Mario Roggero, il gioielliere che ha sparato e ucciso due rapinatori, è indagato per omicidio ed eccesso di legittima difesa ma come atto dovuto per poter consentire alcuni accertamenti irripetibili. Il 67enne della provincia di Cuneo ha spiegato agli inquirenti: “C’è stata una colluttazione. Mi sono trovato faccia a faccia con uomini armati e ho dovuto scegliere fra la mia vita e la loro. Mi spiace molto per quello che è successo, perché non avrei mai immaginato dopo 45 anni di lavoro di trovarmi in questa situazione. Mi sono ritrovato in una condizione estrema e posso solo dire che sono situazioni che non dovrebbero succedere”.
Gioielliere uccide rapinatori, Mario Roggero indagato: la pistola era finta
Le due vittime, che avevano precedenti di polizia e penali, avrebbero agito impugnando un coltello e una pistola che però si è rivelata finta anche se priva del tappo rosso. Stando ad una prima ricostruzione, avrebbero minacciato di morte il gioielliere Mario Roggero, colpito la moglie con un pugno e immobilizzata la figlia con fascette da elettricista, facendosi consegnare numerosi gioielli. Quando infine hanno tentato di appropriarsi anche del denaro in cassa, il titolare ha reagito sparando con la pistola legittimamente detenuta.
La dinamica
A quel punto Mario Roggero è corso in aiuto di moglie e figlia. Quando i banditi hanno provato a scappare, il 67enne avrebbe sparato diversi colpi con la sua pistola. Il primo si è accasciato contro una fioriera sull’altro lato della strada, mentre dieci metri più avanti è crollato il secondo. Per loro non c’era già più niente da fare e i soccorsi degli operatori del 118 si sono rivelati inutili.
Le parole della figlia
Silvia Roggero, la figlia di Mario che in quel momento non si trovava nella gioielleria, ha scritto: “È facile essere positivi quando tutto va bene, ma è proprio quando ci sono le difficoltà che siamo chiamati a dare il meglio di noi. Ieri la mia famiglia è stata coinvolta in un evento molto spiacevole.
Il gioielliere di Gallo Grinzane che ha ucciso due rapinatori su tre per legittima difesa è mio padre. Nella difficoltà voglio rimanere aperta e fiduciosa, lucida e forte. La prima cosa che viene da fare di istinto quando la vita si fa dura è chiudersi per rifugiarsi nei labirinti della paura”.