L’Italia invia ancora armi all’Ucraina. Nelle prossime ore arriverà un decreto interministeriale dopo due mesi di polemiche per inviare ancora una volta armi a Kiev, impegnata nella guerra con la Russia. Bisognerà attendere ancora qualche giorno, dopo il vertice straordinario della Nato che si terrà a Madrid tra mercoledì e giovedì. In quell’occasione, gli alleati faranno il punto sulle singole disponibilità degli Stati per ottemperare alle richieste di Kiev. Una lista della spesa che, come chiarito dal vice presidente del Parlamento ucraino Oleksandr Kornienko, comprende “artiglieria a lungo raggio, armi anti carro, lancia razzi multipli e sistemi di difesa anti-aerea” come riportato da Il Mattino.
L’Italia invia armi all’Ucraina, si attende il decreto
Poi si attenderà ancora qualche giorno per il via libera da parte del premier Mario Draghi, del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e, come ampiamente dibattuto in Aula negli ultimi giorni, essere infine anticipato al Copasir. Tra gli aiuti che verranno inviati all’Ucraina, ci saranno soprattutto mezzi blindati e per artiglieria pesante. Dunque, partiranno cingolati M130 per trasporto truppe e veicoli Lince con blindatura anti-mine.
Questi mezzi sono già stati utilizzati dalle truppe ucraine che in questi giorni hanno ricevuto i mezzi promessi lo scorso mese. Si attendono anche gli obici FH-70 Howitzer, che hanno una gittata fino a 25-30 km. Improbabile che, a dispetto di quanto appena fatto dalla Germania, la Difesa invii i più sofisticati obici Pzh 2000, a causa della scarsa disponibilità. L’Italia invierà anche rifornimenti generici, ovvero tende da campo e materiale sanitario, oltre a munizionamenti vari e mitragliatrici (tra cui le Beretta MG42/59).
Le reazioni
In merito è intervenuto il leader del Movimento 5 Stelle, GIuseppe Conte, il quale sostiene che “l’Italia debba essere protagonista nei consessi internazionali nell’imprimere un’escalation diplomatica. L’Italia ha grande capacità di dialogo. Con il grande sforzo di Usa e Gb, qualche fucile in più dall’Italia aiuta poco la causa comune”.