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Greta Garbo: il fascino senza tempo della “Divina”

Greta Garbo, la donna più affascinante di Hollywood di quel periodo, con il suo accento nordico e il corpo androgino, l’incarnato lunare e le sopracciglia sottili.
Greta fu l’attrice più amata del cinema muto degli anni ’20 e di quello sonoro degli anni ’30, uscita dalle scene ad appena 36 anni, visse per il resto della vita in una sorta di esilio mediatico auto-imposto.

Greta Garbo: vita e carriera

Greta Lovisa Gustafsso, a tutti nota come Greta Garbo, nacque il 18 settembre 1905 a Stoccolma.

Greta proveniva da un umile famiglia che viveva in un quartiere popolare della città. Il padre era un netturbino mentre la madre era di origine contadina, Greta, sin da bambina, era di una bellezza disarmante bellezza ma con un carattere malinconico e solitario.

Non amava giocare con i suoi coetanei o con i fratelli, l’unica cosa che pareva attirarla era il teatro: si travestiva con abiti dismessi, si truccava e organizzava personali spettacoli.

Dopo la morte del padre, dovette rimboccarsi le maniche e aiutare la famiglia economicamente. Greta in questo periodo farà i lavori più disperati: dal lavoro nel negozio di un barbiere (che tuttavia dovette subito abbandonate per eccesso di avances da parte dei clienti), a commessa nei pub e nei grandi magazzini.

Dopo essere stata notata, inizia a posare come modella per varie pubblicità e comincia ad essere notata anche dai registi svedesi che contano.

Sono gli anni della borsa di studio all’Accademia Regia di Stoccolma, dove si affina nella recitazione, quelli in cui conosce Mauritz Stiller, regista finlandese che le sarà a lungo pigmalione.

Greta Garbo, già ventenne e su consiglio dello stesso Stiller, cambia il suo cognome in Garbo, che riecheggia quello di Bethlen Gàbor, un importante sovrano ungherese del ‘600, e comincia a vestirsi in modo insolito per i canoni del tempo: pantaloni, camicia accompagnata da cravatta, giacche maschili.



Greta Garbo: l’esordio

A diciotto anni ottiene il suo primo ruolo da protagonista in La leggenda di Gösta Berling (1924) di Mauritz Stiller e il successo immediatamente ottenuto la porta, nel 1925, in Germania per interpretare La vita senza gioia di Georg Wilbelm Pabst.

Grazie a questo film diventa famosa anche in Europa e ottiene così un contratto di 5 anni con la Metro-Goldwyn-Mayer e si trasferisce ad Hollywood, dove rimarrà per circa 16 anni; in questi anni otterrà un grandissimo successo sia nei film muti che sonori.



Greta Garbo: la carriera

Nel 1927 interpreta accanto a John Gilbert, con il quale la stampa rosa le attribuisce una relazione, La carne e il diavolo, dopo La donna misteriosa (1928) e La modella (1930), la Garbo parla per la prima volta sul grande schermo, nel celebre Anna Christie di Clarence Brown, che le vale una nomination all’Oscar e che la rende indimenticabile per una frase, la sua prima battuta:

“Dammi un whisky, con ginger ale a parte, e non essere tirchio, tesoro”.

Con i film successivi: Romanzo (1930), La cortigiana (1931), Come tu mi vuoi (1931), Greta diventa sempre più famosa e imitata, sia per il suo stile e per le sue indiscusse doti interpretative, sia per la sua ambiguità e per il suo fascino misterioso, di cui tanto si parlava all’epoca e si scrive ancora oggi.

Nel 1932 la Garbo interpreta il famosissimo Grand Hotel, poi si dedica a grandi eroine della storia, vestendo i panni di Mata Hari e della regina Cristina nei film omonimi e infine interpreta il ruolo di Anna Karenina di Clarence Brow, adattamento del romanzo di Tolstoj.

Dopo aver ricevuto ancora due nomination all’Oscar per Margherita Gautier (1936) e per Ninotchka (1939), dove la Garbo ride per la prima volta.


                Margherita Gautier (1936)

Nel 1941 è la volta del film Non tradirmi con me (1941) di George Cukor, dopo che il film venne accolto con freddezza dal pubblico e dai critici, l’attrice decide di abbandonare le scene.

La delusione scaturita da quell’interpretazione non capita, unita all’insofferenza sempre più marcata verso i fotografi che non le davano tregua, la spingono a compiere un taglio drastico: Greta Garbo, a solo 36 anni, decide di ritirarsi a vita privata.

Nel 1954 le viene finalmente assegnato un Oscar speciale per le sue indimenticabili interpretazioni, ma l’attrice, ormai lontanissima da qualsiasi uscita pubblica, non si presenta alla cerimonia del ritiro.



Greta Garbo: vita privata e morte

Greta Garbo non ha mai amato l’attenzione morbosa del pubblico e della stampa scandalistica per la sua vita privata: riservatissima, austera e indipendente ha avuto tanti amori.

Tra i più noti, quello con l’attore John Gilbert, oltre ad appassionate relazioni femminili come: la poetessa Mercedes de Acosta, poi amante anche di Marlene Dietrich, rivale storica della Garbo sul grande schermo.

La Garbo fu una vera e propria rivoluzionaria. Rivoluzionò sia per i nuovi canoni di bellezza portati con classe e disinvoltura ma anche per il coraggio nel saper rinunciare ai privilegi che la fama le avrebbe ancora concesso.

Greta Garbo muore, il 15 aprile del 1990, nel suo personale rifugio: un appartamento di New York. Lontana dal chiasso della mondanità, affiancata solo dalla nipote e dai parenti.



 

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