Perché la Russia invade l’Ucraina, cos’è il Donbass e perché è così importante? Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’invasione militare in Ucraina per difendere i separatisti nell’est del Paese. Inizia così la guerra in Ucraina. “Ho preso la decisione per un’operazione militare” nel Donbass, ha detto in una dichiarazione a sorpresa in televisione nella notte.
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Guerra Russia Ucraina: cos’è il Donbass e perché è importante
Il Donbass è finito in prima pagina, ma non per la prima volta. E sicuramente neanche per l’ultima, data la sua cruciale importanza per le dinamiche interne all’ex blocco sovietico e, giunti al punto in cui si è giunti, anche per gli equilibri mondiali. La geografia è importante, ci dicevano a scuola, e sul Donbass questa verità è particolarmente evidente. Incastonata tra Ucraina, Russia e Mar d’Azov (praticamente il Mar Nero), la regione delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk rappresenta un cuscinetto strategico, il piedistallo su cui poggia il progetto di Putin di una Russia unita in opposizione alla progressiva espansione occidentale verso Est.
Un’area a predominanza russa, dalla lingua alla Chiesa e alla moneta, riconosciuta ufficialmente da Mosca e lontana 700 chilometri nello spazio e nel sentimento da Kiev. Il Donbass è però anche una ricca zona carbonifera – il che non guasta mai – grazie al bacino minerario del Don, il grande fiume che divide la Russia dall’Ucraina. Ed è anche il pomo della discordia lanciato sul tavolo di un conflitto mai davvero cessato dal 2014, dai tempi della rivolta filo-europea di piazza Maidan e che ha fatto esplodere il separatismo che oggi spaventa il mondo.
Perché la Russia ha invaso l’Ucraina
Prime ore del 24 febbraio: dopo una notte drammatica Putin ha ordinato l’inizio delle operazioni speciali nel Donbass. Secondo il servizio di frontiera ucraino l’attacco arriverebbe da più fronti: dal Donbass, dalla Crimea e dalla Bielorussia. Alle 7.10 Putin ha comunicato che intenzione non è quella di occupare il paese. Legge marziale in Ucraina.
A mezzanotte a Kiev era scattato lo stato di emergenza; Zelensky ha fatto un discorso alla nazione drammatico, in russo (dando, in risposta a Putin, la sua personale versione della storia ucraina) poi ha provato a chiamare Putin, nessuna risposta. Prima i separatisti avevano chiesto l’aiuto militare di Mosca contro incursioni ucraine. Per gli Usa si trattava di false flag, una scusa per l’invasione. Zelensky ha chiesto una riunione d’emergenza del consiglio di sicurezza Onu.
Qualche ora prima dell’annuncio di Putin: fonti avrebbero rivelato alla Reuters di due convogli militari, senza insegne identificabili, si sta dirigendo a Donetsk lungo strade che non sarebbero sul confine russo. Poi l’annuncio di Putin: “Ho deciso per un’operazione militare speciale per proteggere la popolazione che per otto anni è stata soggetta a maltrattamenti e genocidio”. Zelensky ordina la legge marziale e accusa Mosca di guerra “di aggressione”.
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