La guerra tra Russia e Ucraina si farà? E se sì, perché, quando e quali sono i motivi della crisi tra i due Paesi dell’Est Europa? Ecco cosa succede e quali sono le notizie degli ultimi minuti di oggi, martedì 15 febbraio, giornata che potrebbe rivelarsi cruciale ai fini dello scoppio del conflitto tra Russia ed Ucraina, con gli Stati Uniti d’America che non resteranno a guardare.
Guerra Russia Ucraina, si farà? Perché, quando e i motivi della crisi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato informato che il giorno dell’attacco russo sarà mercoledì 16 febbraio. Lo riferisce la Cnn in una breaking news. Zelensky ha dichiarato mercoledì 16 febbraio, potenziale data dell’attacco russo secondo l’allerta Usa, “giornata dell’unità”.
C’è stata “un’accelerazione drammatica” nel dispiegamento di forze russe al confine con l’Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, invitando “tutti gli americani ancora in Ucraina a lasciare il Paese immediatamente”.
Alcune truppe russe vicino al confine con l’Ucraina hanno iniziato a muoversi in “posizioni da attacco”. Lo riporta Cbs citando un funzionario americano, secondo il quale Mosca ha spostato parte dell’artiglieria a lungo raggio in posizione di tiro.
Mosca annuncia il ritiro delle truppe
Crisi Ucraina: Mosca ha annunciato il ritiro di parte delle truppe schierate vicino al confine ucraino dopo aver completato le manovre che stavano effettuando nell’area. “I distaccamenti dei distretti militari del sud e dell’ovest che hanno svolto le loro missioni si stanno preparando questo martedì a tornare alle loro basi in treni e mezzi per il trasferimento delle truppe“, ha affermato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Sputnik.
Questa mattina Washington aveva rilanciato l’allarme sul rischio di un attacco della Russia all’Ucraina questa settimana. “Siamo profondamente preoccupati dal fatto che Mosca possa agire già questa settimana“, ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken all’emittente televisiva France24. “Tutto ciò che vediamo in termini di dispiegamento di forze russe intorno all’Ucraina ci porta a questa conclusione“.
“La strada della diplomazia resta aperta“, ha però tenuto a sottolineare. “Stiamo facendo tutto il possibile per convincere la Russia che dovrebbe percorrere la via della diplomazia, la via del dialogo per risolvere pacificamente tutte le divergenze esistenti“.
Da cosa nasce il conflitto fra Russia e Ucraina?
A febbraio 2014, il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Vladimir Putin ha risposto annettendo la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sudest del Paese.
Il conflitto, però, ha radici più antiche e profonde. Il presidente russo ritiene che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991: lo ha anche scritto apertamente in un lungo articolo pubblicato lo scorso anno, in cui definisce Russia e Ucraina «una nazione».
Perché ora?
Lo scorso anno, l’Ucraina ha approvato una legge che proibisce a 13 oligarchi di possedere dei media per influenzare la politica, colpendo direttamente l’amico di Putin Viktor Medvedchuck, uno degli uomini più ricchi del mondo. Oltre alla sua attività di petroliere, infatti, Medvechuck — che è ancora ai domiciliari, accusato di altro tradimento — è il leader del principale partito filorusso d’Ucraina, Piattaforma dell’Opposizione, ed è proprietario di un impero televisivo attraverso il quale diffondeva la propaganda di Mosca e influenzava la politica ucraina. Poco dopo il suo arresto, Putin ha cominciato ad ammassare truppe al confine.
Guerra Russia Ucraina, cosa rischia l’Italia
Dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina l’Italia avrebbe solo da perderci. Oltre all’incertezza sui mercati finanziari, il nostro paese ci rimetterebbe in termini economici. Da una parte sul commercio: Mosca è infatti la 14esima destinazione al mondo per le merci italiane e lo scambio commerciale è pari a 20 miliardi di euro. E dall’altra, soprattutto, sul gas. L’Italia importa infatti circa il 40 per cento del proprio gas naturale, essenziale per scaldare le case e per generare elettricità, dalla Russia.