James Franco è stato uno dei protagonisti alla Festa del Cinema di Roma per presentare Hey Joe, il film di Claudio Giovannesi. Nella pellicola, Franco interpreta un ex soldato americano che, negli anni Settanta, torna a Napoli per scoprire la verità sul figlio avuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante la conferenza stampa, Franco ha condiviso la sua esperienza sul set e ha parlato della sua sfida nel recitare in italiano, un aspetto che ha arricchito ulteriormente il suo ruolo.
Hey Joe, James Franco a Roma: “Lingua metafora della distanza”
Alla Festa del Cinema di Roma, James Franco ha presentato Hey Joe, il film diretto da Claudio Giovannesi in uscita nelle sale italiane il prossimo 28 novembre e distribuito da Vision Distribution. Nel film, Franco interpreta Dean, un ex soldato americano che torna a Napoli negli anni Settanta per cercare il figlio concepito durante la Seconda Guerra Mondiale. Franco ha condiviso le sfide e il significato simbolico del progetto durante una conferenza stampa ricca di dettagli. Franco ha descritto la scelta di girare in italiano come una sfida volutamente accettata per la sua interpretazione.
Non conoscere la lingua è stata una metafora perfetta della barriera emotiva tra Dean e il figlio, mostrando quanto fosse difficile, ma necessario, tentare di comunicare nonostante l’ostacolo linguistico.
Questo elemento linguistico ha aggiunto profondità al ruolo, riflettendo il desiderio di Dean di ristabilire un legame umano che trascendesse parole e cultura. Inoltre, Franco ha sottolineato la particolarità della regia di Giovannesi, definendo il suo approccio un “neo-neorealismo italiano” che, come nel lavoro di Danny Boyle per 127 ore, si è basato su lunghi piani sequenza incentrati esclusivamente sul suo personaggio, permettendogli di vivere realmente la stanchezza e l’intensità del momento.
Il contesto di Napoli come città di frontiera
Claudio Giovannesi ha evidenziato come Hey Joe rappresenti una Napoli anni Settanta che incarna le cicatrici della guerra e il dialogo complesso tra Stati Uniti e Italia, tra vecchio e nuovo mondo. “Napoli diventa città di frontiera“, ha spiegato il regista, “una metafora visibile del conflitto e delle conseguenze della guerra“. Giovannesi ha descritto il film come il suo primo progetto ambientato in epoche passate, un’opera che cerca di riflettere sulle ripercussioni sociali del conflitto e sulle connessioni storiche.
Per gli sceneggiatori Braucci e Gaudioso, uno dei temi centrali è l’importanza della figura paterna e del senso di responsabilità, evidenziato nel rapporto tra Dean e il figlio, e nelle figure che subiscono, invece, le conseguenze delle scelte altrui, come Angela, interpretata da Giulia Ercolini. L’attrice ha raccontato di essersi documentata con una donna napoletana che aveva vissuto quell’epoca come prostituta, condividendo storie che hanno reso autentico il suo personaggio.
Hey Joe si propone come una riflessione potente sul potere della memoria, sui legami intergenerazionali e sulle sfide di una comunicazione reale, intrisa di storia e sentimenti repressi. Un film che, secondo Franco, parla a chiunque abbia mai cercato di connettersi davvero con qualcun altro oltre le barriere.