Massimo Giletti parla apertamente della sua vita sotto scorta, rivelando che la sua situazione è peggiorata nel corso degli anni. Ospite di Maria Latella nella puntata di oggi di A casa di Maria Latella su Rai 3, il giornalista discute le difficoltà che ha affrontato a causa delle minacce e dell’escalation di tensione che ha segnato la sua carriera.
Massimo Giletti rivela: “Vivo sotto scorta, situazione peggiorata negli anni”
Nel corso dell’intervista, Massimo Giletti ha discusso del suo imminente ritorno in Rai, sottolineando l’importanza di affrontare nuove sfide: “Ogni avventura deve avere un’asticella più alta. Anche se si invecchia, è essenziale porsi obiettivi ambiziosi“, ha affermato. Il giornalista ha espresso entusiasmo per il suo nuovo programma, che promette di esplorare l’Italia attraverso figure prominenti della cultura nazionale, inclusi coloro che vanno controcorrente. Giletti ha anche riflettuto sul suo controverso addio a La7, definito “burrascoso”.
Ha parlato con rammarico della distruzione di un “gruppo di amici” e di un “fortissimo gruppo di lavoro” creato durante la sua carriera nella rete di Urbano Cairo. Nonostante il passato difficile, Giletti rimane aperto a un futuro incontro con Cairo: “Il tempo aiuterà a incontrarsi, magari in modo strano e occasionale“, ha dichiarato. Un aspetto particolarmente inquietante della sua vita è la sua protezione sotto scorta, in vigore da quando il boss mafioso Filippo Graviano lo aveva menzionato in carcere. Giletti ha spiegato che la sua situazione è peggiorata nel tempo e ha criticato la condizione di sicurezza necessaria per i giornalisti d’inchiesta nel paese: “Perché in Italia chi fa inchiesta è sotto scorta? Non va bene“, ha detto con preoccupazione.
Il giornalista ha anche parlato delle inchieste in corso e delle intercettazioni che lo coinvolgono, confermando che il caso giudiziario è ancora aperto e le minacce sono reali: “Ho visto intercettazioni interessanti, come quella in cui Marcello Dell’Utri dice che ‘Giletti deve essere chiuso’. Questa è una verità, non di Giletti, ma una verità“, ha concluso.
