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Jacques Prévert: il poeta dell’amore, la vita dell’indimenticabile cantore francese

Jacques Prévert, uno dei poeti più amati dalle giovani generazioni di tutti i tempi, infrange le barriere dell’élite riuscendo a rendersi comprensibile a tutti. Creatore dei componimenti più letti e recitati in tutto il mondo, Prévert è il cantore dell’amore. Con parole semplici e immediate descrive la magia di questo misterioso sentimento, espresso con versi avvolgenti.

Jacques Prévert, poeta e sceneggiatore francese

Nato il 4 febbraio del 1900 in una famiglia piccolo borghese di una cittadina del dipartimento della Seine (a Neuilly-sur-Seine), la sua infanzia scorre tra le tradizioni bretoni e Parigi, dove il padre otterrà un lavoro presso l’Office Central de Pauvres. In Bretagna trascorre molti anni della sua infanzia, e le tradizioni bretoni influenzeranno notevolmente la sua opera.

Infanzia e giovinezza

Accompagna a volte il padre nelle visite alle famiglie che vivono nei quartieri più poveri e degradati della città, maturando ben presto una considerevole empatia verso le classi meno agiate, unita ad una profonda rabbia derivata dalla consapevolezza delle ingiustizie sociali.

Il padre, pur costretto spesso a fronteggiare enormi problemi economici, si avvale delle sue amicizie per donare ai propri figli serate al cinema e al teatro e far sì che l’incanto unico e irripetibile dell’infanzia non venga annientato da privazioni spesso incomprensibili ai bambini.

Jacques Prévert, sin da bambino, mostra un grande interesse per la lettura e il cinema e, nello stesso tempo, una decisiva avversione nei confronti delle regole scolastiche che lo indurranno ad abbandonare gli studi a quindici anni, dopo aver ottenuto il diploma di terza media.



Lavoretti salturari e ritorno a Parigi

Svolge lavoretti saltuari per guadagnarsi da vivere e nel 1920 comincia il servizio militare svolto prima a Lunéville e successivamente ad Istanbul.
Qui si consolidano le sue idee antimilitariste di cui non esiterà a farne propaganda e conosce Marcel Duhamel che lo introdurrà presto nel movimento surrealista.

Tornato a Parigi nel 1922, sarà ospitato dallo stesso Marcel Duhamel in una casa che rappresenterà il punto d’incontro dei più noti esponenti di tale movimento. La casa, ubicata in Rue de Château, a Montparnasse, sarà aperta a tutti e a tutto (alcolici, jazz, movimenti culturali diversi).



Allontanamento dal surrealismo

Prévert inizialmente aderisce alla corrente surrealista e partecipa attivamente a manifestazioni politiche in difesa dei lavoratori. Tuttavia, con il passare del tempo, si distacca dal movimento in modo aperto; nel 1929, con un articolo provocatorio, inserito nel pamphlet “Un cadavere” e intitolato Mort d’un monsieur, accusa il rappresentante del surrealismo di eccessivo autoritarismo.

Allontanatosi dai surrealisti e anche dal partito comunista, a cui comunque non aveva mai aderito, Prévert, nel 1932, presta la sua collaborazione al “Gruppo d’Ottobre”, una compagnia teatrale che si occupa di temi sociali e mette in scena opere di attualità politica.

Nel corso della sua vita, egli difenderà i deboli, gli oppressi e i diseredati mostrando una generosità burbera ma discreta. Il suo impegno teatrale si accompagnerà a quello cinematografico come soggettista e scenografo.



La prima raccolta di poesie

Dopo il matrimonio con Janine Tricotet, da cui aveva avuto la figlia Michelle, inizia la sua vera e propria attività letteraria, quella che lascerà un’impronta indelebile nella letteratura mondiale.

Nel 1945 pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Parole” che otterrà subito un enorme successo, così come le sue successive pubblicazioni, tra cui bisogna ricordare “La pioggia e il bel tempo”, “Alberi” e “Le foglie morte”.



Ultimi anni e morte

Negli ultimi anni della sua vita, colpito da un male incurabile, si ritira in solitudine e riceve solo alcuni dei suoi migliori amici. Si spegne nella sua dimora a Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, l’11 aprile del 1977.



 

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