Cronaca

La sorella di Giulia Tramontano: “Spero che ci sia l’ergastolo e che l’assassino marcisca in carcere”

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Alessandro Impegnatiello e Giulia Tramontano
Alessandro Impegnatiello e Giulia Tramontano

Dalla sorella di Giulia Tramontano arriva un altro appello: Non siamo persone che si lasciano andare all’odio. Quando abbiamo perso Giulia, mi sono sempre chiesta se, durante l’arco della giornata, pensassi più a mia sorella che avevo perso o colui che me l’aveva strappata“: a dirlo alla trasmissione Ore14, in onda su Rai Due, è la sorella di Giulia Tramontano, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello nella loro casa di Senago.

Femminicidio Giulia Tramontano, l’appello della sorella

La prima udienza è fissata per il prossimo 18 gennaio: “Penso solo a mia sorella, non riesco a pensare a lui. Sono pervasa solo dall’amore che provo per lei, da quanto mi manca, da quello che avrei potuto fare, dalla zia che avrei potuto essere”, continua. Chiara Tramontano specifica di non riuscire mai a pensare all’uomo che le ha ucciso la sorella. Ribadisce: “Non voglio che l’odio vinca su di me perché sarebbe soltanto far vincere nuovamente lui sulla nostra famiglia”.

La giovane ha raccontato anche il rapporto con la sorella. Le due si passavano pochi anni: “Eravamo due coetanee”. Ha voluto inoltre condividere i ricordi più dolci avuti quando ha saputo che sarebbe diventata zia: “Ho vissuto quei giorni come una gioia, che però non avrò più e non riconduco a nessun altro evento della mia vita. Ho conosciuto gioie e dolori di quel momento”.

La difesa di Impagnatiello

Ha scelto di affrontare il processo, che inizierà tra una settimana, il 18 gennaio, con due soli testimoni-consulenti indicati dalla sua difesa, uno psicologo e uno psichiatra, Alessandro Impagnatiello, il 30enne ex barman accusato di omicidio volontario aggravato, anche dalla premeditazione, per aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, il 27 maggio.
Da quanto si è saputo, infatti, sono state depositate le liste testi delle parti in vista della prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Milano (giudici togati Antonella Bertoja e Sofia Fioretta e sei popolari).

La scelta della difesa, coi legali Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, di convocare in aula solo psicologo e psichiatra come consulenti di parte (la loro relazione non è ancora stata depositata) e nessun altro teste, va nel senso, come molto probabile, di una richiesta di perizia psichiatrica alla Corte per valutare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
L’aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, hanno indicato, invece, nella loro lista di testimoni gli investigatori che hanno seguito le indagini, i consulenti tecnici che hanno effettuato gli accertamenti scientifici, e tutti i familiari della vittima, tra cui i genitori, la sorella e il fratello.

Inoltre, tra i testi è indicata pure l’altra donna con cui il 30enne aveva contemporaneamente una relazione.
La 23enne italo-inglese, dopo aver conosciuto proprio il 27 maggio Giulia con la quale era nato un legame di “solidarietà”, quella stessa sera non lo fece entrare in casa per “paura”, come mise a verbale. Il 30enne, che aveva una doppia vita, stando alle indagini, avrebbe potuto uccidere anche lei.

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