Sudan, fallita la missione della Farnesina: l’imprenditore Marco Zennaro resta in carcere. Detenuto da oltre 2 mesi, resterà in galera finché dal Veneto non arriverà la garanzia bancaria di 800mila euro. Marco Zannaro è detenuto in una prigione di Khartum con l’accusa di frode, è costretto a dormire sul pavimento assieme ad altri detenuti, in pessime condizioni igienico sanitarie, da quasi due mesi. L’imprenditore veneziano di 46 anni è stato arrestato il 1° aprile e la famiglia si è mossa a tutti i livelli per tirarlo fuori. Ma neanche la missione della Farnesina è andata a bun fine.
L’imprenditore Marco Zennaro resta in carcere in Sudan
Resta in carcere l’imprenditore veneziano Marco Zennaro, detenuto in una prigione sudanese da circa 2 mesi. Tutto ruota attorno a una grossa partita di trasformatori elettrici prodotti dall’azienda dell’imprenditore. Secondo la famiglia il cliente avrebbe fatto testare il prodotto dai tecnici dei laboratori di un’azienda locale che ne ha stabilito la non idoneità. Proprio per questo Zennaro era arrivato sul posto per chiarire la questione e si era accordato per un versamento di 400mila euro ma è stato arrestato. Secondo i familiari dietro le accuse solo l’intento di ricattarlo per spillargli altro denaro.
Presto una soluzione
La missione della Farnesina, guidata dal direttore generale per gli italiani all’estero, Luigi Vignali, non avrebbe portato ad una soluzione immediata, ma pare che le autorità sudanesi siano comunque propense a chiudere in fretta la vicenda. Ieri mattina un giudice di Khartum ha però respinto la richiesta di arresti domiciliari e ha rinviato l’udienza al 10 giugno. L’imprenditore resterà in prigione finché dall’azienda veneta non siano arrivate garanzie bancarie sulla disponibilità di 800 mila euro, la somma rivendicata dalla Sedc (Sudanese Electricity Distribution Company), società elettrica sudanese, a risarcimento completo dell’affare che è stato contestato a Zennaro.
L’affare contestato
Attiva da 25 anni in Sudan, l’azienda veneta aveva rapporti commerciali solo con il proprio distributore locale, la ditta Al Gallabi, il cui titolare Ayman Gallabi aveva confutato a metà marzo l’idoneità dei trasformatori, che aveva destinato alla Sedc per un valore di oltre un milione di euro. Marco Zennaro era dunque partito per Khartum per risolvere la questione, senza immaginare di trovare all’arrivo in albergo miliziani armati ad aspettarlo. Sebbene sotto pressione e piantonato, l’imprenditore aveva finito per raggiungere un accordo versando 400 mila euro a Gallabi.