Cronaca

L’Esercito italiano emana una circolare alle caserme: meno congedi e addestramento al “warfighting”

L'Italia entra in guerra? Cosa dice la circolare dell'Esercito del 9 marzo | Un documento "ad esclusivo uso interno di carattere routinario"

L’Italia entra in guerra? Per il momento l’ipotesi resta alquanto remota, ma il timore nelle ultime ore si è concretizzato. In particolar modo, in seguito alla pubblicazione di una circolare interna all’Esercito. Una circolare datata 9 marzo, con riferimento ai “noti eventi” e alle “evoluzioni sullo scacchiere internazionale” che hanno ovviamente scatenato una bufera politica.


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L’Italia entra in guerra? La circolare dell’Esercito

Valutare con attenzione i congedi anticipati, reparti in prontezza operativa “alimentati al 100%”, addestramento “orientato al warfighting”,”provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria”.


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È questo il contenuto della circolare dello Stato maggiore dell’Esercito del 9 marzo. Un documento “ad esclusivo uso interno di carattere routinario“. Così lo Stato maggiore dell’Esercito definisce la “lettera che sta circolando su alcune chat di messaggistica istantanea” relativa alla situazione internazionale. È un documento, prosegue lo Stato maggiore, “con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti”.


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L’attacco di Rifondazione Comunista

“Gravissima la circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito datata 9 marzo. Il nostro esercito si prepara a combattere. E’ la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. Cittadini/e sono tenuti all’oscuro di come il governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell’Esercito di questo tenore.

A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina. Il governo chiarisca immediatamente al Paese. Bisogna fermare questa spirale di guerra“. Lo ha detto Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea che ha diffuso la circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Il chiarimento

“È arrivato il momento di prendere coscienza di quello che è il ruolo vero dei nostri soldati. È da trent’anni che li impieghiamo per sopperire alle carenze delle forze dell’ordine nel controllo di strade e obiettivi sensibili. Ma i soldati devono essere addestrati per la guerra”, lo dice al Messaggero il generale Leonardo Tricarico, Capo di Stato maggiore.

Tricarico parla della circolare emanata in questi giorni: “Dimostra che si è finalmente presa coscienza di un problema. Di fatto il messaggio è chiaro: la componente operativa non sia sguarnita e i reparti siano all’altezza degli eventi che si potrebbero verificare nell’arco di poco tempo. In questi anni abbiamo assistito a una deriva inesorabile nell’utilizzo dei militari in modo non conforme alla loro natura. Abbiamo avuto molti più soldati impegnati lungo le strade che nelle attività addestrative”.

“Bisogna avviare un complessivo ripensamento sull’impiego dei militari in Italia”, prosegue il generale. “Ma una cosa ora più che mai sembra chiara: in caso di emergenza i militari devono essere i primi a scendere in campo”.

“Il nostro è uno dei migliori eserciti della Nato e quindi del mondo. Abbiamo partecipato a tutte le missioni internazionali, siamo al passo con i tempi. Sia dal punto di vista delle tecniche operative sia sul fronte degli armamenti. Diciamo che i cittadini possono essere molto fiduciosi sulla risposta del nostro apparato di difesa”, conclude Tricarico.

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