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Ministero della Giustizia: da Alfonso Bonafede a Marta Cartabia

Draghi ha sciolto la riserva ed ha diramato la lista dei ministri della sua squadra di governo. Tra questi, spunta il nome di Marta Cartabia per il Ministero della Giustizia. Quindi, non arriva la conferma per Alfonso Bonafede, artefice della Legge spazzacorrotti.


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Chi è Marta Cartabia, nuovo ministro della Giustizia?

Nata a San Giorgio su Legnano (MI) il 14 maggio 1963, Marta Cartabia è professore ordinario di Diritto costituzionale. Nel 2011, viene nominata dal Presidente della Repubblica giudice della Corte costituzionale. Vice Presidente dal novembre 2014, è eletta Presidente della Corte l’11 dicembre 2019.

La sua carriera accademica ha spiccato sin da subito per un’intensa attività di ricerca in ambito costituzionalistico, con una propensione europea.

Dal dicembre 2017, è membro della Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto (nota  anche come Commissione di Venezia), organo del Consiglio d’Europa, che svolge attività consultiva e di riflessione indipendente intorno ai principi chiave del patrimonio costituzionale europeo: la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto.

Membro dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti dal 2000, ricopre diversi incarichi di responsabilità editoriale in molte riviste a carattere scientifico.


Il predecessore, Alfonso Bonafede

Laureato in giurisprudenza, con dottorato di ricerca all’Università di Pisa, Alfonso Bonafede ha ricoperto l’incarico di ministro della Giustizia, nei governi Conte I e bis.  Il suo accesso nel mondo politico risale al 2006, quando entra a far parte degli “Amici di Beppe Grillo”.

Nel 2009, poi, si candida come sindaco di Firenze nel 2009, ottenendo appena l’1,8% di preferenze. Dopo aver sempre agito nelle retrovie dei 5 Stelle, alle politiche del 2018, Bonafede presenta Giuseppe Conte agli esponenti del M5S.

Ha ricoperto il ruolo di ministro della Giustizia durante il governo Conte I e Conte bis, per poi essere eletto capo delegazione del MoVimento 5 Stelle al Senato, dopo la rinuncia di Luigi Di Maio.

Tra le tante iniziative, Bonafede sarà sicuramente ricordato per le Legge Spazzacorrotti, vero e proprio baluardo del MoVimento 5 Stelle. La legge, nota anche come Daspo per i corrotti, inasprisce le pene e potenzia gli strumenti d’indagine, per favorire l’emersione dei fenomeni di mala gestio.

L’aspetto, però, maggiormente discusso dell’intera riforma è rappresentato dalle modifiche in tema di prescrizione, complici dello slittamento della sua entrata in vigore.

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