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Chi è Giuliano Amato, eterna “riserva” della Repubblica italiana

Negli ultimi tempi molto si sta parlando di Giuliano Amato come possibile prossimo Presidente della Repubblica. Ma chi è Giuliano Amato? Vediamo la biografia, lo stipendio e i guadagni di uno dei personaggi politici più importanti della storia recente della politica nostrana, capace di adeguarsi perfettamente nel momento in cui si è passati dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Giuliano Amato: chi è

Giurista e uomo politico italiano, classe 1938. Docente di diritto costituzionale italiano e comparatoGiuliano Amato ha esordito negli anni Settanta nelle file del PSI. Eletto deputato per la prima volta nel 1983, è stato più volte ministro (1987-89, 1998-2000, 2006-08) e presidente del Consiglio (1992-93, 2000-01). Nel 2001 è diventato senatore con il centrosinistra e nel 2002 vicepresidente della Convenzione europea. Nel 2009 è stato nominato presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana e nel 2012 della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Amato nel 2013 è stato nominato Giudice della Corte Costituzionale e dal 2020 è vicepresidente della Consulta.

Formazione e studi

Si laurea in Giurisprudenza nel 1960 presso il Collegio Medico-Giuridico di Pisa – che oggi corrisponde alla prestigiosa Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant’Anna, l’ateneo più prestigioso d’Italia.

Prima di entrare a far parte attiva del Partito Socialista Italiano, cui è iscritto fin dal 1958, intraprende inizialmente la carriera accademica. Consegue nel 1963 il Master in Diritto Costituzionale comparato presso la Columbia University di New York. L’anno seguente, a Roma, consegue la libera docenza in Diritto Costituzionale.

Carriera accademica

Dopo aver ottenuto la cattedra universitaria nel 1970 e dopo aver insegnato negli atenei di Modena, Reggio Emilia, Perugia e Firenze, nel 1975 Giuliano Amato diviene professore ordinario di Diritto Costituzionale comparato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma. Qui rimane fino al 1997.

Per buona parte della sua vita la politica, Amato rimane sullo sfondo. Privilegia a tutti gli effetti l’impegno in veste di docente e di instancabile ricercatore delle materie che ruotano intorno al diritto.

Giuliano Amato: la carriera politica

È entrato nel PSI dal 1958, ha ricoperto vari incarichi politici e istituzionali: deputato socialista dal 1983, vicepresidente del consiglio (1987-88), ministro del Tesoro (1987-89), vicesegretario del PSI (1989-92).

Presidente del Consiglio dal giugno 1992 all’aprile 1993, nonché presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (antitrust). E ancora: è stato ministro per le Riforme istituzionali e ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica nei governi D’Alema. Dopo le dimissioni di quest’ultimo è stato nominato presidente del Consiglio alla guida di un nuovo esecutivo di centrosinistra. Nelle elezioni politiche del maggio 2001 è stato eletto senatore nello schieramento di centrosinistra.

È stato vicepresidente della Convenzione per il futuro dell’Europa, chiamata a disegnare la nuova architettura istituzionale dell’Unione europea. Dal 2006 al 2008 Giuliano Amato è stato ministro dell’Interno del Governo Prodi. Nel febbraio del 2009 è stato nominato presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana e nel febbraio 2012 è stato designato presidente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Il 12 settembre 2013 è stato nominato giudice costituzionale. Dal 2015 è presidente onorario dell’Aspen Institute Italia, associazione presente in Italia dal 1984 con una forte caratterizzazione transatlantica, e dal 2016 è presidente del comitato scientifico del Cortile dei Gentili, dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura.

La biografia

Nato a Torino nel 1938 da una famiglia di origine siciliana, che presto si trasferisce in Toscana, ha studiato presso il Liceo classico “Niccolò Machiavelli” di Lucca. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Pisa, frequentando il Collegio medico-giuridico della Scuola Normale Superiore, dal 1987 confluito nella Scuola Superiore Sant’Anna. Grazie ad una borsa di studio Fulbright, nel 1962 ha ottenuto un master alla Law School della Columbia University di New York. Negli anni ha insegnato anche all’Università di Modena e Reggio Emilia, di Perugia, di Firenze, alla New York University School of Law, all’Istituto Universitario Europeo e, ancora, a Firenze. Attualmente è professore della School of Government presso l’Università LUISS di Roma. Dal 2016 è presidente del comitato scientifico del Cortile dei Gentili, dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura.

Moglie e figli di Giuliano Amato

È sposato con Diana Vincenzi, conosciuta sui banchi di scuola e poi diventata docente ordinario di Diritto di famiglia alla Sapienza di Roma. La coppia ha due figli: Elisa Amato, avvocato, e Lorenzo Amato, attore.

Lo stipendio e i guadagni

Nel 2015 il giornalista Gianni Dragoni così ha parlato delle spettanze di Giuliano Amato: “Quando Napolitano lo ha nominato giudice della Corte Costituzionale, nel settembre 2013, Amato percepiva 31.000 euro lordi al mese: 22.000 come pensione per i vari incarichi svolti nella sua carriera e 9.000 di vitalizio come ex parlamentare”.

Dragoni poi ha aggiunto che Amato “il vitalizio lo devolve in beneficenza” e che il suo stipendio “è stato ridotto di 97.000 euro lordi all’anno a 360.000 euro lordi, pari a 12.618,22 netti mensili”.

Dopo una polemica con il giornalista Mario Giordano, Giuliano Amato su La7 ha dichiarato di percepire una pensione mensile da 11.000 euro netti, con l’ex Presidente del Consiglio che ha deciso di sospendere l’assegno da quando è diventato giudice della Corte Costituzionale.

Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, in un articolo de Il Giornale viene indicato per Giuliano Amato un reddito nel 2005 di “oltre 420.000 euro, per un pagamento di imposte pari a circa 172.000 euro”.

In un articolo di La Repubblica datato febbraio 2011, in merito alla dichiarazione dei redditi dell’anno 2000 a Giuliano Amato viene indicato un reddito imponibile pari a 607,5 milioni delle vecchie lire.

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