Oggi lunedì 27 gennaio 2025 si celebra la Giornata della Memoria e in questa occasione la senatrice Liliana Segre ha lanciato un allarme: ” Sono molto pessimista. Quando moriremo noi sopravvissuti, ci sarà una riga nei libri di storia e poi neanche quello”. In Italia, accanto a figure instancabili come Liliana Segre, Sami Modiano ed Edith Bruck, rimangono ormai pochi altri sopravvissuti.
Giornata della Memoria, l’allarme della senatrice Liliana Segre
Oggi, 27 gennaio 2025, celebriamo la giornata della memoria, un momento dedicato a ricordare le esperienze di coloro che hanno vissuto nei campi di concentramento nazisti, ma che, a causa dell’età, stanno diventando sempre meno. “Sul futuro e sulla memoria, purtroppo, nutro un forte pessimismo. Questo sentimento si intensifica in un’epoca come la nostra, in cui pochi si dedicano allo studio della storia e della geografia. Quando le persone non si distaccano dai loro smartphone per riflettere, è difficile non essere pessimisti. Senza cultura, senza valori morali e senza la consapevolezza di essere ciascuno un individuo unico, il pessimismo diventa inevitabile. Quando tutti noi saremo scomparsi e i pochi sopravvissuti rimasti saranno in numero esiguo, i nostri eredi e i bravi insegnanti ricorderanno per un certo periodo, ma alla fine rimarrà solo una riga in un libro di storia, e poi nemmeno quella”, queste le parole di Liliana Segre.
Ci sono coloro che hanno trasformato la testimonianza dei campi di sterminio in una missione di vita, dedicandosi con impegno a onorare la memoria di chi non è sopravvissuto, condividendo pubblicamente le loro esperienze e rivivendo il dolore innumerevoli volte. Altri, invece, hanno scelto di affrontare il loro passato in silenzio.
Non è facile considerare chi, in Italia, riuscì a sopravvivere ad Auschwitz-Birkenau e ad altre camere della morte, vittime del più folle dei progetti: lo sterminio di una ‘razza’, quindi il genocidio, e di coloro che erano diversi – come gli omosessuali, i disabili e i rom – oltre agli oppositori politici. Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, questa dolorosa realtà dei sopravvissuti alla Shoah, ai campi di concentramento, alle marce della morte e ai lunghi viaggi di ritorno verso le loro terre d’origine, ci invita a riflettere su chi è ancora tra noi.
Chi sono i testimoni della Shoah
In Italia, accanto a figure instancabili come Liliana Segre, Sami Modiano ed Edith Bruck, rimangono ormai solo pochi altri sopravvissuti. In futuro, saranno i libri, gli archivi, i documentari e le testimonianze registrate a mantenere viva la memoria, in un processo di passaggio di consegne. Secondo un’analisi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dello scrittore e storico Marcello Pezzetti, curatore del museo di Roma, gli ebrei sopravvissuti sono poco più di una decina. A questi si aggiungono i rari sopravvissuti non ebrei, come sottolinea Dario Venegoni, presidente dell’Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti), insignito della medaglia d’oro al merito civile nel 2024 e figura di riferimento. La Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec Onlus), principale fonte italiana sull’argomento, offre una biblioteca digitale consultabile, mentre all’estero è attiva, tra le altre, la Shoah Foundation, sostenuta da Steven Spielberg.
Da Segre e Bruck, i nomi di chi è ancora in vita
Ecco un elenco parziale di 14 nomi, di cui 13 ebrei: SAMI MODIANO di 94 anni (deportato da Rodi a Birkenau all’età di 13 anni, la sua storia è raccontata nel libro di Walter Veltroni, “Tana libera tutti”); EDITH BRUCK di 93 anni (scrittrice e regista di origine ungherese, deportata a 13 anni ad Auschwitz e successivamente in altri campi di sterminio: Dachau, Christianstadt e infine Bergen Belsen); LILIANA SEGRE di 94 anni (senatrice a vita, costretta a vivere sotto scorta a causa di minacce razziste; numero di matricola 75190, è una delle 25 sopravvissute tra i 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz); STELLA LEVI di 101 anni (anch’essa della comunità italiana di Rodi, sopravvissuta ad Auschwitz); ALBERTO ISRAEL di 97 anni (anch’egli originario di Rodi, deportato ad Auschwitz a 17 anni, attualmente vive in Belgio dedicando le sue energie alle giovani generazioni); Le sorelle di Fiume, ANDRA e TATIANA BUCCI, rispettivamente di 85 e 87 anni, sono testimoni di un orrore inimmaginabile, quello degli esperimenti condotti da Mengele. ARIANNA SZÖRÉNYI, anch’essa di Fiume e di 91 anni (numero di matricola 89219), fu deportata ad Auschwitz e successivamente a Bergen-Belsen dalla Risiera di San Sabba all’età di soli 11 anni, come racconta nel libro “Una bambina ad Auschwitz” (Mursia). GOTI BAUER, centenaria (nata Agata Herskovitz), originaria della Cecoslovacchia e italiana d’adozione, fu detenuta a Fossoli e poi deportata ad Auschwitz-Birkenau con il numero di matricola A-5372. Da quasi 30 anni è un instancabile testimone della Shoah, condividendo la sua esperienza con gli studenti di Milano, dove risiede. GILBERTO SALMONI, di 97 anni, è il presidente onorario di Aned Genova e l’ultimo sopravvissuto genovese ai lager nazisti. Attivo testimone della sua storia, fu deportato a Buchenwald all’età di 16 anni, nonostante fosse ebreo, come cattolico e con il triangolo rosso dei dissidenti politici; STELLA DANA, milanese di 87 anni, è stata deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen. HANNA KLUGER WEISS, originaria di Fiume e di 96 anni, è una scrittrice e amica di Goti Bauer, anch’essa di Fiume. Dal 1968, ha intrapreso un percorso di testimonianza attiva, partecipando a viaggi della memoria in Polonia. Attualmente vive in Israele, dove dirige un piccolo museo della Shoah a Nazareth Illit.