La morte di John Fitzgerald Kennedy Jr. Junior è avvolta dal mistero. Nella notte del 16 luglio del 1999 un piccolo aereo, un Piper 32 Saratoga 2HP, monoelica e a sei posti si desintegra. Nessuno ha potuto accertare se il Piper si è fatto a pezzi per l’impatto con il mare o, addirittura prima di precipitare in acqua. A bordo dei veivolo John-John di 39 anni figlio amatissimo di John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati Uniti d’America, morto assassinato a Dallas nel 1963, la moglie di John, Carolyn Bessett di 33 anni e Lauren di 34 anni, sorella di Carolyn. Tutti morti.
16 luglio 1999: ci lascia John Fitzgerald Kennedy Jr., una morte avvolta dal mistero
Il 16 luglio 1999, all’età di 38 anni, John Fitzgerald Kennedy Jr. (detto John-John) è morto assieme alla moglie e alla cognata Lauren Bessette, perché l’aereo che stava pilotando, N9253N, un Piper Saratoga II HP, precipitò nella notte nell’Oceano Atlantico. L’aereo era partito dall’aeroporto della contea di Essex per raggiungere l’isola di Martha’s Vineyard, dove la famiglia Kennedy possiede una casa nella quale si sarebbe tenuto il matrimonio della cugina Rory Kennedy, per questo posticipato. Kennedy era un pilota con alle spalle 310 ore di volo, di cui solo 55 in volo notturno e 36 con il Piper Saratoga: aveva infatti portato a termine metà dei corsi di addestramento da pilota e non aveva ancora ricevuto il brevetto per il volo strumentale e quindi per pilotare di notte o in condizioni atmosferiche avverse. L’indagine della National Transportation Safety Board non ha trovato prove che l’incidente sia avvenuto per un malfunzionamento e ha concluso che la probabile causa sia stata l’incapacità del pilota nel mantenere il controllo dell’aereo. Ulteriori cause dell’incidente la poca luce e le cattive condizioni atmosferiche.
Durante la cerimonia funebre del 23 luglio, lo zio di Kennedy, il senatore democratico del Massachusetts Edward Kennedy, disse che «…speravamo che questo John Kennedy si sarebbe pettinato i capelli quando sarebbero diventati grigi, con la sua adorata Carolyn al suo fianco. Ma, come suo padre, gli si è dato tutto tranne una lunga vita». E quanto al matrimonio del nipote, ricordò ciò che aveva detto sulla presidenza del fratello: entrambi durarono 1000 giorni. Il presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, suo amico, era presente alla cerimonia e ordinò di ammainare a mezz’asta la bandiera in cima alla Casa Bianca in onore di John F. Kennedy Jr.
Secondo un ordine del presidente, le navi da guerra della marina statunitense assistettero alle ricerche dell’aereo precipitato. Col permesso del segretario della Difesa William Cohen, è stata celebrata una cerimonia funebre sulla nave della marina USS Briscoe. Le spoglie di Kennedy, della moglie e della cognata furono cremate e in seguito le ceneri furono sparse nell’Oceano Atlantico dalla costa dell’isola Martha’s Vineyard. La famiglia Kennedy ha risarcito la famiglia Bessette, per evitare una possibile azione legale relativa all’incidente.
Il mistero
John aveva decisio di presentarsi alle vicine elezioni come Presidente degli USA. E la sua vittoria appariva certa. Avrebbe molto probabilmente battuto tutti gli avversari: Al Gore, George Bush Junior ed Elizabeth Dole.
Ma John era ossessionato dalla morte di suo padre e dello zio Robert. Una sua amica giornalista, Lauren Lawrence, all’indomani del disastro aereo, ha affermato: «[…] era ossessionato dall’idea che qualcuno lo volesse assassinare».
Gli investigatori hanno dato colpa della disgrazia alle pessime condizioni del tempo e l’inesperienza del pilota. Tuttavia, secondo altre ipotesi a bordo del Piper era stato sistemato un ordigno a tempo che avrebbe fatto esplodere l’areo nel momento in cui attraversava l’Oceano. Se questo fosse vero ad organizzare il tutto chi è stato e perchè.
Una nube tossica?
Un’altra ipotesi altrettanto inquietante si basa sull’inchiesta svolta dal Cooperative Institute of Marine and Atmopheric Studies degli USA. Secondo questa ricostruzione, infatti, a far precipitare il Piper è stata una nube tossica. Il veivolo ha incontrato sulla sua rotta una nube di inquinanti provocata dalle fabbriche del Midwest che funzionano ancora a carbone. La nube tossica era formata da microscopiche goccioline di acido solforico non rivelabili dai radar meteorogici. La caratteristica delle goccioline è che sono completamente oscuranti.
Il pilota, quindi, attraversando la nube, ha perso ogni visibilità essendo anche sera. La nube, sempre secondo l’inchiesta dell’Istituto, stagnava tra i 2 mila e 500 metri dal mare. Nel momento in cui John ha iniziato la manovra per l’atterraggio ne è stato immerso, perdendo ogni riferimento e molto probabilmente, preso dal panico, ha perso il controllo dei veivolo e si è schiantato sulle onde. L’impatto è stato fatale. Il suo corpo e stato trovato dopo 4 giorni ancora prigioniero della carlinga, mentre i cadaveri delle due donne, sbalzate fuori dall’abitacolo, sono stati ritrovati dopo alcuni giorni.