L’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda il tasso di occupazione, con i giovani e le donne tra le categorie più svantaggiate. Sebbene si siano registrati piccoli progressi rispetto all’anno precedente, le differenze rimangono significative, mettendo in luce le problematiche strutturali del mercato del lavoro.
L’Italia all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione
L’Italia continua a trovarsi in una posizione di svantaggio in Europa per quanto riguarda l’occupazione, come dimostrano i più recenti dati Eurostat relativi al quarto trimestre del 2024. Nonostante alcuni segnali di progresso, il divario con il resto dell’Unione Europea si sta ampliando, in particolare per quanto concerne la partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro. Secondo Eurostat, il Paese presenta il tasso di occupazione più basso tra gli Stati membri, con una differenza di 8,7 punti percentuali rispetto alla media dell’UE. Questo scarto, che non mostra segni di riduzione, evidenzia problematiche strutturali che ostacolano la crescita economica e lo sviluppo sociale, come le difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare e le limitate opportunità per i neolaureati e i giovani in cerca di lavoro.
Un mercato del lavoro in crisi
Secondo le ultime rilevazioni di Eurostat, nel quarto trimestre del 2024, il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 62,2%, mostrando un lieve incremento rispetto all’anno precedente, ma rimanendo comunque lontano dalla media europea, che supera di quasi nove punti e si attesta oltre il 70%. Questa differenza di quasi nove punti percentuali mette in luce le difficoltà persistenti del Paese nel promuovere una partecipazione al lavoro sostenibile, un problema con radici profonde che coinvolge diverse categorie sociali, tra cui donne e giovani.
Le donne in Italia partecipano sempre meno al mercato del lavoro
Il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese si attesta al 53,1%, ben al di sotto della media dell’Unione Europea, che si avvicina al 66,3%. Questo scarto di 13,2 punti percentuali è aumentato rispetto al 2023, evidenziando un rallentamento nei progressi verso l’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro. La situazione è particolarmente preoccupante per le donne di età compresa tra i 25 e i 54 anni, con un tasso di occupazione del 64,6% in Italia, rispetto al 77,8% della media europea. Le difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare, aggravate dalla mancanza di infrastrutture adeguate come asili nido e scuole a tempo pieno, continuano a costituire un ostacolo significativo per le donne italiane, limitando le loro opportunità di accesso e permanenza nel mercato del lavoro alle stesse condizioni dei colleghi maschi.
I dati sugli uomini
Nonostante il tasso di occupazione maschile in Italia sia superiore a quello femminile, anche gli uomini italiani faticano a ridurre il divario rispetto ai loro colleghi europei. Infatti, il 71,3% degli uomini italiani è occupato, mentre la media dell’Unione Europea si attesta al 75,4%. Nella fascia di età compresa tra i 25 e i 54 anni, il divario si riduce leggermente, con l’84,4% degli uomini italiani che lavora, rispetto all’87,5% della media europea. Anche se gli uomini tendono a rimanere più a lungo nel mercato del lavoro rispetto alle donne, devono comunque affrontare sfide legate alla crescente precarizzazione dei contratti e alla limitata disponibilità di posti di lavoro qualificati.
I giovani rimangono esclusi dal mercato del lavoro
I dati più allarmanti riguardano l’occupazione giovanile: tra i 15 e i 24 anni, solo il 19,2% dei giovani italiani è occupato, un valore che è significativamente inferiore alla media europea, fissata al 34,8%. Questo divario, in costante aumento, evidenzia le difficoltà che i giovani italiani incontrano nell’accesso al mercato del lavoro, costringendoli spesso a entrare nel mondo lavorativo in età più avanzata rispetto ai loro coetanei europei, o a farlo tramite contratti precari e poco remunerati. La mancanza di opportunità professionali qualificate e le difficoltà nel costruire una carriera stabile rappresentano ostacoli rilevanti, impedendo ai giovani di progettare un futuro solido e contribuendo a un rallentamento generale della crescita economica del Paese.