La sorella di Giulia Cecchettin, Elena, ha voluto ricordarla in un lungo post in occasione della Festa delle Donne: “Parliamo di diritti. A lei la libertà è stata tolta poco alla volta”.
Giulia Cecchettin, la sorella la ricorda in un post per la Festa delle Donne
“Parliamo di diritti, diritti umani. Si chiamano così perché non ce li dovremmo guadagnare. Sono nostri e ci spettano da quando nasciamo proprio perché siamo umani. In alcuni casi questi diritti, come ci insegna la storia sono stati difficili da ottenere e per le donne ancora di più”: è quanto scrive Elena Cecchettin, sorella della 22enne sequestrata e uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta pochi giorni prima della discussione della sua tesi.
La dedica
La sorella ha pubblicato un lungo post in occasione della Festa delle Donne: “Per le ragazze, conquistare questi diritti è stato ancora più difficile. Quasi ogni diritto dell’uomo, la donna doveva conquistarselo con anni o decenni di lotte. Spesso siamo state ostacolate. È da meno di cent’anni che le donne possono votare nel nostro Paese, mentre la possibilità di divorziare e di abortire sono state tanto discusse prima di essere finalmente ottenute. Non si tratta ancora di diritti, perché ad oggi una donna che vuole abortire non è libera di farlo, ostacolata da medici obiettori e tenuta a giustificare la propria scelta”.
“La nostra società – scrive ancora Cecchettin – non tollera che le donne siano completamente libere di scegliere da sole della loro vita e del loro corpo. I diritti purtroppo non sono per sempre, bisogna continuamente reclamarli perché se non prestiamo attenzione e non ce ne accorgiamo, potremmo perderli. E ci spettano, di natura. Ci spetta la libertà”. “A lei la libertà è stata tolta – spiega -. Non tutta in un colpo come viene spontaneo pensare, ma un po’ alla volta. Una mancanza di rispetto dopo l’altra, una violenza dopo l’altra, psicologica e poi fisica. Noi nella nostra società lasciamo che queste cose accadano perché sotto sotto continua a non piacere l’idea che una donna sia libera e quando un uomo è possessivo, tutto sommato nessuno dice niente”,
“Non possiamo continuare così, dobbiamo reclamare il nostro spazio di donne ed esseri umani. Anche voi uomini dovete lottare affinché questo avvenga, perché è giusto che la nostra vita non debba essere una violazione costante. Questa lotta non dobbiamo portarla avanti solo noi cittadini. Abbiamo bisogno anche dello Stato, che deve prendere decisioni volte a cambiare la situazione. Quella che sta avvenendo sui nostri corpi è una guerra e non possiamo essere sole ad affrontarla”. “I diritti delle donne – conclude – sono diritti umani”.