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Il 28 luglio del 1929 nasce Jacqueline Lee Kennedy Onassis, moglie del leggendario moglie del presidente americano JFK

Jacqueline Lee Kennedy Onassis, detta Jackie (Jackie O), nata Bouvier è stata una first lady statunitense. Fu la moglie di John Fitzgerald Kennedy, 35º presidente degli Stati Uniti, First lady dal 20 gennaio 1961 al 22 novembre 1963, data dell’assassinio del marito. Vedova, sposò nel 1968 l’armatore greco Aristotele Onassis. Durante l’arco della sua vita divenne un vero e proprio mito e una icona di stile, già da quando era la moglie del presidente americano John Fitzgerald Kennedy. Il suo stile ha sempre fatto parlare di lei, anche quando frequentava le migliori scuole e faceva parte dell’alta società newyorchese.

28 luglio 1929: Jacqueline Lee Kennedy Onassis, first lady statunitense

Jacqueline Lee Bouvier nacque il 28 luglio del 1929 in una famiglia dell’alta società newyorkese, come primogenita di John “Jack” Vernou Bouvier III (1891 – 1957), un broker di borsa di origine francese, e di Janet Norton Lee (1906 – 1989), figlia di un direttore di banca. Jacqueline ebbe una sorella più giovane, Caroline Lee (nota come Lee Radziwill) nata il 3 marzo 1933. I suoi genitori divorziarono nel 1940 e la madre si risposò nel 1942 con l’erede della Standard Oil, Hugh Dudley Auchincloss, Jr. da cui ebbe altri due figli: Janet Jennings Auchincloss e James Lee Auchincloss.


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Jacqueline trascorse le vacanze estive dei primi anni della sua vita nella tenuta dei nonni paterni a East Hampton, dove ebbe modo di praticare l’equitazione divenendo un’esperta cavallerizza e vincendo numerosi trofei e medaglie. Questo è un costume molto diffuso tra le famiglie di buona condizione sociale degli Stati Uniti. Jacqueline era molto legata a suo padre, per questo soffrì molto quando questi cadde vittima dell’alcolismo. Coltivò numerosi interessi quali la lettura, la poesia, la fotografia e la pittura.

Studi e viaggio in Francia

Jacqueline frequentò la Miss Porter’s School dal 1944 al 1947, poi il Vassar College dal 1947 al 1948 (dove venne anche nominata “debuttante dell’anno” nella stagione 1947-48) e i cui insegnanti la resero capace di un profondo attaccamento alla vita; infine, frequentò la George Washington University, dove ottenne la laurea in belle arti nel 1951.


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Nel 1949 si recò a Parigi per un soggiorno di studio alla Sorbona, dove rimase affascinata dalla Francia e dalla sua cultura, sviluppando un senso del gusto e dell’eleganza che si sarebbe manifestato successivamente in molti aspetti della sua vita. Parlava correntemente italiano, francese e spagnolo, qualità che sfruttò nella campagna presidenziale del marito registrando discorsi per gli immigrati.

Come primo lavoro, il The Washington Times le affidò una serie di inchieste fotografiche da realizzare intervistando personaggi noti nella capitale statunitense. Grazie a questo incarico divenne conosciuta negli ambienti politici di Washington, ed ebbe modo di incontrare il suo futuro marito John Fitzgerald Kennedy, allora giovane congressista del Massachusetts.

Primo matrimonio

Dopo un effimero fidanzamento col broker di borsa John Husted Jr., il 12 settembre 1953 Jacqueline sposò Kennedy, quando era senatore e astro nascente del Partito Democratico. La cerimonia si svolse a Newport, Rhode Island, celebrata dall’arcivescovo di Boston Richard James Cushing e seguita da un sontuoso ricevimento per 2 000 invitati. La coppia ebbe quattro figli:

  • Arabella Kennedy (nata morta, 1956);
  • Caroline Bouvier Kennedy (1957). Quest’ultima si è sposata nel 1986 con Edwin Arthur Schlossberg, e ha avuto tre figli: Rose (1988), Tatiana (1990) e John (1993);
  • John Fitzgerald Kennedy Jr., erroneamente detto John-John, (1960-1999). Il nomignolo “John-John” deriva da un malinteso del reporter che non aveva capito che Kennedy stava chiamando, ripetendo il nome “John” due volte in rapida successione, suo figlio;
  • Patrick Bouvier Kennedy (nato e morto a 2 giorni di distanza nell’agosto 1963 a causa di una malformazione polmonare).
    La coppia passò i primi due anni di vita coniugale a Georgetown, District of Columbia. Fu un periodo caratterizzato da diversi problemi di salute del marito, dovuti a traumi vertebrali riportati in guerra, a seguito dei quali dovette sottoporsi a due interventi chirurgici e passare lunghi periodi di convalescenza.

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Jackie e JFK.

Jacqueline ebbe un’ammirazione, ricambiata, per suo suocero (che ne riconobbe il grande potenziale come moglie di un politico) e fu vicina anche a suo cognato Robert, detto Bobby. A differenza però dei membri della famiglia Kennedy, appassionati di sport e di competizioni, Jackie predilesse uno stile di vita più tranquillo e riservato.

First lady

All’inizio della campagna per le elezioni presidenziali del 1960, Jacqueline cominciò ad affiancare costantemente suo marito attraverso tutti gli Stati Uniti; la sua seconda gravidanza le impedì tuttavia di portare a termine l’impegno per un preciso divieto dei medici dovuto all’esito sfavorevole della prima. Nel voto dell’8 novembre 1960 Kennedy sconfisse di misura Richard Nixon, divenendo il 35º Presidente degli Stati Uniti d’America: Jackie Kennedy divenne una delle più giovani First lady della storia.


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Come First lady (titolo che non gradiva in quanto le sembrava il nome di un cavallo), Jacqueline Kennedy si trovò a condurre una vita sotto i riflettori, ma tentò sempre di educare i figli al riparo dall’occhio dei media. La sua predilezione per la haute couture e la scelta di piatti francesi per i menù dei ricevimenti alla Casa Bianca le procurò critiche da parte dei commentatori più sciovinisti, ma ciò non impedì di farla assurgere, grazie al suo spiccato buon gusto e alla raffinatezza degli abiti creati per lei dallo stilista Oleg Cassini, ad icona riconosciuta dell’eleganza occidentale.

Il suo leggendario savoir faire

La sua riconosciuta abilità sociale ebbe effetti positivi sulle relazioni internazionali statunitensi. È rimasto leggendario il suo savoir faire con il generale de Gaulle a Parigi e con il leader sovietico Nikita Kruscev, che rimase da lei affascinato nel corso del summit di Vienna, evento che pure fu un insuccesso politico di suo marito John. La sua sensibilità artistica e storica le permise anche di occuparsi personalmente degli interni della Casa Bianca, ripristinando gli arredi originali e curandone l’allestimento; per l’occasione, il 14 febbraio 1962 Jackie Kennedy effettuò una celebre visita guidata alla Casa Bianca che fu trasmessa dalla televisione.


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La coppia presidenziale si distinse in prima linea per il coinvolgimento in eventi sociali e culturali. Il loro interesse per l’arte, la musica e la cultura rivoluzionò anche lo svolgimento dei ricevimenti ufficiali, in quanto Jackie e John vollero circondarsi di artisti, celebrità e premi Nobel, che parteciparono ai pranzi e alle cerimonie, mescolandosi alle autorità politiche.

Assassinio JFK

Il 21 novembre 1963 Jacqueline e John lasciarono la base aerea militare di Andrews, prima si fermarono a San Antonio, e poi andarono a Houston per una visita alla NASA. La loro ultima fermata quel giorno fu a Forth Worth. Il giorno successivo i due volarono all’aeroporto di Dallas. Un breve tragitto in auto doveva portarli al Trademart dove era previsto che il presidente tenesse un discorso. Jackie era seduta nella berlina presidenziale accanto a suo marito quando questi fu colpito e ferito mortalmente alla testa in Piazza Dealey.


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Il vicepresidente Johnson e sua moglie seguivano su un’altra auto della sfilata. Dopo che il presidente fu colpito, Jacqueline abbracciò John dicendo «Ti amo tanto, Jack». Provvide a far convocare un sacerdote per fargli avere l’assoluzione e l’estrema unzione. Dopo la morte di suo marito rifiutò di rimuovere le macchie di sangue dal suo abbigliamento e protestò perché le avevano lavato il sangue dal volto e dalle mani e i frammenti di cervello dai capelli. Continuò ad indossare il famoso vestito rosa con cui appare accanto a Lyndon B. Johnson durante il giuramento per la nomina del nuovo Presidente. Jacqueline disse a Lady Bird Johnson: «Voglio che vedano ciò che hanno fatto a John».

Le gestione del lutto

Il coraggio e il contegno dimostrato nei momenti successivi all’assassinio del marito le procurarono l’ammirazione dell’opinione pubblica. Jacqueline Kennedy, tenendo i figli per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew e accese la fiamma eterna sulla sua tomba nel cimitero nazionale di Arlington. Il London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà».


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Per un anno dopo il funerale Jacqueline portò avanti il lutto, durante il quale non fece apparizioni pubbliche, decise di vendere la casa in Virginia, dove la coppia aveva progettato di trascorrere gli anni successivi all’incarico presidenziale, e acquistò un lussuoso appartamento nella Quinta Strada a New York per poter avere maggior riservatezza. Anche in seguito continuò a onorare la memoria del marito recandosi presso la sua tomba in numerose occasioni pubbliche e private e partecipando a eventi commemorativi. A Boston fece costruire la Biblioteca John Fitzgerald Kennedy, che venne inaugurata nel 1979 da Jimmy Carter.

Matrimonio con Onassis

Jacqueline fu molto vicina anche a suo cognato Robert nel corso della sua campagna presidenziale, dispensando consigli e comparendo in molte occasioni pubbliche, ma il 6 giugno 1968 anche Robert fu assassinato. A questo punto Jacqueline, temendo che tutti i Kennedy potessero essere in qualche modo “nel mirino”, decise di lasciare gli Stati Uniti e, dopo soli quattro mesi, il 20 ottobre 1968, sposò, con uno sfarzoso matrimonio nell’isola di Skorpios, l’armatore greco Aristotele Onassis (che già conosceva da anni, conoscenza che aveva dato adito a voci di una loro eventuale, mai ammessa e mai provata, precedente relazione), il quale per lei aveva interrotto la lunga storia d’amore con la cantante lirica Maria Callas.


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Col secondo matrimonio, Jacqueline perse la protezione dei servizi segreti americani, ma si legò ad un uomo che aveva denaro e potere a sufficienza per garantirle l’incolumità e lo status sociale cui era abituata. La relazione coniugale era stata puntigliosamente regolata da un contratto pre-matrimoniale, stilato dagli studi legali di fiducia dei coniugi. Vi era previsto di tutto, dal numero minimo di fine settimana che i coniugi dovevano trascorrere insieme ogni anno, a quale percentuale del patrimonio del marito le sarebbe toccata a titolo di “alimenti”, in caso di divorzio, commisurata al numero di anni che sarebbe durato il matrimonio. Si tratta d’una prassi molto diffusa nell’alta società americana.

Il matrimonio tra Jacqueline e l’armatore non funzionò apparentemente bene: la coppia raramente trascorse il proprio tempo insieme più di quanto garantito dal contratto e Jacqueline finì per dedicarsi ai viaggi e allo shopping. Nonostante Onassis si trovasse bene con i figliastri Caroline e John (il figlio Alexander diede al giovane John le prime lezioni di volo, e per ironia del destino entrambi sono morti in seguito a incidenti aerei), la figlia Christina Onassis non legò mai con Jacqueline.

La morte di Onassis

Quando Onassis morì, il 15 marzo 1975, la vedova poteva essere titolare di una cospicua eredità, ma la legge greca imponeva un tetto alla somma che un cittadino straniero poteva ereditare, e la disputa apertasi fra lei e Christina finì col farle accettare una liquidazione definitiva di 26 milioni di dollari. Per sposare Onassis, si era convertita alla Chiesa ortodossa greca. Di conseguenza, in base al Codice di diritto canonico allora vigente, era incorsa in due scomuniche: in quanto scismatica e in quanto concubina (Onassis era divorziato).


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Ciononostante, ogni anno si presentava regolarmente alla messa dell’anniversario del marito e si accostava all’eucaristia. Questo suo comportamento (riprovevole anche dal punto di vista della Chiesa Ortodossa, che talvolta ammette i cattolici ai propri sacramenti, ma non consente mai che i propri fedeli, tanto più se sono dei neo-convertiti, ricevano i sacramenti in altre Chiese) e la mancanza di reazioni pubbliche al riguardo delle autorità ecclesiastiche, provocarono le proteste di molti, che, nelle sue stesse condizioni canoniche, si vedevano negare i sacramenti. Rimasta nuovamente vedova, si riconciliò con la Chiesa cattolica.

Ultimi anni e morte

Negli ultimi anni della sua vita Jacqueline visse a New York, dove collaborò con alcune riviste come esperta di arte egizia, e a Martha’s Vineyard con Maurice Tempelsman, un industriale e commerciante di diamanti di origine belga che sembra, ma non ci sono prove certe, abbia sposato in articulo mortis. Continuò ad essere oggetto delle attenzioni dei media, come per la nota vicenda con il paparazzo Ron Galella, che la inseguì continuamente, nella sua vita privata, per immortarla in scatti fotografici. Jacqueline denunciò Galella e, dopo il processo, il paparazzo fu obbligato a mantenere una distanza di 15 metri da lei.


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Nel 1994 le fu diagnosticato un linfoma non Hodgkin che la condusse alla morte il 19 maggio dello stesso anno, all’età di 64 anni, nel suo appartamento sulla Fifth Avenue. Jacqueline Kennedy è sepolta a fianco del suo primo marito, John Fitzgerald Kennedy, nel Cimitero Nazionale della Contea di Arlington. Al servizio funebre hanno partecipato la famiglia Kennedy, Bill Clinton, Hillary Clinton, Lady Bird Johnson, Daryl Hannah, Arnold Schwarzenegger e Maurice Tempelsman.

Genealogia


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Dal lato paterno, Jacqueline discendeva da Michel Bouvier (1792-1874), appartenente ai Van Salees, una stirpe di mercanti di origine francese, olandese, inglese che si era stabilita a New Amsterdam (il primo nome con il quale era nota New York) nel XVIII secolo. Dal lato materno aveva ascendenze irlandesi.