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Cure e urgenza per l’infarto: la clinica Mediterranea di Napoli torna in pista come centro hub, l’ordinanza del Tar della Campania

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La clinica Mediterranea

Cure e urgenza per l’infarto: è stata riaperta la clinica Mediterranea di Napoli. Il Tar della Campania sospende la delibera regionale che ha escluso la struttura il sei novembre scorso. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Cure e urgenza per l’infarto: riapertura della clinica Mediterranea di Napoli

Cure d’emergenza e urgenza per l’infarto: la clinica Mediterranea di Napoli riprende il suo ruolo di centro hub nella città. Questo è stato stabilito da un’ordinanza del Tar Campania, che il 6 novembre scorso ha sospeso cautelativamente la delibera adottata il 3 luglio dal governo regionale di Palazzo Santa Lucia. Tale delibera aveva ampliato il numero di ospedali di riferimento per i pazienti infartuati, includendo quelli di Ariano Irpino, Roccadaspide e Giugliano, e aveva anche ridefinito i bacini di utenza per la popolazione servita. A sorpresa, la clinica Mediterranea è stata esclusa dalla programmazione, nonostante i suoi sette anni di servizio nel settore, durante i quali è stata una delle strutture di riferimento sin dall’introduzione del Piano ospedaliero nel 2018 e, ancor prima, nel 2017, agli albori della rete regionale per l’emergenza e urgenza, particolarmente per le situazioni di infarto. L’amministrazione della Mediterranea ha presentato ricorso al Tar, dopo un tentativo infruttuoso di risolvere la questione informalmente a Palazzo Santa Lucia, nei tavoli di programmazione. Il Tar ha programmato la discussione del merito per il 16 aprile 2025.

La decisione del Tar

La motivazione alla base della sospensione cautelativa del nuovo Piano regionale per la rete dell’infarto risiede, secondo i giudici amministrativi di primo grado, nel fatto che «sembra esserci un danno grave e irreparabile, sia per l’interesse privato della società ricorrente, che ha effettuato investimenti e assunto personale a seguito della sua inclusione nella Rete per l’infarto miocardico acuto, necessari per garantire interventi di angioplastica e il funzionamento continuo del servizio di emodinamica per tutto l’anno». Considerato l’interesse pubblico per la continuità delle prestazioni sanitarie, non è chiaro, allo stato attuale, se i nuovi centri hub pubblici situati presso gli ospedali di Giugliano in Campania e Boscotrecase siano realmente operativi e in grado di fornire le prestazioni previste a seguito della ristrutturazione e organizzazione della Rete Ima. In merito a questo punto, la Regione Campania dovrà fornire, entro trenta giorni dalla notifica dell’ordinanza del Tar, chiarimenti documentati riguardo all’apertura e all’effettiva operatività dei due hub di Giugliano e Boscotrecase, di cui almeno uno risulta attualmente in funzione.

I tetti di spesa

Il 30 giugno 2017 segna l’inizio della collaborazione della Regione con la Mediterranea, che viene inclusa per la prima volta nella sperimentazione della rete campana per l’infarto come Hub di I livello, insieme ad altre due strutture accreditate: Pineta Grande di Castelvolturno e Villa Dei Fiori di Acerra, entrambe attive nel settore del Pronto soccorso. Tuttavia, la Mediterranea non ha ricevuto alcuna indennità, nonostante abbia dovuto sostenere i costi elevati per i servizi di emodinamica, forniti 24 ore su 24 per tutto l’anno, rimanendo all’interno dei limiti di spesa ordinari. L’unità storica di cardiologia e cardiochirurgia della Mediterranea, un punto di riferimento per i quartieri di Posillipo, Mergellina e altre aree del centro storico, ha ricevuto il trasporto di migliaia di pazienti da parte del 118 per oltre cinque anni e dovrebbe quindi riprendere le sue attività.

Una delle ragioni della sua esclusione, che non rientra nella programmazione standard, potrebbe essere la richiesta da parte dell’amministrazione della clinica napoletana di un risarcimento economico per il servizio di pronto soccorso dedicato agli infarti, servizio che è sempre stato considerato all’interno del budget per le attività ordinarie. Il nuovo Piano per l’emergenza e urgenza relativo agli infarti, rielaborato dalla Regione il 3 luglio scorso e attualmente sospeso dal Tar, designa anche il San Giovanni Bosco come hub, nonostante sia noto che l’ospedale della Doganella non disponga di un pronto soccorso né di un’adeguata utenza. Nel contempo, è stata ridotta l’area di riferimento del Cardarelli, che ora comprende i pazienti di Bagnoli, Fuorigrotta, Vomero, Arenella, Stella e San Carlo all’Arena. Al Policlinico Federico II è stata invece assegnata la popolazione dei quartieri Chiaia, Posillipo e San Ferdinando, oltre ai residenti nei quartieri Avvocata, Montecalvario, Porto e Mercato Pendino.

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