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Gratteri: “L’improcedibilità della Cartabia? Meglio la prescrizione prima della riforma Bonafede”

Il procuratore di Catanzaro Gratteri incalza sull'improcedibilità della riforma Cartabia: "A questo punto meglio anche l'istituto della prescrizione prima della riforma Bonafede"

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri smantella la riforma Cartabia affermando: “Improcedibilità della Cartabia? A questo punto meglio anche l’istituto della prescrizione prima della riforma Bonfede“. Il noto magistrato non le manda a dire e si oppone alla nuova riforma della giustizia, in questi termini. Tra i punti maggiormente critici della riforma, Gratteri evidenzia: “la nuova improcedibilità, la scarsa aderenza con il tempo trascorso, rispetto alla commissione del reato, la sua inefficacia nei maxi processi e l’assenza di correttivi necessari per ridurre le cause che giungono all’appello”.


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La improcedibilità della riforma Cartabia secondo il procuratore Gratteri

“Uno dei punti qualificanti della riforma Cartabia è l’improcedibilità dell’azione penale, che prevede l’annullamento della sentenza di condanna, eventualmente pronunciata nei gradi precedenti, art 14-bis del progetto di riforma, trascorsi rispettivamente due anni o un anno nell’ambito del giudizio. Si tratta di una disposizione che avrà come effetto quello di travolgere un enorme numero di sentenze di condanna, con tutto ciò che questo comporta anche sul piano general-preventivo e per la sicurezza dei cittadini di questo paese”.

Le conseguenze dell’improcedibilità della riforma Cartabia

Le conseguenze sarannno in termini concreti, secondo il procuratore Gratteri:

  • “La diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione, visto che certamente, ancor di più, conviene delinquere”.
  • Annullamento totale della qualità del lavoro, perché fissare una tagliola, con un termine così ristretto, vuol dire non assicurare che il tutto venga analizzato con la dovuta attenzione”.
  • Aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione, perché se prima qualcuno non presentava impugnazioni, con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e ricorso in Cassazione. Non fosse altro per dare più lavoro, ingolfare di più la macchina della giustizia e giungere all’improcedibilità”.
  • Azzeramento di anni di lavoro di giudici di primo grado, di p.m., di personale della polizia giudiziaria.

A questo punto, meglio la prescrizione del reato com’era prima, ma prima della riforma Bonafede. Provocherebbe meno danni”.

Quali proposte alternative alla riforma Cartabia?

“Qualsiasi proposta per ridurre i tempi deve partire da modifiche a monte, non a valle”, insiste il procuratore Gratteri. “Si deve modificare il sistema delle impugnazioni, non lasciarlo inalterato, in appello e poi in Cassazione, per poi fissare un termine tagliola. Tutto questo non ha alcun senso. Peraltro attraverso l’istituto che il nostro ordinamento non conosce. Di proposte tese a rendere più rapidi i giudizi di impugnazione ce ne sono state e ce ne sono ma sono state inspiegabilmente tutte rigettate. Si potrebbe, ad esempio, escludere alcune ipotesi di appello, eventualmente anche l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del p.m.

Si potrebbe introdurre un appello a critica vincolata, cioè specifici motivi di appello, come proposto anche dalla Commissione Lattanzi e l’aumento delle ipotesi di inammissibilità degli appelli, laddove manifestamente pretestuoso. Possibilità di celebrare giudizi di secondo grado monocratici, per i reati di minore rilevanza. Reintrodurre l’appello incidentale del p.m, anzi renderlo quanto più esteso possibile, perché è l’unico modo per arginare il divieto di reformatio in peius. O anche, definitivamente abolire la riforma in peius, al fine di scoraggiare appelli pretestuosi”.

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