Guerra

Guerra Russia-Ucraina, la vita oggi a Mariupol: “Sono sicura che morirò presto”

La vita a Mariupol oggi, durante la guerra tra Russia e Ucraina, è tragica, lo racconta su Facebook una cittadina: “Sono sicura che morirò presto”.

Guerra Russia-Ucraina, il racconto di una cittadina di Mariupol

Sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa“. È una testimonianza toccante quella di Nadezda Sukhorukova, una cittadina di Mariupol che ha affidato a Facebook i suoi pensieri e le sue emozioni mentre dal cielo piovono ancora le bombe lanciate dai russi. Il post è del 19 marzo, ne ha scritti altri due dopo. Racconta di lei, del suo cane terrorizzato, dei parenti e degli amici che non ci sono più: “Per favore, dite la verità sulla mia città”.

Il post toccante

“Mariupol spero di uscire in strada durante le pause tra le bombe. Devo portare a spasso il cane. Lei starnutisce, trema e si nasconde dietro i miei piedi. Voglio sempre dormire. Il mio cortile circondato da tante storie è silenzioso e morto. Non ho più paura di guardarmi intorno. Di fronte all’ingresso della centocinquesima casa. La fiamma ha divorato cinque piani e mastica lentamente il sesto. Il fuoco nella stanza brucia ordinatamente, come in un camino. Finestre piastrellate nere senza vetro. Da loro, come lingue, cadono le tende. Lo guardo con calma e maledizione. Sono sicuro che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa.”

Il racconto

“Tre giorni fa, un amico del mio nipote più grande ci ha fatto visita e ci ha detto che è stato un colpo diretto ai Vigili del fuoco. I soccorritori hanno perso la vita. La mano, la gamba e la testa di una donna sono state strappate. Sogno che le parti del mio corpo rimangono ferme, anche dopo un’esplosione di bomba aerea. Non so perché, ma penso che questo sia importante. Anche se, invece, non ci sarà ancora sepoltura durante il combattimento. Ecco come ci ha risposto la Polizia quando li abbiamo beccati per strada e abbiamo chiesto cosa fare della nonna morta del nostro amico. Hanno consigliato di metterlo sul balcone. Chissà su quanti balconi ci sono i cadaveri? La nostra casa in viale Mira è l’unica senza colpi diretti.
Il mio cane inizia a ululare e capisco che ora sparano di nuovo. Sto fuori di giorno, e intorno a me c’è un silenzio cimitero. Non ci sono macchine, non ci sono voci, non ci sono bambini, nonne sulle panchine. Anche il vento è morto. Un po’ di gente qui però. Sono sdraiati sul lato della casa e nel parcheggio coperti di abiti superiori. Non voglio guardarli. Ho paura di vedere qualcuno che conosco. Tutta la vita nella mia città ora borbotta nei sotterranei. Sembra una candela nel nostro reparto. Non c’è niente da fare per farla uscire. Ogni vibrazione o vento e oscurità arriverà. Provo a piangere ma non ci riesco. Mi dispiace per me, per la mia famiglia, per mio marito, per i miei vicini, per gli amici. Torno in cantina e ascolto lì una brutta croce di ferro. Sono passate due settimane e non riesco a credere che ci fosse un’altra vita.”

Parla della gente della città

“La gente continua a sedersi nel seminterrato a Mariupol. Ogni giorno, per loro è più difficile sopravvivere. Non hanno acqua, cibo, luce, non possono nemmeno uscire per via dei continui bombardamenti. Gli abitanti di Mariupol devono vivere. Aiutateli. Non dirlo a me. Fate sapere a tutti che l’uccisione di persone pacifiche continua.”
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