How dare you? Così tuona l’eco contro i leader mondiali della voce di Greta Thunberg che presenzia al vertice delle nazione unite orchestrando un discorso tanto sentito e diretto quanto iconico.
Chi è Greta Thunberg e cosa vuole?
Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg (classe 2003) è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile contro il cambiamento climatico. A soli 16 anni diviene un personaggio, un fenomeno globale noto per il suo sciopero iniziato nell’Agosto 2018. L’Immagine che la ritrae con le sue trecce, sola ma inamovibile dal suolo del parlamento Svedese, accompagnata esclusivamente dal cartello che cita lo slogan “Skolstrejk för klimatet” diventa virale, commuove e mobilita le masse, fino alla nascita del movimento “Fridays for future”.
Ogni evento riunisce nelle piazze del mondo centinaia di migliaia di persone, in particolare giovani, con un fine comune: salvare il pianeta prima che gli effetti della scelleratezza umana su quest’ultimo diventino irreversibili e sia troppo tardi.
L’unico modo per poterlo fare è sensibilizzare ogni individuo affinché ognuno, nel suo piccolo, possa contribuire alla causa, che si tratti di non buttare mozziconi di sigaretta per strada, ridimensionare o addirittura eliminare totalmente il consumo di plastica o tenere pulite le spiagge.
Ciò che preoccupa Greta maggiormente è il surriscaldamento globale
Il “movente” dello sciopero, che la portò a decidere di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018, fu, in particolar modo, la richiesta di ridurre le emissioni di Co2 come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, allarmata dai numerosi incendi boschivi che nel suo paese in quella estate, erano stati all’ordine del giorno.
Il fenomeno Greta Thunberg, tuttavia, non ha accolto solo consensi, al contrario, numerosi delineano la sua figura come quella di un automa, una marionetta di facciata, i cui fili son mossi dagli interessi dei poteri forti. Alcuni la definiscono una ragazzina malata e problematica con la sindrome di Asperger, sfruttata dalla famiglia, il cui unico pensiero dovrebbe essere quello di studiare. Altri ne parlano come fosse una bambina privilegiata e disinformata che non sa di cosa parla.
Una cosa è certa, in un modo o nell’altro, l’attivista riesce a far parlare di sé e dai più riesce anche a farsi ascoltare. Cosa ancora più certa è che Greta da voce altisonante ad una collettività che percepisce il destino della nostra terra come un’emergenza da codice rosso volta ad esprimere un’urgenza ed un disagio globale.