Cronaca

Gisèle Pelicot, la sentenza: l’ex marito dichiarato colpevole degli stupri e condannato a 20 anni

Gisèle Pelicot
Gisèle Pelicot
Gisèle Pelicot

Dominique Pelicot, accusato di aver permesso a decine di uomini di violentare la moglie, è stato dichiarato colpevole nel corso del processo sugli stupri di Mazan che ha sconvolto la Francia. Condannato alla massima pena prevista.

Gisèle Pelicot, la sentenza, l’ex marito dichiarato colpevole degli stupri e condannato a 20 anni

Si è concluso oggi in Francia il processo riguardante gli stupri di Mazan: Dominique Pelicot, 72 anni, è stato dichiarato colpevole di violenza sessuale aggravata nei confronti della sua ex moglie, Gisèle Pelicot, e condannato a 20 anni di prigione, la pena massima prevista dalla legge. Il processo, seguito a livello globale, ha visto 51 imputati accusati di aver abusato di Gisèle Pelicot, che veniva drogata dal marito per dieci anni e violentata mentre era incosciente. Durante l’udienza di oggi, il presidente della corte penale di Avignone, Roger Arata, ha dichiarato: “Signor Pelicot, lei è stato riconosciuto colpevole di stupro aggravato nei confronti di Gisèle Pelicot”, prima di comunicare le condanne.

La famiglia di Gisèle Pelicot era presente in aula. Dominique Pelicot, al momento della lettura della condanna, si è alzato senza mostrare particolari emozioni. Oltre alla condanna per stupro, l’uomo è ritenuto responsabile di aver registrato immagini della moglie e della figlia senza il loro consenso. Gli altri imputati sono stati ritenuti tutti colpevoli, con pene che vanno da 3 a 13 anni di carcere. La maggior parte di loro sarà inserita nel Fijais, la banca dati dei criminali sessuali e violenti in Francia.

Le accuse

Dominique Pelicot era accusato di aver drogato la moglie per anni al fine di abusare di lei e farla abusare da decine di uomini mentre era priva di sensi. In aula, ha espresso il suo pentimento per le azioni commesse.

Gisèle Pelicot, durante i quasi quattro mesi di processo, è diventata un simbolo di coraggio per la società francese e internazionale. Ha voluto che il processo fosse pubblico, e che le immagini delle violenze subite fossero mostrate, affermando che non era lei a dover provare vergogna. “Quando siete entrati in quella stanza, in che momento avete avuto il mio consenso? Come avete potuto non fermarvi e non denunciare tutto alla polizia? Questo processo è un processo contro la vigliaccheria. È ora che la società maschilista e patriarcale che banalizza lo stupro cambi. È ora di cambiare il nostro modo di vedere lo stupro”, ha dichiarato nel corso del processo.

 

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