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Guerra in Ucraina, l’Italia rischia la recessione con lo stop al petrolio e al gas russo

Il Regno Unito ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, in contemporanea con Usa e Unione Europe: l’Italia, come le altre nazioni, dichiara lo stop alle importazioni di petrolio e gas.

Italia, stop di importazioni di petrolio e gas dalla Russia

La guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia cambiano i piani economici del Governo che userà 9 miliardi di euro per sostenere l’economia italiana. Il Documento di economia e finanza prevede infatti un ridimensionamento al ribasso dell’economia per il 2022 e il 2023, una graduale riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil nei prossimi tre anni e uno spazio di intervento ad aprile per contenere ancora i prezzi di carburanti ed energia, oltre alle misure per assistere i profughi e per alleviare l’impatto economico della guerra sulle aziende. Nel Def vengono anche simulati degli scenari “estremi” con il blocco delle importazioni di gas e petrolio. Inoltre, aumenteranno ancora i prezzi sotto la spinta dell’inflazione. Il testo approvato dal Governo nel Consiglio dei Ministri dovrà poi passare per il Parlamento: si inizierà dal Senato nella seduta di mercoledì 20 aprile dalle ore 14.

Il Def in ordine:

Il Pil dell’Italia nel 2022
Il debito pubblico italiano
L’inflazione aumenta ancora
Il rischio recessione per la guerra in Ucraina
Gli interventi economici previsti dal Governo

Cosa dicono i dati del Def

Il Documento di economia e finanza approvato dal Governo stima che il Pil crescerà nel 2022 del 3,1%, in calo rispetto alla stima del 4,7% dello scorso autunno. Allo stesso modo, per il 2023 la crescita prevista del Pil è del 2,4% in calo dal precedente obiettivo del 2,8%. Negli anni successivi si registrerà un progressivo rallentamento del ritmo di crescita: il Pil si attesterà all’1,8% nel 2024 e all’1,5% nel 2025. Il rapporto debito/Pil è indicato nel Def al 150,8% nel 2021, al 147% per il 2022 e al 145,2% nel 2023. Il rapporto tra deficit e Pil per il 2023 resta invece invariato al 3,9% e al 5,6% nel 2022.

Aumento dell’inflazione

Il Def prevede un aumento deciso dell’inflazione rispetto alle previsioni fatte dal Governo nell’autunno del 2021, quindi prima dell’inizio della guerra: per il 2022 si prevede un tasso di inflazione assai più elevato. Il governo prevede “un’impennata” dell’inflazione nel 2022. La previsione di crescita del deflatore del Pil, anch’essa dell’1,6 per cento nella Nadef, sale al 3,0 per cento. Ciò porta la nuova previsione di crescita del Pil nominale al 6,0 per cento, solo leggermente più bassa del 6,4 per cento previsto nella Nadef. A fronte dell’impennata dell’inflazione, si prevede però “un’accelerazione più moderata delle retribuzioni e dei redditi da lavoro.

Il rischio recessione per la guerra in Ucraina

Il Def prende in esame due scenari di rischio che potrebbero verificarsi da aprile 2022 fino a tutto il 2023, a causa della guerra. “Nello scenario più sfavorevole – si legge – la crescita del Pil in termini reali nel 2022 sarebbe pari allo 0,6% e nel 2023 allo 0,4%. Queste valutazioni si riferiscono al quadro tendenziale “giacché è evidente che a un simile scenario si risponderebbe con una manovra di sostegno all’economia più robusta”.

L’altro scenario, quello meno sfavorevole, “ipotizza che le aziende del settore sarebbero in grado di assicurare le forniture di gas necessarie al Paese grazie ad un incremento delle importazioni dai gasdotti meridionali, un maggior utilizzo di gas liquido e un aumento, inizialmente modesto ma crescente nel tempo, della produzione nazionale di gas naturale e biometano”. Tuttavia, “in presenza di analoghi sforzi di diversificazione degli approvvigionamenti, si assisterebbe a un rialzo dei prezzi molto superiore a quello del quadro macroeconomico tendenziale”. In questo caso, “la simulazione indica che i più elevati prezzi dell’energia ipotizzati sottrarrebbero complessivamente 0,8 punti percentuali alla crescita del Pil italiano nel 2022 e 1,1 punti percentuali nel 2023 in confronto allo scenario tendenziale”.

Gli effetti della guerra sull’economia italiana: tre scenari

Gli interventi economici previsti dal Governo

Sono 19 i decreti collegati alla prossima manovra secondo quanto si legge nel Def. Nell’elenco anche una disegno di legge delega per “l’aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili” e delle “misure per la promozione dell’autonomia e dell’emancipazione dei giovani”. Tra gli altri provvedimenti ci sono la riforma del fisco, la concorrenza, le misure sull’attuazione dell’autonomia differenziata e il riordino del settore dei giochi.

Lo spazio fiscale di intervento del 2022

Lo spazio fiscale di intervento del 2022 sarà dello 0,5% di Pil, pari a quasi 9 miliardi di euro. Di questi fondi, dovrebbero essere usati solo 4-5 miliardi per contenere ulteriormente i prezzi dei carburanti e il costo dell’energia, incrementare i fondi per le garanzie sul credito e assistere i profughi ucraini in un altro decreto a cui si lavorerà dopo Pasqua. A riguardo, ieri il Partito Democratico ha presentato le sue proposte durante la riunione della direzione: abbonamenti ai mezzi pubblici fino a 9 euro per le fasce deboli (come in Spagna). bonus di 300 euro per ogni lavoratore come in Germania, blocco degli affitti, defiscalizzazione delle imprese per bloccare il costo del lavoro e buoni pasto, oltre all’estensione delle coperture per calmierare il costo delle bollette di luce e gas. Il resto dei fondi a disposizione del Governo servirà a coprire le spese dei ministeri bloccate per finanziare i provvedimenti precedenti sull’energia.

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