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Giulia Cecchettin uccisa da Filippo Turetta: cosa sappiamo del delitto

Giulia Cecchettin è stata uccisa. Con diverse coltellate alla testa e al collo nonostante abbia tentato di difendersi fino alla fine. E Filippo, forse, è ancora vivo e arrestato in Germania dopo una fuga disperata du sette giorni. L’epilogo della scomparsa dei due ex fidanzati è arrivato poco dopo mezzogiorno: un’unità cinofila della Protezione civile che perlustrava un canalone tra Piancavallo e il lago di Barcis, in Friuli, ha individuato il corpo di una giovane donna.

È bastato poco ai Carabinieri per dare la risposta che nessuno voleva sentire: era il cadavere di Giulia, il corpo aveva indosso gli stessi vestiti della ragazza al momento della scomparsa. La 22enne che doveva laurearsi giovedì scorso in Ingegneria biomedica non tornerà più a casa.

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Giulia Cecchettin uccisa da Filippo Turetta: le ricerche

Per Gino Cecchettin, il papà e i fratelli di Giulia, Elena e Davide, è stato un colpo tremendo. Sono rimasti chiusi in casa, tutto il giorno; solo Gino Cecchettin è uscito per andare pochi minuti nella caserma dell’Arma. “Ora è solo il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia” ha detto l’avvocato Stefano Tigani annunciando però quella che è adesso la volontà della famiglia: vanno “individuate le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda. E’ stato il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi a comunicare la notizia alla famiglia e subito nella strada davanti alla villetta di Vigonovo è calato un silenzio totale. Qualcuno non ha trattenuto le lacrime.

La svolta nelle indagini

La svolta nelle indagini è arrivata giovedì mattina, in maniera casuale, quando è stata rimessa in funzione la telecamera stradale a Piancavallo, rimasta ferma 4 giorni per manutenzione. Il software aveva continuato a registrare le immagini, e tra queste, nella notte tra sabato e domenica, è spuntata quella della Fiat Punto nera di Filippo. Poche ore prima, alle 23.30 di sabato, le telecamere di videosorveglianza nella zona industriale di Fossò, a pochi chilometri da Vigonovo, avevano registrato le feroci fasi dell’aggressione di Filippo a Giulia: una prima colluttazione, fuori dall’auto, la ragazza colpita con calci mentre era terra, la sua invocazione d’aiuto, “mi fai male“; poi la macchina che ripartiva, Giulia che tentava di allontanarsi, e Filippo che la riprendeva alle spalle, la colpiva mandandola di nuovo a terra.

L’autopsia

Sarà l’autopsia a stabilire se è qui che Giulia è morta, accoltellata più volte, o se è stata uccisa quando Filippo è arrivato a Piancavallo. Quel che sembra già chiaro è che ha cercato di difendersi a tutti i costi: sulle braccia e sulle mani sono state rilevate diverse ferite. Nel luogo dell’aggressione a Fossò, domenica mattina, i Carabinieri avevano repertato le chiazze di sangue, una ciocca di capelli, e un pezzo di nastro adesivo. Istanti terribili, ripercorsi nel capo d’imputazione della Procura allegato al decreto di perquisizione, che ieri ha portato i Carabinieri in casa dei genitori del ragazzo, a Torreglia (Padova), e hanno fatto finire Filippo nel registro degli indagati. Con una ipotesi di tentato omicidio che ora si tramuterà probabilmente in omicidio.


Gino Cecchettin

L’appello a Filippo Turetta

Anche il procuratore Cherchi aveva rivolto un appello direttamente al ragazzo: “si costituisca, per poter dare la propria versione dei fatti. Sarebbe importante anche per lui, Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca“.

Dalle prime ricostruzioni, emerge che il corpo di Giulia sarebbe stato abbandonato sul bordo di una strada, e lasciato rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri. Nelle stesse ore in cui è stato trovato il corpo si era anche diffusa la voce del ritrovamento, sempre nella stessa zona, della Punto di Filippo. Notizia smentita dai Carabinieri: l’ultima traccia nota dell’auto è di domenica, in Austria, Tra Lienz e la Carinzia.

L’arresto di Filippo Turetta

Filippo Turetta è stato arrestato in Germania nella mattinata di domenica 19 novembre. Lo dice all’ANSA l’avvocato del giovane, Emanuele Compagno, che ne ha avuto conferma, ed ha informato i genitori.


Filippo Turetta

I soldi insanguinati

Filippo Turetta viaggiava a bordo di una Grande Punto Nera. I carabinieri di Venezia avrebbero acquisito un video ripreso in una stazione di servizio a Cortina datato domenica 12 novembre: le immagini mostrano Filippo che riempie il serbatoio pagando in contanti per poi ripartire.

Qualche giorno dopo il titolare dell’impianto ha aperto la cassa e si è accorto che una banconota da 20 euro presentava macchie simili a sangue. L’uomo ha chiamato polizia e carabinieri di Belluno che hanno acquisito sia le immagini della videosorveglianza che le banconote, ora nelle mani degli investigatori di Venezia. Gli accertamenti dovranno stabilire se quello sul denaro sia il sangue di Giulia.

Giulia Cecchettin già morta prima di essere abbandonata

Dalle indagini è emerso che Giulia Cecchettin era già morta prima di essere abbandonata nella scarpata della Val Caltea, a Barcis, dopo essere stata scaricata dall’auto di Filippo. Ne sono convinti gli investigatori sulla scorta di quanto ha riferito loro il medico legale Antonello Cirnelli che ha svolto l’ispezione esterna della salma per conto della Procura di Pordenone.

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