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Gianni Versace, uno dei più grandi nomi della moda italiana

Oggi è Donatella Versace a gestire la casa di moda che porta il suo nome, ma tutti sanno che il vero fondatore è stato suo fratello, Gianni Versace. Uno stilista considerato rivoluzionario, anticonformista e creativo, strappato al mondo della moda prematuramente nel 1997, anno della sua morte. Lo stile, la moda e l’arte di Gianni Versace è oramai un punto fermo nell’intero settore, questo perché si tratta di uno dei più grandi nomi della moda italiana nel mondo.

Gianni Versace, il leggendario stilista italiano

Giovanni Maria (Gianni) Versace nasce a Reggio Calabria il 2 dicembre del 1946. Seguendo la nascita del fratello Santo Versace e anticipando quella della sorella Donatella Versace. Ha i primi contatti con il mondo della moda da ragazzino, lavorando nell’atelier della madre, sarta di professione, al nº 13 di via Tommaso Gulli nei pressi del Duomo dove per alcuni anni è stata situata la boutique Versace.

«Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia» dichiara Gianni Versace nel febbraio del ’92. All’età di 14 anni frequenta il liceo classico Tommaso Campanella, ma senza portare a termine gli studi.

Gli inizi

All’età di 25 anni decide di trasferirsi a Milano per lavorare come disegnatore di abiti: disegna le sue prime collezioni pret-a-porter per le case Genny, Complice e Callaghan. Nel 1975 presenta la sua prima collezione di abiti in pelle per Complice. È il 28 marzo 1978 quando presso il Palazzo della Permanente, a Milano, Gianni Versace presenta la sua prima collezione donna firmata con il suo nome.

L’anno seguente Versace, che ha sempre tenuto in grande considerazione la sua immagine, inizia una fortunata collaborazione con il fotografo americano Richard Avedon.


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Nel 1982 gli viene assegnato il premio “L’Occhio d’Oro” come milgior stilista 1982/83 Collezione Autunno/Inverno donna; è il primo di una lunga serie di riconoscimenti che coroneranno la sua carriera. In questa collezione Vesace introduce quegli elementi in metallo che diventeranno un dettaglio classico delle sue produzioni. Nello stesso anno inizia una collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano: disegna i costumi per l’opera “Josephlegende” di Richard Strauss; la scenografia è curata dall’artista Luigi Veronesi.

Il successo planetario

Nel 1983 Versace crea i costumi per il “Lieb und Leid” di Gustav Mahler. Il suo nome è protagonista a “È Design”, presso il Padiglione di Arte Contemporanea, dove espone una sintesi delle sue ricerche tecnologiche nel campo della moda.

L’anno successivo crea i costumi per il “Don Pasquale” di Donizetti e per il “Dyonisos”, diretto da Maurice Bejart. Al Piccolo Teatro di Milano, il coreografo belga prepara una triptych danse in onore del lancio del profumo “Versace l’Homme”.


Gianni Versace


A Parigi, pochi mesi più tardi, in occasione della presentazione europea del profumo, viene organizzata una mostra di arte contemporanea dove vengono esposti i lavori di artisti internazionali legati al nome di Versace, e allo stile della sua moda. I giovani sono sempre stati una delle maggiori fonti di ispirazione per Gianni Versace: nel 1983 lo stilista è invitato al Victoria & Albert Museum di Londra per intervenire ad una conferenza sul suo stile, per parlare a un vasto gruppo studenti e presentare la mostra “Arte e moda”.

All’inizio del 1986 il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga conferisce a Gianni Versace il titolo di “Commendatore della Repubblica Italiana”; il National Field Museum di Chicago presenta una mostra retrospettiva sul lavoro di Versace dell’ultimo decennio. A Parigi, durante la mostra “Gianni Versace: Obiettivo Moda”, che illustra i risultati della collaborazione fra Versace e molti blasonati fotografi internazionali (AvedonNewton, Penn, Weber, Barbieri, Gastel, …), il capo di Stato francese Jacques Chirac gli assegna l’onorificenza “Grande Medaille de Vermeil de la Ville de Paris”.

Altre grandi collaborazioni

Nel 1987 i costumi dell’opera “Salome” di Richard Strauss, per la regia di Bob Wilson, presentata alla Scala, sono firmati Versace; poi “Leda e il Cigno”, del coreografo Maurice Bejart. Il 7 aprile dello stesso anno viene presentato il libro “Versace Teatro”, pubblicato da Franco Maria Ricci.


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Due mesi più tardi Gianni Versace segue in Russia Bejart, per il quale disegna i costumi del “Balletto del XX secolo” trasmesso alle tv di tutto il mondo da Leningrado, per il programma “The white nights of dance”. Nel mese di settembre la professionalità e l’enorme contributo di Versace al teatro sono premiati con il prestigioso premio “Maschera D’Argento”.

Nel 1988 dopo aver presentato a Bruxelles i costumi per un balletto ispirato alla storia di Evita Peron, la giuria del premio “Cutty Sark” nomina Gianni Versace “stilista più innovativo e creativo”. Nel settembre successivo apre il suo primo showroom in Spagna, a Madrid: 600 metri quadri è la sua superficie.

Anni ’90

Nel 1991 nasce il profumo “Versus”. Nel 1993 il Consiglio degli stilisti d’America gli assegna l’Oscar americano per la moda. Intanto continua la sua collaborazione con l’amico Bejart e con fotografi di rango: insieme agli artisti della pellicola vengono pubblicati testi di successo come “Uomini senza cravatta” (1994), “Non disturbare” (1995), “Rock e regalità” (1996).

Nel 1995 Versus, la linea giovane di casa Versace, debutta a New York. Nello stesso anno la maison italiana finanzia la mostra dell’Alta Moda organizzata dal Metropolitan Museum of Art e quella dedicata alla carriera di Avedon (“Richard Avedon 1944-1994”). Gianni Versace collabora in stretto contatto con Elton John per aiutare la Fondazione di ricerca sull’Aids del cantautore inglese.


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La morte

Poi, la tragedia. Il 15 luglio 1997 il mondo viene scosso dalla notizia che Gianni Versace è stato assassinato sugli scalini della sua abitazione di Miami Beach (Florida) da Andrew Cunan, serial killer da tempo ricercato.


Gianni Versace con la sorella Donatella.


Di lui, l’amico Franco Zeffirelli ha detto: «Con la morte di Versace l’Italia ed il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività».

Nel 2013 Mediaset acquista i diritti sul libro biografico che racconta la vita di Versace, scritto dal giornalista Tony Di Corcia: il libro è la base della sceneggiatura di una fiction televisiva.