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Il 26 dicembre del 1972 ci lascia Harry Truman: 33esimo presidente USA

Harry S. Truman è stato un politico e militare statunitense, 33esimo presidente degli Stati Uniti d’America dal 1945 al 1953. Dopo l’improvvisa morte di Franklin Delano Roosevelt, Harry S. Truman presiedette alla fine della Seconda Guerra Mondiale e lanciò la bomba atomica sul Giappone.

26 dicembre 1972: muore Harry Truman, 33esimo presidente USA

Harry S. Truman nacque l’8 maggio 1884 Lamar (nel Missouri) da una famiglia di agricoltori, e fin da giovane lavorò nella fattoria paterna. Studiò ad Indipendence, una località nei pressi della quale si era trasferita la sua famiglia, fino ai diciassette anni. Avrebbe voluto continuare gli studi in un’accademia militare, ma non fu accettato per insufficienza di vista, e perciò tornò alla fattoria.

Prima Guerra Mondiale

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale partì volontario come tenente. Partecipò alle operazioni di Saint Mihiel e combatté sul fronte delle Argonne diventando capitano. Al termine del conflitto fu congedato e, tornato a casa, il 26 giugno 1919 sposò un’amica d’infanzia, Bess Wallace, dalla quale ebbe una figlia, Margaret. Non volendo riprendere l’attività di contadino si unì in società con un commilitone e aprì un negozio di abbigliamento maschile a Kansas City, ma non ebbe successo, a causa anche della crisi del dopoguerra.



Un altro amico che aveva combattuto con lui lo presentò a Tom Pendergast, un potente politico locale, che gli trovò un posto come ispettore delle autostrade nella Contea di Jackson e in seguito lo fece concorrere come candidato per un posto di magistrato. Vinse il concorso, ma, non sapendo nulla di giurisprudenza, frequentò, sempre a Kansas City, una scuola serale.

Nel 1934 fu eletto senatore nelle file del Partito Democratico. Nel 1941 con la sua fama di uomo onesto fu rieletto. A questo punto Truman era convinto di aver chiuso la sua carriera politica, ma a sorpresa i dirigenti del Partito Democratico decisero di affiancarlo come vicepresidente a Franklin Delano Roosevelt, preferendolo a Henry A. Wallace, giudicato troppo radicale, in un momento tanto critico per le sorti del mondo. Nel 1944, con il quarto mandato di Roosevelt, divenne vicepresidente e salì alla massima carica alla morte di questi, il 12 aprile 1945.

La presidenza



«Roosevelt [Franklin Delano, n.d.r.] dimostrò che la Presidenza [degli Stati Uniti d’America, n.d.r.] può essere un mestiere da esercitarsi vita natural durante. Truman ha dimostrato che chiunque può fare il PresidenteEisenhower, che non v’è in realtà bisogno di un PresidenteKennedy, che può essere pericoloso avere un Presidente…» – Apologo dei magnati americani dell’acciaio durante la controversia con il Presidente John Fitzgerald Kennedy.

Bombardamento atomico

Truman salì al potere in un momento critico, nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale: la Germania era ormai quasi vinta, ma rimaneva ancora aperto il conflitto nel Pacifico. È vero che il Giappone si stava avviando verso la sconfitta, ma si riteneva che non avrebbe mai chiesto la resa e la guerra avrebbe rischiato di prolungarsi, con gravi perdite.

Truman si trovò così a dover decidere se utilizzare la bomba atomica. Durante l’amministrazione Roosevelt, i preparativi per quest’arma a Los Alamos erano stati estremamente segreti e lo stesso Truman era stato escluso, a differenza del suo predecessore alla vicepresidenza, Wallace, dal cosiddetto Top Policy Group, il comitato ristretto incaricato di controllare al massimo livello il Progetto Manhattan. Truman quindi ignorava completamente lo sviluppo della ricerca atomica finché non diventò presidente. Spettò a lui la grave responsabilità storica di far sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945 e la seconda su Nagasaki il 9 agosto (si veda Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki). Egli aveva allora sessantuno anni e rimase completamente scioccato dalla notizia; in seguito dichiarò: «Mi sentii come se il cielo mi fosse caduto addosso».


Truman (a destra) con il Presidente Lyndon Johnson (30 giugno 1965).

«Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare. Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell’atomica contro i tedeschi. L’abbiamo usata per abbreviare l’agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese» – L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Harry Truman del bombardamento nucleare su Hiroshima.

Lo sganciamento delle atomiche provocò la resa del Giappone e mise termine alla Seconda Guerra Mondiale.

Esso ebbe una vasta reazione nella comunità scientifica internazionale, che si dissociò e probabilmente avrebbe potuto compromettere lo sviluppo della scienza nucleare.

Guerra fredda

Subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale le relazioni con l’Unione Sovietica peggiorarono, soprattutto a causa della questione tedesca; ciò portò ben presto a parlare di guerra fredda. Il punto più critico si ebbe nel 1948 con il Blocco di Berlino da parte dell’Unione sovietica, aggirato grazie all’invio di rifornimenti per via aerea.


 


Essendo i paesi europei occidentali impotenti a confronto con l’Unione Sovietica, egli professò la cosiddetta dottrina Truman, per la quale gli Stati Uniti dovevano farsi carico della lotta globale contro l’avanzata del comunismo impegnandosi attivamente in ogni paese che fosse minacciato da essa. L’approvazione del Piano Marshall, proposto dal suo segretario di Stato George Marshall, che consisteva in ingenti aiuti economici per la ricostruzione dell’Europa nel dopoguerra, è stato sia una strategia di contenimento sia degli aiuti umanitari.

Nel 1946 diede impulso allo sviluppo delle armi nucleari approvando gli esperimenti atomici sull’atollo di Bikini nel Pacifico.

Truman e Ho Chi Minh

Con lo scoppio delle ostilità nel Vietnam del Sud (nell’ottobre 1945), Ho Chi Minh chiese formalmente l’intervento degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite contro l’aggressione francese, citando la Carta Atlantica, la Carta delle Nazioni Unite, e un discorso di politica estera del presidente Truman, tenuto anche questo nell’ottobre 1945, che incoraggiava l’auto-determinazione dei popoli. Tra l’ottobre 1945 e il febbraio 1946 Ho Chi Minh scrisse a Truman o al Segretario di Stato, James Byrnes, almeno otto messaggi, chiedendo in generale che gli Stati Uniti aiutassero il Vietnam a ottenere l’indipendenza all’interno dell’Unione francese. Non vi è alcuna traccia di risposta degli Stati Uniti.


 


Istruzioni del dicembre 1946 per un contatto diplomatico statunitense con Ho Chi Minh rivelano la preoccupazione degli Stati Uniti per la sua formazione comunista e la paura che, intervenendo in suo aiuto, si sarebbe potuto stabilire uno “stato comunista dipendente, diretto da Mosca”. Due mesi dopo, mentre era in corso la guerra dei francesi contro i Viet Minh, nel Vietnam del Nord, il segretario di stato Marshall sottolineò di «…non aver perso di vista il fatto che Ho Chi Minh avesse collegamenti diretti con comunisti e che è evidente che non siamo interessati a vedere soppiantate amministrazioni dell’impero coloniale da organizzazioni politiche e filosofiche provenienti o controllate dal Cremlino».

Rielezione

Sebbene dato per sconfitto, nel 1948 Truman fu riconfermato alla presidenza e nel 1950 si trovò ad affrontare una grave crisi in Corea. Il 25 giugno l’esercito comunista della Corea del Nord invase la Corea del Sud. La Guerra di Corea vide gli USA in primo piano. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si oppose all’invasione e Truman pose l’esercito americano sotto la sua egida.


 


La guerra fu molto dura e alla fine si arrivò a una situazione di stallo attorno alle posizioni prebelliche. In questo caso Truman si dimostrò risoluto: arrivò a sostituire il generale Douglas MacArthur quando questi minacciò di attaccare anche la Cina, rischiando un allargamento del conflitto a livello mondiale. Su iniziativa del governo Truman, nel 1949 fu creata la NATO.

Inizio degli aiuti contro il Vietnam del Nord

Nel maggio 1950, dopo la cattura di Hainan da parte di forze comuniste cinesi, Truman autorizzò segretamente un’assistenza finanziaria diretta ai francesi, e il 27 giugno 1950, dopo lo scoppio della guerra di Corea, lo annunciò pubblicamente.

La prospettiva di un Sud-est asiatico dominato dai comunisti fu sufficiente a stimolare l’amministrazione Truman a sostenere la politica estera del presidente francese Vincent Auriol, in modo che la diffusione del comunismo sovietico fosse contenuta dagli alleati. Le prime forniture degli Stati Uniti per la guerra d’Indocina furono consegnate il 30 giugno 1950.


 


In settembre Truman inviò il Military Assistance Advisory Group (MAAG) in Indocina ad aiutare l’esercito francese. Truman affermò che i militari non erano stati inviati come truppa da combattimento, ma come assistenza militare e dava dieci milioni di dollari di materiale militare per sostenere i francesi.

Nel 1953, l’aiuto di Truman aumentò fino a 350 milioni di dollari per sostituire i vecchi equipaggiamenti militari di proprietà dell’esercito francese.

Politica interna



Sul piano interno, Truman cercò di continuare la strada delle riforme (il cosiddetto “Fair Deal”), ma la maggioranza repubblicana in Congresso glielo impedì. La paranoia per le presunte infiltrazioni comuniste sfociò in una vera e propria “caccia alle streghe” nei confronti delle persone sospettate di essere comuniste, spregiudicatamente cavalcata nel 1953 dal senatore repubblicano Joseph McCarthy (maccartismo).

Ultimi anni e morte

Truman è stato l’ultimo presidente che, potenzialmente, avrebbe potuto restare in carica per oltre due mandati. Infatti, seppure nel 1952, durante il suo mandato, fosse stato ratificato il XXII emendamento che limita a due i mandati per ogni presidente, l’emendamento stesso conteneva una clausola che lo rendeva inapplicabile al presidente in carica, Truman appunto. Il quale, tuttavia, allo scadere del mandato nel 1953, rinunciò a ricandidarsi. Dopo l’elezione di Dwight D. Eisenhower, compì un viaggio in Europa e in seguito si ritirò a vita privata. Scrisse due libri di memorie e rimase molto popolare.



Egli diede avvio nel 1953 a una massiccia campagna di propaganda mediatica, detta “Atomo per la pace”, che sosteneva la tesi secondo cui la diffusione della tecnologia nucleare a uso militare avrebbe giocato un ruolo dissuasivo da nuovi conflitti e sarebbe stata garanzia di pace nel mondo.

Morì a Kansas City il 26 dicembre del 1972 all’età di ottantotto anni. Fu sepolto presso il Harry S. Truman Library & Museum di Independence.

Il secondo nome di Truman

Truman non aveva un middle name, ma solo un’iniziale, la “S.”. Nell’autobiografia scrisse che suo nonno Truman aveva per nome Anderson Shippe e suo nonno Young aveva per nome Solomon, pertanto la S. gli venne data per simboleggiare entrambi.



Una nave da guerra (una portaerei classe Nimitz, la CVN-75) venne intitolata in suo onore: la USS Harry S. Truman, con il punto. Però sul monumento ufficiale alla casa bianca (una lastra di marmo che porta i nomi di tutti i presidenti) il suo nome compare come Harry S. Truman, senza punto. Truman si firmava sempre Harry S. Truman, con il punto dopo la “S”.

Appartenenza alla massoneria



Come il suo predecessore, Truman fece parte della massoneria statunitense. Iniziato il 9 febbraio 1909 presso la “Belton Lodge No. 450”Belton, nel Missouri, nel 1940 il Fratello Truman venne eletto 97esimo Gran Maestro dello Stato del Missouri. Il 19 ottobre 1945 venne nominato Sovrano grande ispettore generale, 33º grado e massimo grado del Rito scozzese antico e accettato, e membro del suo Supremo Consiglio.

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