Parla l’amante di Alessandro Impagnatiello, il killer di Giulia Tramontano: “Voleva entrare in casa ma ho avuto paura. Ho visto i guanti e ho deciso di raccogliere le prove e incastrarlo”. Sono queste le dichiarazioni della seconda donna frequentata dall’assassino della 29enne incinta. Poco prima del delitto, avrebbe avuto un incontro con la vittima: “Mi sono presentata, ma lei sapeva già chi fossi”.
Giulia Tramontano, le parole dell’amante di Alessandro: “Avevo paura”
L’incontro tra le due donne avviene in tutta tranquillità: “Perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo. Tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile”.
Giulia stava con il compagno da quattro anni e mezzo. A giugno dello scorso anno lui conosce la collega con cui inizia una frequentazione: “Io all’inizio sapevo che aveva una fidanzata, ma poi lui mi disse che si erano lasciati verso dicembre e gennaio, nel periodo in cui avevo scoperto di essere incinta”. Quando poi la ragazza 29enne era via, Alessandro la ospitava nella casa di Senago: “Vedevo le sue cose in bagno e le foto di lei in salotto sopra i mobili. In bagno notavo i trucchi, il doppio accappatoio, lo spazzolino. Ovviamente non era un segreto che lei vivesse lì”. Quando poi le annuncia la separazione, i segni della presenza della fidanzata vengono fatti sparire: “Delle volte notavo alcuni dettagli, tipo la piastra dei capelli in bagno, ma Alessandro mi diceva che alcune volte Giulia tornava per prendersi le sue cose. Mi ha spiegato che non sapeva se si fosse trasferita a Milano o a Napoli”.
Ovviamente tutte bugie che poco alla volta la ragazza smaschera: la vacanza a Ibiza della coppia, il finto test del Dna con il quale lui voleva dimostrarle (inutilmente) di non essere in padre di Thiago.
Le dichiarazioni
“Ho temporeggiato per raccogliere prove e metterlo alle strette, avevo anche iniziato da un po’ a registrare le conversazioni tra me e lui. Quindi ho aspettato il mio compleanno poiché avrei dovuto dormire da Alessandro. Ovviamente la mattina del 19 maggio mi ha chiamata dicendomi che era scoppiato un tubo a casa del fratello. Io sapevo che era una scusa, che in realtà a casa sua c’era Giulia”.
Ma anche Giulia sapeva della sua esistenza: a gennaio Impagnatiello le aveva confessato la relazione parallela confidata poi alla sorella a cui dichiara di non voler più tenere il bambino ma era ormai troppo tardi per abortire. A maggio trova un rossetto sull’auto di lui. Giulia è furibona e vuole lasciarlo. Quando l’amante la contatta è quasi un sollievo. Si scambiamo messaggi per due ore, poi si incontrano al bar: “Ma Alessandro nel frattempo ha lasciato il posto di lavoro, dicendo al suo manager che aveva un problema con la madre che non stava bene”.
“Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio, che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva ancora se fosse andata a Napoli dai suoi genitori, sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago per parlargli e lasciarlo. Mi disse di non preoccuparmi e mi ringraziò”, così Giulia è decisa a troncare. La ragazza invece è in ansia per la 29enne, si offre di ospitarla, la sera le scrive (ma ormai è troppo tardi): a rispondere con freddezza è Impagnatiello, che l’ha già uccisa.
Alle 23,29 parlano per nove minuti lui (fingendosi Giulia) dice che è a dormire da un’amica, Alessandro vuole vedere l’amante: “Le sue richieste erano talmente pressanti che a casa dal lavoro mi ha riaccompagnato un collega”, racconta. L’aspetta alla fermata del tram, lei entra nell’appartamento di nascosto e gli parla dalla grata del ballatoio: “Insisteva perché lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura”.