Cronaca

Si amputa il braccio nei campi e il datore di lavoro lo abbandona in strada: bracciante agricolo muore in ospedale

È morto in ospedale l’operaio indiano che era rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro avvenuto in un’azienda agricola nelle campagne di Borgo Santa Maria, a Latina. Il lavoratore 30enne aveva perso un braccio ed è rimasto ferito anche alle gambe. Il datore di lavoro non lo ha soccorso, ma abbandonato in strada nei pressi della sua abitazione.

Incidente sul lavoro a Latina: morto in ospedale giovane operaio

Il gravissimo incidente sul lavoro è avvenuto in un’azienda agricola nelle campagne di Borgo Santa Maria, a Latina. L’operaio, 30 anni di origini indiane, addetto al taglio del fieno stava lavorando con un macchinario quando, per cause ancora d’accertare, è rimasto gravemente ferito.

Il lavoratore aveva subìto l’amputazione del braccio e aveva riportato gravissime lesioni anche agli arti inferiore. Il datore di lavoro, invece di soccorrerlo, lo ha caricato in un pulmino e scaricato poi davanti alla sua abitazione.

Le indagini

Solo in seguito l’operaio è stato soccorso trasferito in eliambulanza all’ospedale di Roma. Nonostante tutti gli sforzi del personale medico le condizioni del 30enne erano troppo gravi ed è deceduto in ospedale.

La Procura di Latina ha avviato un’indagine sull’accaduto. Il datore di lavoro – che inizialmente era accusato di lesioni gravissime e omissione di soccorso – adesso dovrà rispondere di omicidio colposo e omissione di soccorso.

La denuncia dei sindacati

“Sono stata contattata da un lavoratore che mi ha inviato la foto di un arto staccato – racconta Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina – spiegandomi che si trattava di un incidente avvenuto a un compagno di lavoro, che in condizioni disperate è stato scaricato in strada da un pulmino 9 posti. Non è un film dell’orrore, purtroppo è tutto vero! Qui non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante ed evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. Questi campi, queste strade, questi borghi e contrade li presidieremo ogni giorno e per le prossime settimane saremo in tantissimi, perché non si può lavorare in queste condizioni”.

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