Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale, Roma
Egregio Presidente,
mi permetto di rivolgermi a Lei con il massimo rispetto e con la consapevolezza del peso e della responsabilità che la Sua alta carica comporta, per esprimere una profonda inquietudine che credo sia condivisa da molti cittadini italiani.
L’Unione Europea, nel suo sviluppo recente, sembra aver smarrito il senso della prudenza e della misura, elementi cardine della diplomazia e del buon governo. La sua politica estera appare spesso segnata da una pericolosa miopia strategica, priva di una visione autonoma e lungimirante, oscillante tra il servilismo nei confronti degli alleati d’oltreoceano e una rigidità ideologica che rischia di compromettere i rapporti con potenze fondamentali per l’equilibrio internazionale. In questo contesto, la crescente tensione con la Federazione Russa, così come il rapporto ambiguo e non sempre trasparente con gli Stati Uniti, pongono l’Italia in una posizione di vulnerabilità che non può essere ignorata.
La storia ci insegna che le guerre non scoppiano mai all’improvviso, ma sono il frutto di errori politici, di cieco opportunismo e di un progressivo deteriorarsi dei rapporti diplomatici. Ed è proprio questo scenario che oggi sembra profilarsi dinanzi a noi. Troppe avvisaglie lasciano intravedere il rischio che l’attuale instabilità possa sfociare in un conflitto di proporzioni incontrollabili, magari alimentato dalla disperazione di una classe politica che, priva del consenso popolare, potrebbe individuare nella guerra il mezzo per legittimare la propria permanenza al potere.
Signor Presidente, come cittadino italiano e come Cavaliere della Repubblica, sento il dovere di appellarmi alla Sua funzione di garante supremo della nostra Carta Costituzionale. L’articolo 11 della Costituzione non è una semplice enunciazione di principio, ma il pilastro della nostra identità repubblicana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Oggi, più che mai, questo principio dev’essere riaffermato con forza e con coerenza.
Le chiedo, con il massimo rispetto e fiducia nella Sua funzione, di adoperarsi affinché l’Italia rimanga baluardo di pace e di equilibrio nel contesto europeo e internazionale, proteggendo il nostro Paese e, con esso, l’intera Europa dal rischio di un nuovo conflitto globale. In un’epoca segnata da leadership incerte e talvolta irresponsabili, l’Italia deve essere un punto di riferimento per la diplomazia e il dialogo, non un semplice esecutore di decisioni prese altrove.
Con deferente stima,
Domenico De Rosa
Cavaliere della Repubblica