Giorgia Meloni intervenendo al convegno alla Camera sul premierato organizzato dalla Fondazione De Gasperi: “Salvaguardia il ruolo del Parlamento. Costituzione non è un moloch”.
Premierato, Giorgia Meloni: “Costituzione non è un moloch”
”Questo è un governo solido, stabile, io non ho bisogno di fare questa riforma, per me è un rischio”: queste le parole del premier intervenendo al convegno alla Camera sul premierato organizzato dalla Fondazione De Gasperi.
”Bisogna salvaguardare gli organi di garanzia, a partire dalla funzione di arbitro super partes del Capo dello Stato. Ed è esattamente quel che fa questa riforma” del premierato, ”è stata una scelta lasciare inalterati i poteri fondamentali del presidente della Repubblica. Questa è stata una scelta, non un incidente”. ”Il premierato salvaguarda il ruolo del Parlamento. C’è chi sostiene che indebolisca le Camere, ma io penso che indebolisca il trasformismo e che sia stato spesso proprio il trasformismo ad avere indebolito le Camere”.
“Chi ritiene di essere depositario esclusivo della Costituzione ne mette, per paradosso, in crisi la funzione unificante. Se la Costituzione è di tutti – ed è di tutti – la sua interpretazione non può privilegiare una sola cultura politica o un solo punto di vista”.
“Costituzione non è moloch”
“La Costituzione offre una cornice, fissa dei paletti, ma si pone il problema di garantire l’autonomia della politica. Perché si fonda sulla sovranità popolare che è la principale fonte di legittimazione del sistema. La democrazia poggia sul principio di maggioranza. Ma la Costituzione – rimarca Meloni – non è un moloch intangibile: negli oltre 75 anni in cui è stata in vigore non è mai stata pietrificata, è vissuta nell’interpretazione dei vari attori della nostra democrazia. E chi ritiene di essere il depositario della Costituzione ne mette paradossalmente in crisi il principio unificante. La Costituzione va letta e applicata in modo che in essa si riconoscano tutti”.
L’obiettivo del premierato è quello di “evitare ribaltoni. Nella scorsa legislatura abbiamo avuto tre governi, guidati da due presidenti del Consiglio, nessuno dei due aveva avuto legittimazione popolare, hanno guidato coalizioni formate da partiti che in campagna elettorale avevano dichiarato la loro alternatività, e la fiducia a quei governi è stata data da parlamentari eletti in liste bloccate. Tutto costituzionalmente legittimo, ma il punto è che i padri costituenti non potevano immaginarlo, perché era un altro mondo, un’altra epoca. Ora lo abbiamo visto accadere e lo dobbiamo correggere”.