L’ennesima vittima di un incidente sul lavoro in Campania è Francesco Romano: l’operaio di 43 anni è morto dopo esser precipitato nel vuoto da un’altezza di dieci metri mentre lavorava su un ponteggio in un cantiere edile ad Afragola, in provincia di Napoli. Inutili i rapidi soccorsi: l’impatto con il suolo è stato violentissimo e il 43enne è morto sul colpo.
Chi era Francesco Romano, l’operaio 43enne morto in un incidente sul lavoro ad Afragola
Francesco Romano aveva 43 anni ed era originario di Afragola, ma viveva nella vicina Acerra. Ieri, 11 novembre, era a lavoro in un cantiere edile, ad Afragola, quando, per cause ancora da accertare è precipitato nel vuoto da un’altezza di dieci metri mentre lavorava su un ponteggio.
I colleghi del 43enne hanno prontamente allertato i sanitari del 118 e sul posto è immediatamente intervenuta un’ambulanza dotata del macchinario mobile per la rianimazione. Nonostante i numerosi tentativi di rianimazione, per Francesco Romano non c’è stato nulla da fare. L’impatto con il suolo è stato molto violento e l’operaio è morto sul colpo. I sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Le indagini
Sul posto sono giunti anche i carabinieri della compagnia di Casoria, i militari della caserma di Afragola e i tecnici dell’Asl Napoli 2 Nord. Francesco Romano era regolarmente assunto da tempo, dalla ditta «Ma.Tu. Costruzioni Sas» con sede ad Afragola, incaricata di eseguire lavori ex novo sull’edificio di via Roma.
Il pubblico ministero di turno presso la procura di Napoli Nord, ha disposto il sequestro della salma, portata presso l’obitorio dell’ospedale San Giuliano di Giugliano dove verrà eseguita l’autopsia. Inoltre, il magistrato ha anche disposto il sequestro dell’intero cantiere nel quale proseguiranno i controlli di carabinieri e Asl per verificare la correttezza delle misure di sicurezza adottate.
Il commento di Giuseppe Mele
“Queste morti non sono delle tragedie che capitano, ma le risultanti di una serie di responsabilità precise – sottolinea Giuseppe Mele segretario generale Cgil Fillea di Napoli – che vanno dalla poca o assente cultura del lavoro, e dove le misure di sicurezza sono intese come uno spreco di denaro o peggio inutili, per non parlare della formazione che spesso si riduce al rilascio di attestati rilasciati all’impronta. Purtroppo conclude il segretario nonostante che le maglie dei controlli si siano strette, manca ancora tutto questo”: