Guerra in Ucraina, Orsini avverte che sulle armi inviate vi è il rischio internazionalizzazione del conflitto. A lanciare il monito il professore di sociologia del terrorismo alla Luiss e direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, da giorni criticato dai media.
Il motivo delle critiche
L’accademico è stato bersaglio di varie critiche e censure. Basti pensare che Wikipedia ha oscurato la sua pagina e che la Rai gli ha cancellato il contratto. Il motivo è che è considerato “putiniano” ovvero di essersi espresso in modo positivo nei confronti dell’aggressione russa. Mai di più falso.
Il monito
In realtà, da studioso, Orsini ha semplicemente analizzato il conflitto e sottolineato che l’allargamento della Nato nel corso degli anni è stato percepito come una minaccia dalla Russia. Inoltre Orsini anni fa aveva allertato il Parlamento italiano dello scoppio di un conflitto in Ucraina ma evidentemente non venne preso in considerazione.
L’invio di armi
Orsini ha criticato l’invio di armi e mezzi all’Ucraina da parte dei Paesi occidentali. Tali rifornimenti da parte dei membri Nato, tra i quali l’Italia, rischierebbe di rendere tali convogli bersaglio delle forze russe. Di conseguenza, qualora i russi dovessero attaccare tali linee di rifornimento vi sarebbe il rischio di perdite tra i militari Nato addetti.
Ciò comporterebbe l’ingresso della Nato nel conflitto, ovvero un’internazionalizzazione. Anche la proposta del segretario Stoltenberg, dell’istituzione di forze armate ai confini, non farebbe altro che aumentare tale rischio.