Le indagini sui rifiuti italo-tunisini incendiati per due giorni a Serre proseguono. L’inchiesta mira a identificare chi possa aver appiccato il fuoco – l’origine dolosa è quasi certa, secondo il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola – alle seimila tonnellate di rifiuti rispediti dalla Tunisia, coinvolti in un traffico internazionale di rifiuti illegali. All’epoca, vi furono numerosi arresti tra Italia e Africa. I carabinieri della Compagnia di Eboli e della stazione di Serre stanno esaminando le telecamere dell’area per individuare eventuali piromani.
Incendio di rifiuti a Serre, Arpac ordina altre analisi
Ulteriori indagini riguardano il presunto disastro ambientale conseguente al rogo, condotte dai tecnici dell’Arpa regionale sotto la guida del presidente Stefano Sorvino, da ormai 72 ore. Sono stati resi pubblici i primi risultati delle analisi sul monitoraggio di diossine e furani. Questi risultati derivano dal primo ciclo di campionamento effettuato con due dispositivi, uno nell’area militare di Persano e l’altro in località Borgo Carillia. Va ricordato che non esiste un valore limite normativo per la qualità dell’aria ambiente per diossine e furani aerodispersi.
L ‘Arpa utilizza come riferimento il valore consigliato dal Lai, un organismo tecnico della Repubblica federale tedesca, pari a 0,15 picogrammi per metro cubo normale in termini di tossicità totale equivalente. Il primo ciclo di campionamento ha mostrato valori di concentrazione rientranti nei limiti di riferimento. Nella stazione di Borgo Carillia, il valore rilevato è al limite di quantificazione, mentre nella stazione di Persano, dove si è sviluppato il maxi incendio, il valore è significativo ma leggermente inferiore al riferimento.