Cronaca

Incidente funivia Mottarone: 14 vittime e 4 famiglie stroncate | La ricostruzione della vicenda

Sono 14 le vittime accertate dell’incidente alla funivia Mottarone avvenuto domenica 23 maggio. Uno dei due bambini feriti non ce l’ha fatta mentre l’altro è in condizioni critiche. Una cabina della funivia che collega Stresa e il Mottarone è precipitata sul bosco sottostante. I soccorritori avrebbero recuperato 9 corpi all’interno della cabina, mentre tre sono stati trovati all’esterno. Che cosa sappiamo finora: la ricostruzione della tragica vicenda ed i nomi delle vittime 

Incidente funivia Mottarone: cosa sappiamo. La ricostruzione della vicenda

L’incidente sarebbe stato causato da un cedimento di una fune nella parte più alta del tragitto, poco prima della stazione di arrivo. La funivia aveva riaperto ieri al pubblico, dopo oltre un anno di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria. Sarebbe stata completamente revisionata e sottoposta a un intervento di manutenzione straordinaria solo alcuni anni fa, tra il 2014 e il 2016. La cabina sarebbe precipitata da un’altezza di circa 80 metri.

I lavori di manutenzione

Chiusa nel 2014, la funivia del Mottarone aveva riaperto nel 2016 dopo due anni di lavori di manutenzione e ammodernamento, affidati alla società Leitner. Il 13 agosto 2016 era stata riaperta e, tra ottobre-dicembre 2016 erano state anche rinnovate le stazioni di riferimento della funivia. I lavori per la funivia che collega Stresa e la cima del Mottarone partono nel 1963 per sostituire il vecchio percorso ferroviario, risalente agli inizi del ‘900, con un nuovo impianto più funzionale e veloce. Nel 2002 la funivia è stata sottoposta a una revisione straordinaria eseguita dalla ditta Poma Italia.

La struttura

La funivia è strutturata in due tronconi, ciascuno con due cabine dalla portata di 35 persone. Il primo troncone della funivia parte a 205 m in località Lido di Carciano, e raggiunge la Località Alpino, dove si trova il Giardino botanico Alpinia. Il secondo tronco parte agli 803 m dell’Alpino e raggiunge un pianoro immediatamente sotto la vetta del Mottarone, posto a 1385 m, da questa posizione è possibile raggiungere i 1491 m a piedi o con una seggiovia realizzata nel 2009.


 

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Il commento del premier Mario Draghi

“Ho appreso con profondo dolore la notizia del tragico incidente della funivia Stresa-Mottarone. Esprimo il cordoglio di tutto il governo alle famiglie delle vittime, con un pensiero particolare rivolto ai bimbi rimasti gravemente feriti e ai loro familiari“.

Cos’è il Mottarone, la montagna dell’incidente della funivia

Salendo verso i quasi 1.500 metri della cima appare subito evidente il motivo per cui il Mottarone fu sin dalla prima metà dell’Ottocento meta ambita dei turisti padani. Stretto tra i due laghi – a oriente la serpentina lunga del Lago Maggiore e dalla parte occidentale quella molto più corta del Lago d’Orta – si affaccia a nord sull’imbocco della Val d’Ossola. Guardando a meridione il panorama nelle giornate limpide va ben oltre la pianura, raggiunge l’Appennino, si allunga al Monviso, permette di studiare da vicino le pareti ghiacciate del Monte Rosa e di scorgere i giganti del Vallese.

È ancora parte delle Prealpi, ma appare già immerso nella selva di montagne alte, rese particolarmente selvagge dalla vista sulle propaggini austere e ricche di boschi che fanno della Val Grande uno dei comprensori più impervi dell’intera regione alpina.

Negli ultimi decenni la “salita del Mottarone” è diventata un classico per i ciclisti. Il Giro d’Italia vi è passato più volte. In genere si scala dalla parte ripida di Stresa e si scende da quella più dolce che arriva a Orta.

Il commento del governatore del Piemonte Cirio: “Siamo sconvolti”

Siamo sconvolti per l’incidente avvenuto sulla funivia Stresa-Mottarone. Ci stringiamo forte alle famiglie delle vittime e preghiamo per i due bambini feriti con ogni speranza possibile nel cuore. E’ una tragedia enorme che ci toglie il fiato. La Protezione civile regionale è sul posto per aiutare i soccorsi e dare tutto il proprio sostegno”. Lo dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Incidente funivia del Mottarone, l’amore spezzato di Alessandro e Silvia | Erano fidanzati da 10 anni

Silvia Malnati, 27 anni, e Alessandro Merlo, 29. Sono due delle 14 vittime accertate del tragico incidente sulla funivia del Mottarone sul Lago Maggiore, al confine tra Piemonte e Lombardia. Silvia e Alessandro erano fidanzati, erano di Varese e stavano facendo una gita fuori porta sulla montagna che si affaccia sul lago. Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, ha voluto esprimere la sua vicinanza alle famiglie dei ragazzi scomparsi: “A loro va tutto il nostro conforto e la nostra vicinanza. Una tragica domenica per cui non ci sono parole. Solo il profondo dolore per tutte le vittime e un grande pensiero a chi sta lottando per la vita. Queste cose davvero non devono accadere e lasciano senza parole. Sia fatta al più presto luce sulle cause della tragedia”. Tra le vittime anche il signor Vittorio Zorloni, nato l’8 settembre del 1966 e residente a Vedano Olona,

Incidente funivia di Mottarone, Roberta e Angelo morti nel giorno del compleanno di lei

C’erano anche Roberta ed Angelo tra le persone morte nell’incidente della funivia di Mottarone. Proprio domenica Roberta Pistolato aveva compiuto 40 anni, ne aveva cinque in più Angelo Vito Gasparro. Entrambi originari di Bari, erano sposati e vivevano in provincia di Piacenza.

La coppia, residente da tempo a Castelsangiovanni, si trovava in gita al lago Maggiore per festeggiare il compleanno di lei. Roberta, fresca di studi di Medicina lavorava all’Asl di Piacenza. aveva giurato come medico a settembre come riportato da Repubblica.


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Incidente funivia, distrutta famiglia di Pavia: morti papà, mamma e figlio di 2 anni

Una famiglia distrutta. Marito, moglie figlio sono morti nell’incidente della funivia del Mottarone a Stresa sul Lago Maggiore. Lui, Amit Biran, aveva 30 anni, lei Tal Peleg, 26. Il figlio, il piccolo Tom, aveva solo 2 anni mentre l’altro figlio, di 6 anni, si trova in gravissime condizioni all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Amit, Tal e i due figli erano si erano recati sul Mottarone per una gita domenicale. Amit Biran, di origini israeliane come la moglie, nata a Tel Aviv, era iscritto dal 2018 alla facoltà di Medicina dell’Università di Pavia. Come riportato da Fanpage, Amit lavorava come guardia per una sinagoga a Milano.

Incidente funivia, Serena morta a 27 anni appena compiuti: con lei c’era anche il fidanzato

C’è anche Serena Cosentino tra le vittime della tragedia della funivia del Mottarone avvenuto domenica 23 maggio. Ventisette anni compiuti lo scorso 4 maggio, Serena Cosentino era originaria di Belvedere Marittimo, provincia di Cosenza, ma era cresciuta a Diamante, sempre nel Cosentino.

Nell’incidente è morto anche il 23enne iraniano Mohammadreza Shahaisavandi. Viveva a Roma dove studiava, era andato a Verbania per trovare la fidanzata con la quale avevano deciso di trascorrere la domenica facendo una gita sul Mottarone.

Incidente funivia Mottarone: morti Vittorio Zorloni, la compagna e il figlio di 6 anni

Vittorio Zorloni e la sua famiglia sono morti nell’incidente della funivia di Mottarone. Il 55enne residente a Vedano Olona, in provincia di Varese, era a bordo della funivia con la compagna Elisabetta Persanini, di 38 anni, e con il figlio Mattia, di 6 anni. Quest’ultimo è deceduto dopo essere stato trasportato d’urgenza all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Come riportato da VareseNews, il prossimo 24 giugno (dunque tra un mese esatto), Vittorio ed Elisabetta si sarebbero dovuti sposare. Il figlio, Mattia, è morto dopo essere stato trasportato d’urgenza all‘ospedale Regina Margherita di Torino.

I nomi delle vittime 

  • Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia.
  • Peleg Tal, nato in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia.
  • Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia.
  • Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’ 11 febbraio del 1950.
  • Cohen Itshak, nato in Israele il 17 novembre 1939
  • Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza).
  • Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante (Cosenza).
  • Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese.
  • Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese.
  • Zorloni Vittorio nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese).
  • Elisabetta Persanini, nata nel 1983,
  • Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza).
  • Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza).

 

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Il racconto della zia del bimbo sopravvissuto alla tragedia

La zia del bimbo di appena 5 anni rimasto ferito nel crollo della funivia non si sbilancia sulle condizioni mediche del nipotino. “Non sappiamo cosa succederà. Ha subito un trauma cranico e bisogna capire come evolverà la situazione. Ho saputo cos’era successo dai messaggi di Whatsapp. Tutti mi scrivevano “mi dispiace”, ma io non capivo perché”.

La donna, medico in un carcere del Pavese, ha immediatamente raggiunto l’ospedale infantile Regina Margherita per stare accanto, nei limiti delle norme previste dal Covid-19, al nipotino. “Ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto e poi ho chiamato anche mia cognata. Due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dai carabinieri. Ho capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell’elenco delle vittime. Ho perso mio fratello, mia cognata e un altro nipotino. Con loro sono morti anche i nonni di mia cognata. Avevano appena ricevuto il vaccino in Israele e avevano deciso di venire in Italia per stare con i nipoti”.

Chi è l’imprenditore che ha in gestione la ferrovia del Mottarone 

Chi è l’imprenditore che ha in gestione la funivia del Mottarone? La società che ha in gestione la Funivia  si chiama Ferrovie del Mottarone ed è al 100% di proprietà di Luigi Nerini, 56 anni, un imprenditore locale, di Baveno, paese sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

I soccorritori: “Il freno di emergenza non ha funzionato”

Oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina. “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – dice il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini -: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”.

“La mancata attivazione del freno ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”. La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota.

Funivia Stresa Mottarone, ipotesi di reato disastro colposo

Nella vicenda della funivia Stresa Mottarone la Procura di Verbania ipotizza anche il reato di disastro colposo. La nuova ipotesi di reato si aggiunge all’omicidio plurimo colposo e alle lesioni colpose per il bimbo ferito in ospedale. “Le aziende coinvolte sono più d’una”, ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. “Presto per parlare di indagati“, ha poi precisato.

Tre arresti: chi sono 

I fermi in attesa di convalida del gip riguardano il gestore dell’impianto Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell’esercizio Erico Perocchio e il responsabile del servizio, l’ingegnere Gabriele Tadini.

Crollo funivia del Mottarone, il commento della madre di un giovane

Sulla strage della funivia StresaMottarone, tre persone hanno ammesso le loro responsabilità: avrebbero infatti affermato di non aver inserito per scelta il freno d’emergenza per evitare disservizi e blocchi della funivia. L’ammissione ha sconvolto tutti, in particolare i famigliari delle vittime. Tra loro anche la madre di Alessandro Merlo, il 29enne morto insieme alla fidanzata: “Se mio figlio è morto per questo dovranno pagare”.



Funivia Mottarone, trovato il secondo forchettone

Funivia del Mottarone, trovato anche un secondo forchettone: entrambi i freni di emergenza erano stati manomessi. Le tre persone fermate nella notte hanno ammesso di non aver attivato il freno volontariamente. L’intento dei 3 indagati era quello di di ovviare ai problemi dell’impianto, che continuava a fermarsi.

Strage della Funivia Stresa Mottarone, freni bloccati per non perdere l’incasso

Emergono dettagli inquietanti in merito alla vicenda della strage della Funivia Stresa Mottarone. Dettagli relativi alla volontà di lascare i freni bloccati per non perdere l’incasso. I tecnici non erano infatti riusciti a risolvere l’anomalia che bloccata la cabina numero 3. Era necessario intervenire con una azione manuale per far ripartire ogni volta la cabina ed è stato dunque deciso deliberatamente di inserire entrambi i forchettoni sui freni d’emergenza. Una scelta vietata e che ha impedito alla cabina di  frenare la fatale domenica in cui il cavo trainante si è rotto, determinando la morte 14 persone e il ferimento di un bambino di 5 anni che si trova ancora ricoverato in ospedale.


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Entrambi i forchettoni sono stati poi ritrovati sul luogo della tragedia. Dipinti di rosso, affinché non si potesse dimenticare di averli inseriti. Un segnale che evidenzia il fatto che i tecnici erano consci della pericolosità dell’utilizzo di quei dispositivi. Secondo la Procura di Verbania non sarebbe stata la prima volta: “Certamente domenica non è stato il primo giorno e questo è stato ammesso”, fanno sapere gli inquirenti. Lo scopo era evitare il blocco dell’impianto, che avrebbe comportato la rinuncia ai cospicui incassi: la struttura ha incassato 140mila euro nell’ultimo mese.

Strage funivia del Mottarone, le decisioni sugli arrestati

Novità per i tre arrestati per la strage della funivia del Mottarone. Il  gestore dell’impianto della funivia del Mottarone Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio lasciano il carcere di Verbania il cui ingresso aveva visto chiudersi alle loro spalle all’alba di martedì scorso, 48 ore dopo che la cabina precipitata sulla montagna che si affaccia sul Lago Maggiore ha causato la morte di 14 persone.

Va agli arresti domiciliari il capo servizio Gabriele Tadini che ha ammesso di aver manomesso il sistema di frenata di sicurezza. Lo ha deciso il gip Donatella Bonci Buonamici al termine di una giornata di interrogatori. Per Tadini sono sufficienti i domiciliari, mentre nei confronti degli altri due indagati – tirati in ballo dal capo servizio – non sussisterebbe i gravi indizi necessari per una misura cautelare.

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