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Tutto quello che c’è da sapere sul Giro d’Italia 2022: percorso, squadre e favoriti

Venerdì 6 maggio inizia il Giro d’Italia 2022: ecco tappe, favoriti, percorso, partecipanti squadre per questa edizione della massima competizione ciclistica italiana. Il Giro d’Italia (detto anche Giro o Corsa Rosa) è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada professionistico che si svolge annualmente lungo le strade italiane. Istituito nel 1909 su idea dei giornalisti Tullo Morgagni, Eugenio Camillo Costamagna e Armando Cougnet, è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario ciclistico, insieme al Tour de France e la Vuelta a España, ed è inserito dall’Unione Ciclistica Internazionale nel circuito professionistico del World Tour; storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese, anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un’importanza pari a quella del Tour.
A partire dalla prima edizione si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla prima e alla seconda guerra mondiale, nell’arco di tre settimane tra i mesi di maggio e giugno, fatta eccezione per il 1946, quando si corse tra giugno e luglio, e il 2020, anno in cui, a causa della pandemia di COVID-19, viene rinviato a ottobr: la corsa si svolge sul territorio italiano, ma occasionalmente il percorso può interessare località al di fuori dai confini italiani (sconfinamenti, arrivi o partenze di tappa, prime tappe); mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l’arrivo è il più delle volte posto a Milano, città ove ha sede La Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione. Proprio il colore delle pagine della Gazzetta, il rosa, caratterizza dal 1931 la maglia del ciclista primo in classifica; anche per questo motivo il Giro è noto come “Corsa rosa”.

Giro d’Italia 2022: tappe e percorso

Il Giro 2022 è articolato in 21 tappe e 3445 chilometri, da Budapest all’Arena di Verona. Il dislivello complessivo è di 50.580 metri, il più elevato dall’edizione 2011. Ci sono appena 26 km a cronometro, mai così pochi dal 1962 (quando non ce n’erano): 9,2 km il secondo giorno a Budapest, 17,4 l’ultimo giorno all’Arena di Verona. Sei le tappe per i velocisti: Balatonfured, Messina, Scalea, Reggio Emilia, Cuneo e Treviso. Gli arrivi in salita sono cinque: Etna, Blockhaus, Cogne, Castelmonte e Marmolada. La tappa più dura è la Salò-Aprica, 5440 metri di dislivello, con Crocedomini, Mortirolo e Santa Cristina.



La prima tappa del Giro vive di elettricità dal primo chilometro, perché la prima maglia rosa vale tantissimo. Non è una giornata per velocisti puri, ma per scattisti e attaccanti potenti. Gli ultimi 5600 metri sono in salita: i primi 2 km al 2,6% medio, poi gli ultimi 3 sono al 5,1% medio, con punte dell’8%. L’arrivo è in cima al Castello di Visegrad, una delle fortezze meglio conservate d’Europa, con un panorama affascinante sul Danubio, tra atmosfere medievali, tornei di falconeria e vestiti d’epoca. Il Castello risale a metà del 1200, quando i Mongoli si erano avvicinati pericolosamente al cuore dell’Europa. Anche gli uomini da classifica devono hanno l’obbligo di restare vigili: basta un “buco” tra due gruppetti e scattano secondi di ritardo.



2ª TAPPA: 7 MAGGIO ***

BUDAPEST-BUDAPEST, 9,2 KM (CRONOMETRO INDIVIDUALE)

La prima delle due cronometro si snoda nel cuore della capitale ungherese. Ci sono una ventina di curve, molte a gomito, e il tracciato obbliga a rilanciare continuamente la bici. Bisogna essere esplosivi, più che specialisti. Gli ultimi 1300 metri sono in salita, e in parte sul pavé: duri i primi 200 metri al 10%, con punte del 14%, poi altri 200 metri al 7%, quindi il tracciato spiana al 3,4%. Si arriva nel centro storico di Buda, al di qua del Danubio.



3ª TAPPA: 8 MAGGIO *

KAPOSVAR-BALATONFURED, 201 KM

Ecco la prima volata del Giro. È una lunga giornata che costeggia il lago Balaton, completamente piatta: ci sono appena 890 metri di dislivello, e nessuna difficoltà, a parte un Gpm di quarta categoria all’abbazia di Tihany a 13 km dalla conclusione. Lunedì 9 maggio, poi, la carovana volerà in Italia: arrivo a Catania e primo dei tre giorni di riposo, sempre di lunedì.



4ª TAPPA: 10 MAGGIO ****

AVOLA-MONTE ETNA/NICOLOSI, 172 KM

I big non possono nascondersi nella prima delle due frazioni siciliane: 3500 metri di dislivello e arrivo in salita sul vulcano più alto d’Europa. Da Avola si tocca il centro del Barocco siciliano a Noto per toccare le zone di Pantalica e Vizzini. L’avvicinamento al vulcano è un continuo saliscendi, e la salita finale, che si conclude al rifugio Sapienza come in altre occasioni, affronta un percorso inedito. L’ascesa all’Etna misura 22,8 chilometri, con un dislivello di 1358 metri: pendenza media del 5,9% e punte del 14% a 9 km dal traguardo dopo il bivio per l’Osservatorio.La salita parte da Biancavilla come nel Giro 2018 e dopo l’Osservatorio Astrofisico si entra nella strada da Nicolosi per terminare al Rifugio Sapienza con il finale classico. Ultimi 200 metri al 3%.



5ª TAPPA: 11 MAGGIO **

CATANIA-MESSINA, 174 KM

Seconda volata del Giro nella giornata che celebra Vincenzo Nibali, il messinese che è stato il più vincente corridore italiano dai tempi di Gimondi: due Giri d’Italia (2013 e 2016), il Tour de Frances 2014, la Vuelta 2010, più Milano-Sanremo 2018 e due Giri di Lombardia (2015 e 2017). La tappa è caratterizzata dalla presenza a metà percorso della salita pedalabile di Portella Mandrazzi (circa 20 km al 4%). Da Catania (partenza davanti al Duomo, quindi via Etnea con il vulcano sullo sfondo) fino alle porte di Taormina si percorrono strade abbastanza ampie, ma ricche di curve. Dopo la Portella Mandrazzi, una lunghissima discesa porta alla costa nord dell’isola: ultimi 70 km tutti sulla strada costiera. Rettilineo finale di 800 m, larghezza 7,5 metri.



6ª TAPPA: 12 MAGGIO **

PALMI-SCALEA/RIVIERA DEI CEDRI, 192 KM

Sarà ancora volata, in questa tappa tutta calabrese tra le province di Reggio Calabria e Cosenza con appena 900 metri di dislivello. Gli uomini di classifica dovranno solo cercare di non perdere terreno in cadute o incidenti meccanici: negli ultimi 5 chilometri non c’è neppure una curva. Spettacolo mozzafiato a bordo del mar Tirreno.



7ª TAPPA: 13 MAGGIO ****

DIAMANTE-POTENZA, 196 KM

Giornata molto complicata, la prima con un dislivello davvero impegnativo: 4510 metri. Si attraversa l’appennino lucano e l’avvio lungo il mare costituisce l’unica parte pianeggiante. Dopo Maratea la sequenza di asperità, più o meno impegnative, è ininterrotta. Si scala il passo della Colla che porta a Lauria dove si affronta Monte Sirino (25 km alla media del 3,8%: qui vinse Rebellin nel 1996) ; da Viggiano si scala la breve e impegnativa Montagna Grande di Viggiano, infine l’ultima salita, Sellata, per raggiungere Potenza. Tantissime curve per una tappa trabocchetto dove non c’è pianura. Attenzione alla fuga: su queste strade Vittorio Adorni costruì il trionfo nel Giro 1965.



8ª TAPPA: 14 MAGGIO **

NAPOLI-NAPOLI, 153 KM

Napoli, presente nella storia del Giro sin dalla prima edizione del 1909, ritrova la corsa rosa dopo 9 anni: nel 2013, sul lungomare Caracciolo, vittoria del britannico Cavendish in volata su Viviani. Giornata da 2130 metri di dislivello da prendere con attenzione, una delle più spettacolari dal lato paesaggistico, sempre con il Vesuvio e il mare sullo sfondo. Si sale la collina di Posillipo per raggiungere Bacoli e compiere un anello sulla costa cumana. Raggiunta Bacoli, si affrontano 4 giri del circuito del Monte di Procida di 19 km: strada stretta e continui cambi di direzione e di pendenza. La salita misura 2,1 km con pendenza media del 6% e uno strappo all’11% che porta a Lago Lucino dove, al termine del quarto giro, si lascerà il circuito. Rientro attraverso Bacoli e Posillipo attraverso le stesse strade dell’andata con la lunga discesa di via Petrarca a condurre al centro cittadino: finale sul lungomare Caracciolo.



9ª TAPPA: 15 MAGGIO *****

ISERNIA-BLOCKHAUS, 191 KM

È il secondo arrivo in salita del Giro, ed è una giornata molto dura: 5000 metri di dislivello, la seconda più impegnativa dopo quella dell’Aprica con il Mortirolo. È una delle tappe più insidiose: l’Appennino ha sempre fatto male. Il Blockhaus fa parte del massiccio della Maiella ed è la montagna dove Eddy Merckx, nel 1967, conquistò la sua prima vittoria di tappa al Giro. La partenza a Isernia è sul Valico del Macerone, al quale segue l’impegnativa salita di Rionero Sannitico. Ancora salita fino a Roccaraso, e dopo circa 90 km si affronta Passo Lanciano (versante di Pretoro: 10,3 km al 7,6%, max 14%). Discesa impegnativa per le pendenze fino a Lettomanoppello, e a Roccamorice inizia la salita finale di 13 km: 1141 metri di dislivello, pendenza media 8,4% e max 14% a 4 km dall’arrivo. Per quasi 10 km la pendenza si mantiene sopra il 9% con punte fino al 14%. Gli ultimi 200 metri attorno all’8%. La salita è ricca di tornanti che spezzano il ritmo: questa tappa può fare davvero male a chi non è ancora in forma.



10ª TAPPA: 17 MAGGIO ***

PESCARA-JESI, 196 KM

Tappa divisa in due parti ben distinte. La prima metà interamente pianeggiante lungo al statale Adriatica; la seconda parte senza respiro con i Muri marchigiani. Del resto le Marche presentano sempre terreni insidiosi e poco favorevoli ai velocisti. Si scalano Civitanova Alta fino a Crosette di Montecosaro, Recanati, Filottrano, Santa Maria Nuova e Monsano: da qui mancheranno solo 9 km all’arrivo. Rettilineo finale a Jesi al 2%. Giornata perfetta per chi sa andare in fuga.



11ª TAPPA: 18 MAGGIO *

SANTARCANGELO DI ROMAGNA-REGGIO EMILIA, 203 KM

Giornata di riposo senza alcuna difficoltà: non c’è neppure un Gran premio della montagna. La tappa si svolge interamente lungo le strade di pianura dell’Emilia-Romagna e tocca alcune località colpite dal terremoto del 2012, come San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Camposanto, Carpi e Correggio. È la frazione più lunga del Giro, e serve per tirare il fiato prima di pensare alle difficoltà dei giorni successivi.



12ª TAPPA: 19 MAGGIO ***

PARMA-GENOVA, 204 KM

Tappa appenninica impegnativa. Da Parma si sale costantemente con pendenze molto dolci lungo la valle del Taro fino ai piedi del Passo del Bocco salita di bassa difficoltà che immette in Liguria. Lunga discesa impegnativa fino a Carasco dove si risale la val Fontanabuona. Si affrontano quindi due salite, La Colletta di Boasi e il Valico di Trensasco, e si entra in Genova percorrendo l’autostrada e il nuovo Ponte di San Giorgio. Rettilineo finale al 2%. I velocisti devono impegnarsi per potersi giocare la volata.



13ª TAPPA: 20 MAGGIO **

SANREMO-CUNEO, 150 KM

È il percorso inverso della Milano-Sanremo 2020, quella disputata in agosto per la pandemia. C’è una sola salita, il Colle di Nava (11 km), nella parte iniziale, seguita da un lungo attraversamento della pianura cuneese. Arrivo in leggera ascesa al 2,5%. Anche in questo caso i velocisti devono impegnarsi, soprattutto sul Colle di Nava, per non restare tagliati fuori: in ogni caso devono conquistarsi la volata.



14ª TAPPA: 21 MAGGIO ****

SANTENA-TORINO, 147 KM

La tappa più breve senza un attimo di respiro e ben 3000 metri di dislivello. I primi chilometri da Santena fino ai piedi della prima salita sono gli unici pianeggianti. In seguito, si scala il versante di Rivodora di Superga e si entra in un circuito di 36,4 km da percorrere due volte. Si scalano la Collina di Superga e il Colle Maddalena. La prima presenta 5 km sempre attorno al 10% con punte del 14%; la seconda, molto più breve (3 km all’8,1%), si snoda su una strada dentro il bosco a carreggiata ristretta con pendenze che raggiungono il 20%. Discesa impegnativa, su strada stretta, fino all’arrivo: diventa pianeggiante solo a 700 metri dall’arrivo a Torino in Corso Moncalieri.



15ª TAPPA: 22 MAGGIO ****

RIVAROLO CANAVESE-COGNE, 178 KM

Tappone alpino valdostano da 3980 metri di dislivello, con 46 degli ultimi 80 chilometri in salita e traguardo nel Parco nazionale del Gran Paradiso. Prima parte tutta tra Canavese e valle della Dora Baltea fino alle porte di Aosta, dove si concatenano tre lunghe salite: Pila (12,3 km al 6,9%), Verrogne (13,8 km al 7,1%) e l’ascesa finale a Cogne. Tutte oltre i 10 km su strade ampie e in buone condizioni intervallate da numerosi tornanti. La salita finale di Cogne, inedita per il Giro, è lunga 22,4 km, dislivello 961 metri, pendenza media 4,3% e punte dell’11% proprio all’inizio. Ultimi 4 km dal centro dell’abitato di Cogne (breve tratto in pavé) fino all’arrivo tutto attorno al 2,5%, e punte del 9% a 2 km dal traguardo.



16ª TAPPA: 24 MAGGIO *****

SALÒ-APRICA, 202 KM

È la giornata più dura del Giro, con 5250 metri di dislivello. Partenza subito in salita in Valsabbia, la zona dov’è cresciuto Sonny Colbrelli, fino alla prima salita: il Crocedomini, 19,9 km con 1228 metri di dislivello, media 62,% e max 12%. Non si affronta dal Giro 1998, il duello Pantani-Tonkov. Quindi discesa in Val Camonica, si passa da Edolo e quindi a Monno si affronta il Mortirolo dal versante di Monno: è il primo dei sei lati del Mortirolo a essere stato scalato al Giro, 1990, primo il venezuelano Leonardo Sierra. La salita misura 12,6 km al 7,6% medio, e punte del 16% a 2 km dalla vetta, quando si incrocia il versante che sale da Mazzo. Mortirolo è la vetta dei morti, del sangue, dei combattimenti. Quest’area della Valtellina, nel corso dei secoli, è sempre stata strategica nel passaggio dall’Italia verso la Svizzera. Che voleva dire dal ducato di Milano ai Grigioni, dalla Repubblica di Venezia verso l’impero tedesco, dall’impero asburgico verso il Regno d’Italia. Oppure il brigantaggio a danno delle diligenze che si muovevano verso nord. Qui hanno combattuto Carlo Magno e i longobardi, Napoleone, i garibaldini.
Discea su Grosio, poi tutta la vallata da Tirano all’Aprica lungo i vigneti dello Sforzato, il vino rosso orgoglio di questa terra: ci sono 2500 km di muretti a secco nei vigneti, è l’agricoltura eroica perché fatta ancora tutta a mano, si lavora a piedi, nelle vigne i trattori non passano. La tappa è dedicata proprio a questa eccellenza enogastronomica italiana: si chiama Sforzato Wine Stage.
Prima di Aprica, l’ultima difficoltà: il valico di Santa Cristina, 13,5 km con 1078 metri di dislivello, pendenza media 8% e punte del 13%, che collega le due valli. Dalla vetta, 7 km per arrivare all’Aprica, nobile stazione sciistica che accoglie il Giro per la decima volta. La prima esattamente 60 anni fa: era il 3 giugno 1962 quando Vittorio Adorni vinse la Moena-Aprica. Aspettatevi i fuochi d’artificio. Chi è in rosa all’Aprica molto probabilmente lo sarà anche domenica 29 all’Arena di Verona.



17ª TAPPA: 25 MAGGIO ****

PONTE DI LEGNO-LAVARONE, 168 KM

Tappa di montagna da 3730 metri di dislivello divisa in due parti. Partenza all’insù verso il Passo del Tonale, seguita da un tratto di oltre 70 km sempre in discesa attraverso le valli di Sole e di Non. Superato l’Adige, si scala la salita di Palù di Giovo, il paese della famiglia Moser, passando nella Valle di Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana. Le due salite finali sono il Valico del Vetriolo (11,8 km al 7,7%) e il Menador (7,9 km al 9,9%, max 15%), con tratti stretti, gallerie intagliate e pendenze sempre oltre il 10%. Dalla vetta mancheranno 8 km all’arrivo.



18ª TAPPA: 26 MAGGIO *

BORGO VALSUGANA-TREVISO, 152 KM

L’ultima volata per i velocisti superstiti. La tappa congiunge la Valsugana con la pianura veneta attraverso il passaggio delle Scale di Primolano, unica asperità assieme al Muro di Ca’ del Poggio. Si arriva quindi a Treviso attraverso strade rettilinee generalmente larghe. A Treviso la corsa affronta un circuito di circa 11 km da ripetere una volta: l’ultima curva è a 1200 m dal traguardo.



19ª TAPPA: 27 MAGGIO ****

MARANO LAGUNARE-SANTUARIO DI CASTELMONTE DI CIVIDALE, 177 KM

Il Friuli regala al Giro altre due località inedite, in questo cammino che ha portato la Regione a usare la piattaforma della corsa rosa per la valorizzazione turistica del territorio. Basta considerare che cosa è diventato il Monte Zoncolan in Carnia dalla prima scalata nel 2003. Qui si parte dai casoni di Marano Lagunare per risalire tutta la Bassa friulana fino alle colline moreniche udinesi tra Fagagna e Majano. Attraversata Buja, si raggiungono le Prealpi Giulie con le Grotte di Villanova (salita breve e impegnativa) seguite dal Passo di Tanamea. Sconfinamento in Slovenia dal valico di Uccea, che porta direttamente a Kobarid (Caporetto). Inizia lì il Monte Kolovrat, 10,3 km al 9,2% medio, con punte del 15%: una salita inedita, molto dura. Attenzione. Rientro in Italia interamente dentro il bosco, caratterizzato dal susseguirsi ininterrotto di curve. Da Cividale del Friuli si attacca la salita finale che porta al Santuario di Castelmonte: 7,1 km al 7,8%, con punte del 14% poco prima della metà salita.



20ª TAPPA: 28 MAGGIO *****

BELLUNO-MARMOLADA (PASSO FEDAIA), 168 KM

Ultimo durissimo arrivo in salita del Giro dopo una giornata da 4490 metri di dislivello. Partenza da Belluno con una breve deviazione lungo la valle del Piave tra Sedico, Santa Giustina e Sospirolo. Si entra quindi nella valle del Cordevole che si risale attraverso Agordo e Cencenighe. Inizia lì il trittico di salite finale con il Passo San Pellegrino (10 km a 6,6%),, versante bellunese di Falcade, seguito dal Passo Pordoi (Cima Coppi) a 2239 metri (11,8 km al 6,8%), e infine dalla Marmolada-Passo Fedaia: sono 14 km al 7,6% medio e punte del 18% dopo Malga Ciapela. Il traguardo è a quota 2057 poco prima dei laghetti e del tunnel che porta a Canazei.
La Marmolada è un altro luogo di sofferenza. Quando i ciclisti si avvicinano a questo gigante tra Trentino e Alto Adige, dal terreno sbucano le trincee della prima guerra mondiale. Scavate nella roccia, ambiente inospitale, confine tra i due eserciti: italiano e austriaco. Quei 2800 metri tra Malga Ciapela e la Capanna Bill hanno una media dell’11,8% e sono il tratto più duro dell’intero Giro, con pendenze del 18%. Anche perché la strada è dritta, senza curve, alzi gli occhi e la montagna è lì, che ti domina. Gli ultimi 6 km sembrano interminabili, così come il rettilineo finale che costeggia la pista da sci. La tappa sarà l’omaggio sincero di uno sport popolarissimo a questa zona del Veneto innamorata della bicicletta e devastata tre anni e mezzo fa dalla tempesta Vaia. L’ultima volta, nel 2008, la carovana del Giro era passata attraverso i Serrai di Sottoguda, un luogo incantato e fiabesco, con le pareti di pietra a picco sulla strada: dal 2018, purtroppo, non esistono più, spazzati via dall’acqua e dal fango.



21ª TAPPA: 29 MAGGIO ***

VERONA-VERONA (CRONOMETRO), 17.4 KM

Per la quinta volta, l’Arena di Verona ospiterà il gran finale del Giro d’Italia. Dopo Giovanni Battaglin 1981, Francesco Moser 1984, Ivan Basso 2010 e Richard Carapaz 2019, il re della corsa rosa si infilerà la maglia color Gazzetta nell’anfiteatro romano della città di Romeo e Giulietta. La cronometro ricalca il Circuito delle Torricelle (quello dei Mondiali di Verona, ma in senso antiorario) con vialoni rettilinei e molto larghi; poi si sale per 4,5 km al 5%. Quindi 4 km di discesa e gli ultimi 3 km lungo le vie cittadine. Il tempo finale viene preso in piazza Bra prima dell’ingresso nell’Arena.

Giro d’Italia 2022: partecipanti e squadre

Ecco l’elenco completo di squadre e partecipanti al Giro d’Italia 2022:

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