“Nascere è sopravvalutato, è rinascere che conta veramente”
Così scrive Nicola Pesce in uno dei passi più toccanti del suo ultimo romanzo edito Mondadori “La Biblioteca dei Libri Dimenticati”. Un viaggio profondo, a tratti poetico, nella vita della protagonista Leda. Una narrazione immersa tra i ponti di Venezia e tra le mura a mattoni rossi di una piccola libreria. Un libro che parla di cultura, calma, rinascita e limiti. l’Autore Nicola Pesce, ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.
La trama
La protagonista, Leda, fugge dal passato e apre una libreria a Venezia. Proprio nella sua libreria, dietro una parete, scopre una biblioteca nascosta che custodisce opere mai scritte di grandi autori. In questo luogo magico e nascosto Leda incontra grandi figure letterarie come Dostoevskij e Leopardi, intraprende un viaggio interiore che la porterà a riscoprire sé stessa e il potere trasformativo e salvifico della letteratura. Sullo sfondo, il destino di un gattino randagio si intreccia con il suo, accompagnandola in questa avventura tra realtà e immaginazione.
Le intenzioni dell’autore
Nicola Pesce, scrittore Mondadori ed editore autonomo, ha voluto scrivere questo libro per coronare uno dei suoi sogni più profondi: dare vita e voce a scrittori del passato. Il modo in cui è riuscito a coniugare il suo desiderio con la trama di tutto il libro risulta piacevole e veritiero e crea un legamo fittissimo con la sua vita e le vicende della protagonista. Proprio come Nicola Pesce afferma dell’intervista:
“Ho sempre sognato di far rivivere gli autori del passato. In particolare nella Biblioteca dei Libri Dimenticati ho sognato di poter raggruppare tutte le opere mai scritte o mai pubblicate dei più grandi autori della storia. Ho voluto inserire inoltre una porticina capace di far conoscere di persona a Leda i più grandi autori della storia”
Ma perché Nicola Pesce ha voluto scrivere questo libro? e come mai ha voluto utilizzare il curioso espediente fantastico del portale spazio-temporale per connettere la protagonista con gli scrittori del passato? Le risposte si trovano nella vita stessa di Nicola Pesce e nelle origini del suo amore nei confronti della letteratura. Ce lo racconta lui stesso:
“Quando scrivo non penso molto e non mantengo un progetto sottostante. Quasi l’intera trama del libro e i suoi personaggi sono nati perché volevo da tempo raccontare una storia simile. Per quel che riguarda la vicenda personale della protagonista Leda e il suo amore per le letteratura, mi sono ispirato a un momento difficile della mia infanzia. Da piccolo fui costretto a vivere per un anno all’interno di una stanza sterilizzata perché non avevo anticorpi. In quel periodo i libri sono stati per me un’ancora di salvezza e un’evasione dalla mia condizione. A suo modo, anche Leda è stata salvata dai libri.”
è proprio questo la particolarità più importante ed evidente della “Biblioteca di Libri Dimenticati”. I libri diventano per Leda il mezzo per evadere, per scappare e ricostruire la propria vita. Dall’inizio alla fine, l’intera opera è intrisa di un delicato e a volte sussurrato messaggio salvifico: la cultura è vita e sa salvare. La stessa presenza del portale, della possibilità che Leda ha di parlare con scrittori del passato. Tutto nella “Biblioteca dei Libri Dimenticati” sembra unirsi al messaggio salvifico della cultura e delle avventure interiori ed esteriori che questa può scaturire.
Tuttavia, Per Nicola Pesce i libri e la cultura non sono rappresentano soltanto una valvola di evasione, durante l’intervista ha tenuto a precisarlo:
“Credo che i libri non debbano essere solo un’evasione ma guidarci verso una vita migliore. Proprio tramite i libri io non mi sono solo salvato. Ho pian piano imparato a scrivere bene, ho imparato a rapportarmi meglio con il mondo esterno, ho imparato il marketing e ho imparato un pochino a fare l’imprenditore. I libri formano, proprio come hanno formato me nel mio cammino e nella mia vita, rendendomi ciò che sono oggi.”
Il bisogno del dialogo
In tutta la durata del libro, Nicola Pesce ha descritto con molta accuratezza alcuni scenari molto significativi per il mondo della cultura in generale. Prendendo in considerazione l’intera opera si potrebbe quasi pensare a una critica non molto velata al disinteresse da parte di molte persone nei confronti della cultura e in particolar modo dei libri. A questa importante considerazione, Nicola Pesce ha risposto così:
“In realtà non volevo fare una critica in particolare. Criticare non è un’azione costruttiva né per me che scrivo il libro né per i lettori che possono e vogliono leggerlo. Ho invece voluto puntare ad un altro obiettivo: dimostrare che si possono ancora intrattenere conversazioni e interazioni piacevoli e costruttive. Tento di evidenziare questo aspetto in ogni mio libro. Quello che intendo dire è che una delle migliori soluzioni per contrastare il disinteresse nei confronti della cultura è proprio il dialogo. Il confronto civile e profondo, qualcosa che nel mondo di oggi non si trova più. Aprirsi a un dialogo che coinvolga non solo la cultura ma la propria anima in tutto e per tutto è il miglior modo per contrastare la crisi culturale. Ne parlo in ogni mio libro, a partire dalla Volpe che amava i libri fino ad arrivare alla Biblioteca dei Libri Dimenticati.”
I consigli per le nuove generazioni di scrittori
Alla fine dell’intervista, è stato chiesto a Nicola Pesce una manciata di consigli da rivolgere a chi già da giovane sogna di diventare uno scrittore. L’autore ha risposto con un consiglio vero e concreto e non, come lui stesso lo ha etichettato, con “un consiglio motivazionale da post sui social”:
“Il consiglio che mi sento di dare a chiunque voglia intraprendere la carriera di scrittore è di diventare consapevoli del fatto che lo scrittore oggi consiste di due lavori: il lavoro dello scrittore e c’è il lavoro riguardante il marketing. Non tutti abbiamo diretto accesso alla pubblicazione e, ormai, uno scrittore deve poter dedicare almeno mezz’ora al giorno della propria vita a studiare marketing. Il marketing, tuttavia, non è una disciplina brutta. Se studiato adeguatamente sa impartire consigli unici e fondamentali per la propria attività. Ti insegna ad essere costante, coerente e a saperti mostrare anche un pò agli altri.”