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La pugile Angela Carini è stata reclutata per uno spot da Webuild come “campionessa”, per parlare di tenacia e perseveranza

Angela Carini

Angela Carini

Webuild, legato alle grandi opere in Italia, dopo le Olimpiadi di Parigi ha lanciato una campagna di comunicazione sulle campionesse dello sport. Tra queste c’è anche Angela Carini. Perseveranza, tenacia e resilienza,  queste sono le parole chiave per descrivere la pugile. Ma Webuild dove le ha viste nella pugile che si è ritirata subito contro Imane Khelif a Parigi 2024?

La pugile Angela Carini è stata reclutata per uno spot da Webuild

Secondo quanto riportato da Adnkronos l’atleta italiana è stata arruolata da Webuild per una campagna marketing chiamata “Webuild per lo sport. Costruire un sogno ” storie di campionesse”. L’occhio casca inevitabilmente sulla parola campionesse, dato che Angela Carini non ha vinto nulla alle ultime Olimpiadi. Anzi, è passata alla storia per il suo clamoroso forfait con Imane Khelif. Ma proseguiamo con il comunicato stampa. Webuild spiega attraverso Adnkronos che le campionesse coinvolte saranno, oltre ad Angela Carini, la velista Caterina Banti, la judoka Alice Bellandi e le velociste Zaynab Dosso e Antonella Palmisano. Al centro della campagna di comunicazione ci saranno “Le loro storie e i loro valori di impegno e gioco di squadra, passione e determinazione”.  Caratteristiche che non sono state viste sul ring per quanto riguarda  la Carini.

 “Audaciaperseveranzaresilienzatenacia e passione sono i valori che guidano questa campagna e che uniscono il mondo dello sport e di queste atlete a quello di Webuild”. Forse Webuild voleva ingaggiare Imane Khelif,

Spot Webuild, quali sono le campionesse meritevoli

Caterina Banti ha vinto un oro nella vela alle ultime Olimpiadi, così come Angela Bellandi nel judo. Antonella Palmisano non ha vinto nulla a Parigi, ma nel palmarès ha un oro agli europei di Roma 2024 nella marcia 20 km, un altro alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, tre medaglie di bronzo tra mondiali ed europei e tre di argento nelle competizioni giovanili. Zaynab Dosso ha un oro agli Europei, molti altri nelle giovanili, tre bronzi, è stata cinque volte campionessa assoluta a livello nazionale nei 100 metri piani, e in più detiene il record nazionale nei 60 metri nei 100 e nella staffetta 4×100. Dopo la figura che ha fatto la Carini alle Olimpiadi sembra un po’ il gioco trova l’intruso della Settimana enigmistica.

Eppure anche Angela Carini aveva il suo palmarès, prima che venisse sbranata dal tritacarne della politica e delle guerre fredde tra il Cio e la federazione mondiale di boxe gestita dai russi. Prima che diventasse un santino delle destre mondiali, osannata ​​​​da Matteo Salvini e Donald Trump, da Elon Musk e J.K. Rowling, da Giorgia Meloni e tutti gli altri che ne hanno approfittato per creare un combattente contro la nuova frontiera del woke, Angela Carini aveva vinto un argento ai mondiali in Russia nel 2019, e un altro argento negli europei dove ha perso in finale contro la russa Darima Sandakova.

I legami che potrebbero esserci con il reclutamento di Angela Carini

Angela Carini è di certo un’atleta, anche brava nella sua disciplina, ma definirla una campionessa e farla parlare di resilienza, perseveranza e tenacia suona abbastanza strano, dopo le ultime Olimpiadi. Ma Webuild, che fa riferimento a Pietro Salini, è anche la società che si è accaparrata il Ponte sullo Stretto, per dire. Un colosso, come spiegava bene un’inchiesta del Fatto Quotidiano uscita a maggio 2024, il cui secondo azionista è la pubblica Cassa Depositi, e che è di fatto più o meno il monopolista delle grandi opere in Italia.

Un altro articolo, sempre del Fatto ma del 2023, titolava così: “È il ministero di Webuild: Salini detta e Salvini scrive”. In un altro poi si legge che il presidente di Anac, l’ente anti corruzione italiano, affermava che il Ponte sullo Stretto è “Un favore a Salini a danno dello Stato”. Ora, a vedere proprio Angela Carini lì in mezzo a questo progetto, dopo essere stata glorificata da Salvini e dai sovranisti di mezzo mondo, viene il dubbio che ci possa essere un legame. Anche se ci auguriamo di no.

 

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