Sono due i ministri campani del governo Meloni. Si tratta di Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano, rispettivamente agli Interni e alla Cultura. Questa mattina hanno giurato al Quirinale in presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della premier Giorgia Meloni.
Governo Meloni, ecco chi sono i ministri campani: Matteo Piantedosi
Napoletano classe 1963, è sposato e ha due figlie. Per quanto riguarda gli studi, è laureato in Giurisprudenza e nel 1989 è entrato nell’Amministrazione civile svolgendo per otto anni il ruolo di capo di gabinetto alla Prefettura di Bologna.
Nel 2009 è arrivata la prima chiamata al ministero dell’Interno, dove ha diretto l’Ufficio Relazioni Parlamentari presso l’Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari. Il passaggio successivo è stato a Lodi, dove nel 2011 è stato nominato prefetto.
La carriera di Piantedosi poi è proseguita spedita: vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza per l’attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, Autorità di Gestione del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007/2013” e poi il ritorno a Bologna nel 2017 come prefetto.
Con la nascita del primo governo Conte, Matteo Salvini lo ha voluto al ministero dell’Interno come proprio capo di gabinetto, mantenendo l’incarico anche dopo l’arrivo al Viminale di Luciana Lamorgese. Infine nell’agosto 2020 è stato nominato prefetto di Roma, incarico questo che presto potrebbe lasciare nel caso in cui dovesse diventare il prossimo ministro dell’Interno.
Chi è Gennaro Sangiuliano
Gennaro Sangiuliano (Napoli, 6 giugno 1962) è un giornalista, saggista e politico italiano, direttore del TG2 dal 31 ottobre 2018 e Ministro della cultura dal 22 ottobre 2022. È stato direttore del quotidiano Roma di Napoli dal 1996 al 2001, vicedirettore del quotidiano Libero e del TG1 dal 2009 al 2018.
Sangiuliano frequenta il liceo classico “A. Pansini” di Napoli, quindi si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli Federico II. In seguito consegue il master in Diritto privato europeo presso la Sapienza – Università di Roma e cum laude il dottorato di ricerca in Diritto ed Economia presso l’Università Federico II di Napoli. È docente esterno a contratto di Diritto dell’informazione presso la Lumsa e di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza.
Inoltre, dal 2016 è titolare del corso di Storia dell’economia e dell’impresa alla Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli di Roma e dal 2015 ricopre la carica di direttore della scuola di Giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno. È docente del Master in Giornalismo e Comunicazione della Università telematica “Pegaso”.
Sangiuliano ha fatto parte da giovanissimo del Fronte della Gioventù. Dal 1983 al 1987 è stato consigliere circoscrizionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale nel quartiere Soccavo di Napoli. Lavora a Canale 8, dirige l’Opinione del Mezzogiorno (quindicinale di Publimedia) ed entra nella redazione di Economy, periodico considerato da alcuni vicino a De Lorenzo. Assieme a Ciro Paglia, storico capo redattore de Il Mattino, pubblica il volume “Il paradiso: viaggio nel profondo nord”, in risposta al controverso “L’Inferno” di Giorgio Bocca, che ottiene recensioni discordanti.
Nei primi anni ’90 Sangiuliano lavora a L’Indipendente e poi alla redazione politica del quotidiano Roma di Napoli (giornale vicino a Giuseppe Tatarella), di cui diverrà direttore dal 1996 al 2001. È stato prima capo della redazione romana e poi vicedirettore del quotidiano Libero durante la direzione di Vittorio Feltri.
Scrive anche per il settimanale L’Espresso e per le pagine culturali de Il Sole24Ore. Ha iniziato a occuparsi di economia per il mensile Nord e Sud, la storica rivista fondata da Francesco Compagna. Ha scritto per il Giornale di Napoli durante la direzione di Lino Jannuzzi, per Il Foglio di Giuliano Ferrara e per Il Giornale.
Nel 2010, in occasione della morte dell’ex capo di Stato Francesco Cossiga, Sangiuliano pubblica su Il Giornale un dettagliato articolo in cui ricorda l’avallo dell’allora presidente Giorgio Napolitano alla richiesta di messa in accusa dell’ex capo di Stato “picconatore” nel 1993. Frequenta nel 2015 la 67ª sessione dell’Istituto alti studi per la difesa, il più alto istituto di formazione interforze della Difesa italiana, pubblicando insieme ad altri autori la ricerca Dal mujahidismo ai foreign fighters. Dinamiche, profili, attori e modelli organizzativi del combattentismo tra il XX e XXI secolo.