La Grotta della Cala, sito preistorico di Camerota già noto per le sue testimonianze del Paleolitico superiore, torna al centro dell’attenzione grazie a una scoperta straordinaria. Un recente studio scientifico ha infatti permesso di identificare, per la prima volta in quest’area, armi da getto utilizzate dai cacciatori-raccoglitori oltre 20mila anni fa.
Si tratta di armature litiche per frecce e giavellotti, realizzate in loco e impiegate nella caccia agli ungulati, a dimostrazione delle avanzate competenze tecnologiche e strategiche delle popolazioni preistoriche che abitavano il basso Cilento come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Camerota, importante scoperta nella Grotta della Cala
La ricerca, condotta da un team dell’Università di Siena e dell’Université Côte d’Azur Cnrs Cepam, è stata pubblicata sulla rivista Journal of Archaeological Science: Reports e rappresenta un passo significativo per comprendere le tecnologie di sussistenza dell’epoca. L’analisi si è concentrata su 43 strumenti litici rinvenuti tra il 1966 e il 1969, durante gli scavi diretti dall’archeologo Arturo Palma di Cesnola.
Attraverso tecnologie avanzate e un approccio multidisciplinare, gli studiosi hanno rilevato fratture da impatto su diversi manufatti, prova che questi oggetti facevano parte di sofisticate armi da lancio. Inoltre, il ritrovamento di strumenti in fase di lavorazione e di manufatti intatti suggerisce che la produzione avvenisse direttamente all’interno della grotta, configurandola come una vera e propria officina preistorica.
Le ipotesi
La scoperta offre una nuova prospettiva sulle capacità organizzative dei gruppi umani dell’epoca. Gli abitanti della Grotta della Cala non si limitavano alla raccolta delle risorse, ma trasformavano la materia prima in strumenti specifici per la caccia. L’analisi dei resti animali associati ai reperti ha rivelato una prevalenza di cervidi con evidenti segni di macellazione, confermando che la caccia agli ungulati fosse una pratica consolidata.
L’ambiente circostante, ricco di habitat ideali per le prede, favoriva la caccia con armi a lunga gittata, delineando il quadro di una comunità ben adattata all’ecosistema, capace di sviluppare strumenti e strategie efficaci per la sopravvivenza.
Valorizzazione del territorio
Soddisfazione è stata espressa da Teresa Esposito, assessore al turismo e alla cultura: “Abbiamo creduto fin da subito nell’importanza di investire nella ricerca alla Grotta della Cala, un sito di inestimabile valore non solo storico e culturale, ma anche per lo sviluppo turistico. Continuare questi studi significa approfondire la conoscenza delle nostre radici e creare nuove opportunità per il territorio, specialmente attraverso il turismo scolastico. Vogliamo che le nuove generazioni scoprano il nostro patrimonio e ne comprendano il valore”.
Le ricerche, avviate negli anni ’60, proseguono sotto la guida dell’Università di Siena, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e con il supporto del Comune di Camerota. Questo studio si inserisce in un più ampio programma di indagini che coinvolge anche la Grotta Paglicci nel Gargano, altro sito chiave per la preistoria italiana.