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Campania, le origini di Halloween: tra torrone e secchi d’acqua

Halloween non è una festa satanica e anche in Campania veniva celebrato in passato. Questa sera, tantissimi giovani e non si vestiranno da spettri, orchi e altre creature spaventose anche in Italia dove in molti però non vedono ancora di buon occhio la festa del 31 ottobre.
Secondo i detrattori di Halloween infatti questa rappresenta una festa satanica o comunque “importata” dagli Stati Uniti d’America e – dunque – da boicottare. In realtà già in passato gli italiani celebravano questa data, con delle particolarità in ogni regione.

Halloween in Campania, le origini

In Campania, in occasione della festa di Ognissanti, si usava – e si usa ancora – preparare dei dolcetti. Su tutti il “torone dei morti” e il “monachino”. A Napoli ancora oggi viene preparato un dolce a base di uovo battuto dalla forma di osso umano.

Nella notte tra l’1 ed il 2 novembre, era consuetudine lasciare sul tavolo della cena il torrone in offerta agli spiriti morti in visita. In cucina veniva lasciato un secchio pieno d’acqua affinché gli spiriti potessero dissetarsi.

Le altre usanze

Fino a poco tempo fa i bambini napoletano giravano per i vicoli della città con una piccola scatola di cartone decorata col disegno di un teschio, una fessura alla sommità e chiedevano ai passanti qualche moneta. Il 2 novembre invece venivano chiesti soldi per le anime del Purgatorio. Nel Sannio invece i questuanti ricevevano legumi, granturco cotto, noci e fichi secchi.

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