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Il Consiglio d’Europa: “Polizia e politici italiani razzisti”

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Gli scontri di Pisa

Il Consiglio d’Europa, attraverso la Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza (ECRI), ha rivolto critiche all’Italia, accusando le forze dell’ordine di comportamenti discriminatori verso Rom e persone di origine africana. Il rapporto dell’ECRI invita il governo italiano a intensificare gli sforzi per combattere il razzismo e promuovere l’uguaglianza, la diversità e il dialogo interculturale. In risposta, il Presidente del Consiglio ha rigettato le accuse, difendendo l’operato delle forze di polizia e chiedendo rispetto per l’Italia, affermando che queste operano con dedizione per garantire la sicurezza.

Il Consiglio d’Europa critica polizia e politici italiani: “Sono razzisti”

Anche altre figure politiche di spicco, come il Vicepremier Matteo Salvini e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, hanno espresso forte disapprovazione. Salvini ha criticato duramente il rapporto e ha messo in discussione il contributo finanziario dell’Italia al Consiglio d’Europa, mentre Piantedosi ha definito inaccettabili le accuse rivolte a chi rischia la vita per la sicurezza del Paese. Forza Italia, attraverso esponenti come la Senatrice Licia Ronzulli e il Senatore Maurizio Gasparri, ha parlato di un’offesa grave all’Italia, ritenendo il rapporto fazioso e fuori dalla realtà.

Di diverso avviso Sandra Zampa del Partito Democratico, che ha sollecitato il governo a istituire un’autorità indipendente per affrontare il razzismo, come suggerito dall’ECRI. Il rapporto dell’ECRI evidenzia la necessità di creare un organismo indipendente per l’uguaglianza, rafforzare l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), e sviluppare un piano nazionale contro il razzismo. Viene sottolineata anche l’importanza di una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’inclusione e combattere l’incitamento all’odio, in particolare proveniente da figure pubbliche.

Dal 2016, l’Italia ha compiuto progressi, come nel riconoscimento delle unioni civili per le persone LGBTI, nella lotta al bullismo nelle scuole e nel miglioramento dell’accesso ai servizi per i migranti. Tuttavia, permangono criticità: lo status giuridico dell’Unar non garantisce ancora la piena indipendenza, e continuano le discriminazioni verso LGBTI e Rom. Inoltre, si rileva un discorso pubblico ancora xenofobo e divisivo, alimentato da figure politiche di rilievo.

Tra le raccomandazioni finali, l’ECRI sollecita l’Italia a rafforzare la legislazione contro l’odio e a promuovere attivamente il dialogo interculturale, con una maggiore partecipazione della società civile.

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