di Torino. Dal 15 gennaio 1993 è Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. Dal 30 luglio 1999 è Direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dal marzo 2001 è rappresentante italiano a Bruxelles nell’organizzazione comunitaria Eurojust contro la criminalità organizzata.
“Riforma Castelli” e Procuratore Capo
Nel 2005 appare probabile la nomina di Caselli a procuratore nazionale antimafia; viene però quindi presentato un emendamento dal senatore Luigi Bobbio (Alleanza Nazionale) alla legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario (la cosiddetta “Riforma Castelli”): con questo emendamento Caselli non può più essere nominato per quel ruolo per superamento del limite di età. La Corte Costituzionale, successivamente alla nomina di Piero Grasso quale nuovo Procuratore Nazionale Antimafia, dichiara illegittimo il provvedimento che ha escluso il giudice Gian Carlo Caselli dal concorso.
Dopo aver ricoperto il ruolo di Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, il 30 aprile 2008 viene nominato Procuratore Capo della Repubblica di Torino con voto unanime del Consiglio Superiore della Magistratura.
G8, candidato a Presidente della Repubblica e pensionamento
Nel 2009 ha coordinato le indagini sul “G8 dell’università di Torino” dello stesso anno e disposto 25 arresti per reati commessi in occasione delle manifestazioni del movimento No TAV nel gennaio del 2012. Per questa ragione è stato più volte contestato dai membri del movimento No TAV.
Con documento del 13 aprile 2013 proposto dal Movimento 5 Stelle conseguentemente a una indagine di preferenze eseguita mediante voto online, Caselli rientra nella lista dei candidati alla presidenza della Repubblica.
Nel novembre 2013 si dimette da Magistratura democratica per un articolo di Erri De Luca su una pubblicazione dell’associazione, indulgente sugli anni di piombo. Il 18 dicembre 2013 lascia la magistratura a seguito del pensionamento. Lo annuncia lui stesso inviando una e-mail ai colleghi della Procura di Torino.
Vita privata
Nel corso della sua carriera da magistrato, Caselli è stato costretto a vivere con la scorta dal 1974 per la sua lotta nel settore dell’antiterrorismo, costringendo – seppur indirettamente – a condurre il medesimo stile di vita anche la sua famiglia. La vita sentimentale del magistrato Caselli è stata costellata dalla presenza di una donna, Laura Romeo, donna che gli ha donato due figli.