Cronaca

Ior(Istituto per le Opere di Religione)conferma il no alle nozze tra i colleghi: uno dei due deve cambiare lavoro

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Foto di repertorio

Nozze vietate fra colleghi. È quello che prevede il regolamento dell’Istituto per le Opere di Religione. La coppia può al massimo decidere chi tra marito e moglie potrà rimanere in servizio. L’ultima possibilità per i due sposi potrebbe, in teoria, essere rappresentata da Papa Francesco, qualora il Pontefice decidesse di intervenire, concedendo magari una deroga affinché il regolamento non abbia la meglio sul sacramento

L’Istituto per le Opere di Religione conferma il no alle nozze tra i colleghi

Nozze vietate tra colleghi: il Regolamento non lo prevede e pertanto uno dei due dipendenti deve essere licenziato. La coppia può al massimo decidere chi tra marito e moglie potrà rimanere in servizio. Questo è stato confermato dallo Ior, la ‘banca’ del Papa, che in questo periodo sta affrontando il caso di una coppia che, nonostante tale norma, ha scelto di sposarsi. A sostegno di questa situazione si è schierata l’Adlv, un’associazione interna che da tempo si impegna per il miglioramento delle condizioni lavorative nella Città del Vaticano.

L’Istituto per le Opere di Religione fa sapere che l’obiettivo alla base della norma è quello di garantire condizioni di parità di trattamento tra tutto il personale dipendente. Nella nota diffusa si legge: “Dal momento che l’Istituto riunisce poco più di cento di dipendenti in un’unica sede, senza filiali, tale norma è infatti fondamentale per prevenire sia inevitabili conflitti d’interesse di tipo professionale tra gli aspiranti coniugi interessati, sia l’insorgere di possibili dubbi di gestione familistica tra la propria clientela o il grande pubblico”.

Ora la coppia che si è unita in matrimonio dovrà stabilire chi dei due proseguirà la propria attività all’interno del rinomato torrione Niccolò V e chi, invece, sarà costretto a cercare un altro impiego. L’ultima possibilità per i due sposi potrebbe, in teoria, essere rappresentata da Papa Francesco, qualora il Pontefice decidesse di intervenire, concedendo magari una deroga affinché il regolamento non abbia la meglio sul sacramento. L’Adlv, che rappresenta le istanze dei quasi 600 iscritti, ha tentato una mediazione con lo IOR portando “argomentazioni per mettere in luce come la nascita una nuova famiglia non possa essere messa in pericolo da normative burocratiche“. Ma non è servito: “È rimasta la fredda comunicazione che rimanda a un regolamento, che nei fatti ha effetti retroattivi, considerato che i nostri due colleghi, quando è uscito il nuovo regolamento, avevano già fissato data e luogo delle nozze. Da tre anni ormai stiamo lavorando affinché anche in Vaticano si affermi un diritto del lavoro che tenga conto delle legittime aspirazioni delle persone e rafforzi il nostro senso di comunità”.

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