Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano: l’interrogatorio di Alessandro Impagnatiello

Arrivano nuove dichiarazioni di Alessandro Impagnatiello dall’interrogatorio reso il 2 giugno nel carcere di San Vittore a Milano, rispondendo alle domande del gip Angela Minerva. Il reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, ha spiegato: “Nel momento in cui ho deciso di uccidere la mia compagna non c’era né ira né rabbia né desiderio di vendetta“.

Omicidio Giulia Tramontano: l’interrogatorio di Alessandro Impagnatiello

Lo scorso 2 giugno, Impagnatiello ha spiegato di aver “deciso senza motivazioni. Ci sto pensando costantemente. La situazione era per me, mi passi il termine, stressante. Questa è l’unica cosa che posso dire, ma non c’era un reale motivo”. Il 30enne era affiancato dall’avvocato Sebastiano Sartori, che lunedì ha rinunciato al mandato per “motivi connessi al rapporto fiduciario con l’assistito”. Impagnatiello deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere.

L’arma del delitto

In occasione dell’interrogatorio, Impagnatiello ha indicato agli inquirenti dove trovare il coltello con cui ha ucciso Giulia: “È in cucina, sopra il frigorifero. L’arma è stata poi sequestrata durante i rilievi scientifici dei carabinieri del Nucleo investigativo nell’appartamento di Senago, nel Milanese, in cui è avvenuto l’omicidio.

Gli investigatori sono tornati nell’appartamento di Senago, dove la giovane sarebbe stata uccisa, alla ricerca dell’arma del delitto. Impagnatiello aveva spiegato di aver usato un coltello, che poi aveva lavato e riposto dopo l’omicidio in un ceppo portacoltelli sopra il frigorifero in cucina. La coltelliera è stata individuata e ora inizieranno le analisi degli investigatori per individuare il coltello usato dall’omicida.

Ritrovati documento e un coltello

I vigili del fuoco hanno ritrovato alcuni documenti di Giulia Tramontano. In un tombino, nei pressi della stazione della metropolitana Comasina, c’erano una patente di guida che apparterrebbe alla 29enne uccisa a Senago dal fidanzato, oltre a un bancomat, una carta bancaria blu piegata a metà, e a un coltello taglierino di colore scuro.

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