Per gli insegnanti italiani, la situazione salariale è particolarmente critica, poiché l’incremento previsto dal contratto per il triennio 2022-2024 si attesta sul 5,8%. Di conseguenza, l’aumento medio del 28% menzionato nel rapporto riguardante le retribuzioni degli educatori europei appare per gli insegnanti italiani come un obiettivo irraggiungibile.
Giornata mondiale degli insegnanti 2024
Il 5 ottobre si celebra la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’UNESCO nel 1994 per mettere in luce l’importanza fondamentale del loro ruolo. L’insegnante è la figura a cui un genitore affida il proprio figlio per aiutarlo a sviluppare capacità critiche e pensiero autonomo, come ha sottolineato anche Piero Angela: “L’insegnante è la persona a cui il genitore affida il cervello del proprio bambino affinché diventi un soggetto pensante. Ma l’insegnante è anche colui a cui la società conferisce la responsabilità dei cervelli della comunità, per formarli come i leader del futuro”.
Nell’ultimo rapporto dell’OCSE “Education at a Glance 2024” si analizzano gli stipendi degli insegnanti nei vari paesi membri. È impossibile non notare come l’Italia si trovi all’ultimo posto in tutta l’area OCSE. Infatti, per i docenti italiani, la situazione è tra le più critiche, poiché l’aumento previsto dal contratto per il triennio 2022-2024, la cui negoziazione deve ancora iniziare, si basa su un incremento del 5,8% degli stipendi del settore, per cui la media del 28% citata nel rapporto, riguardo all’aumento delle retribuzioni degli insegnanti europei, risulta per gli insegnanti italiani un’illusione.
Gli stipendi degli insegnanti
Nel 2019, il guadagno medio degli insegnanti si attesta a 31.950 euro, mostrando una stagnazione rispetto agli altri Stati europei e una tendenza al ribasso fino al 2023, quando si prevede uno stipendio medio di 31.320 euro. Questa differenza retributiva risulta particolarmente evidente se la si confronta con il trend in Germania, che ha registrato un incremento costante degli stipendi negli anni. Inoltre, in Italia l’età media degli insegnanti è più alta rispetto agli altri Paesi; nonostante una leggera diminuzione della percentuale di docenti over 50 negli ultimi tempi, essa resta fissa al 53%, mentre la media OCSE è del 37%.
La Germania si mantiene quindi al primo posto, con una retribuzione media annuale di circa 47.250 euro nel 2019, seguita dalla media OCSE di 42.300 euro. Francia e Spagna, sebbene presentino stipendi inferiori, mostrano comunque una certa stabilità: rispettivamente 37.080 euro e 33.030 euro nel 2019. In Italia, si destina alla formazione delle nuove generazioni il 4% del PIL, a fronte di una media OCSE del 5%. La spesa è massima per le scuole primarie (superiore alla media OCSE ed europea), ma diminuisce per le scuole secondarie e crolla a livello universitario.