Sono passati 25 anni dalla morte di Kurt Cobain, icona della scena Grunge. Lo scorso 20 febbraio, il padre del Grunge avrebbe superato il mezzo secolo, mentre oggi, 5 aprile, il mondo della musica si fermerà per ricordarlo ancora una volta.
Nostalgia Grunge, 25 anni dalla morte di Kurt Cobain
Era il giorno 8 aprile 1994 quando la radio locale di Seattle trasmise le prime, agghiaccianti indiscrezioni circa la tragica fine di uno dei padri del Grunge: «Il cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, si è ucciso con un colpo di arma da fuoco nella sua abitazione», così gracchiò la voce dell’annunciatrice.
Una notizia che gettò nella disperazione un’intera schiera di fan, un numero imprecisato di ragazzi che si riconoscevano nei testi amari e privi di speranza del sensibile Kurt. Perennemente malinconico e triste da anni, prima del fatale gesto, privo di alcuno stimolo vitale (come si evince dai suoi diari recentemente pubblicati).
[titolo_paragrafo]La vita di Kurt Cobain[/titolo_paragrafo]
Il leader dei Nirvana, nacque nel 1967 ad Aberdeen, una piccola città nello stato di Washington. I genitori, neanche a dirlo, erano di umili origini. Il padre meccanico era un uomo sensibile e dall’animo generoso, mentre la madre, casalinga, rappresentava il carattere forte della famiglia, colei che mandava avanti al casa a prendeva le decisioni più importanti.
Kurt, dimostra da subito di essere un bambino molto curioso e vivace. Oltre ad avere talento per il disegno, è anche portato per la recitazione nonché, ma non c’è bisogno di dirlo, per la musica. Ad un certo momento, la prima feroce delusione: la famiglia divorzia, lui ha solo otto anni ed è troppo piccolo per capire i drammi di una coppia. Sa solo che soffre come mai gli era successo prima.
In particolare, poi, Kurt è vivace ed agitato anche se spesso in condizioni di salute mediocri: per calmarlo, gli viene somministrato il pericoloso Ritalin, un farmaco che viene somministrato ai bambini con lo scopo di calmarli. Un farmaco potente, che ha gravi conseguenze sul cervello, più potenti di quelle della cocaina.
Kurt, diventa sempre più aggressivo, incontrollabile, tanto che manda in pezzi il rapporto con il padre. All’età di 17 anni rompe ogni legame con la famiglia e per qualche anno conduce una vita da nomade.
[titolo_paragrafo]I primi anni dei Nirvana[/titolo_paragrafo]
Una vita trascorsa nella perenne sensazione di malinconia e disagio. Ma tutto questo ha uno spiraglio di luce: la musica. Tra la fine del 1985 e gli inizi del 1986 nascono invece i Nirvana, band fondata da Cobain insieme a Krist Novoselic (inizialmente il batterista era Chad Channing, poi sostituito da Dave Grohl).
Il nome del gruppo non è un caso. Nirvana letteralmente significa “liberazione dal dolore”, per l’angelo maledetto del rock la musica ha proprio questa funzione. Una forma di protesta che esprime tutta la disperazione e la rabbia.
[titolo_paragrafo]L’album di esordio: Bleach[/titolo_paragrafo]
[titolo_paragrafo]L’incontro con Courtney Love[/titolo_paragrafo]
Nel 1990, Cobain conobbe la futura moglie: Courtney Love, cantante delle Hole e compagna di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins. Tra loro senza dubbio scoppiò l’amore, ma fu un amore molto amaro, avvelenato, per via dei loro pessimi caratteri e del continuo uso di sostanze stupefacenti.
Secondo alcuni racconti, sembrerebbe che Cobain fosse molto succube della donna e che spesso i loro litigi finissero con pesanti scontri domestici che nella maggior parte dei casi costringevano la polizia locale a intervenire. Ad ogni modo, il 24 febbraio 1992, la coppia si sposò nelle Hawaii per poi avere nel mese di agosto una bambina che chiamarono Frances Bean Cobain.
[titolo_paragrafo]Nevermind, l’album della svolta[/titolo_paragrafo]
Il vero successo però arrivo esattamente nel 1992, quando la casa discografica Geffen Records li aiutò a dar vita a quello che sarebbe diventato il loro album più famoso, Nevermind. Nel frattempo, Dave Grohl prese il posto di Channing alla batteria e da lì i Nirvana non si sarebbero più fermati.
“Smells like Teen Spirit” divenne l’inno della generazione Grunge, ma anche altre canzoni del loro album più famoso “Nevermind” rappresentano un continuo riferimento al “male di vivere”, all’inutilità di una vita alienante. “Come as you are”, “In Bloom”, “Lithium”, “Polly”: tutti attacchi diretti al potere e al disagio giovanile. E tutte a firma Cobain.
[titolo_paragrafo]Il significato “nascosto”[/titolo_paragrafo]
La verità, però, è che pochi hanno capito gli abissi che si potevano spalancare in quell’anima dilacerata. In questo senso, la lettura dei suoi diari, delle sue sofferte e involute frasi, è un’esperienza che mette i brividi. Ne emerge un’anima contraddittoria, mai in pace con se stessa e segnata in buona sostanza da una forte disistima. Cobain si riteneva sempre “sbagliato”, “malato”, irrimediabilmente “diverso”.
[titolo_paragrafo]Gli ultimi anni dei Nirvana[/titolo_paragrafo]
Gli ultimi anni dei Nirvana
Il 21 settembre 1993, i Nirvana pubblicarono quello che sarebbe stato il loro ultimo album: In Utero, reso celebre da brani come Heart-Shaped Box, All Apologies, Rape Me, Pennyroyal Tea. Nonostante il successo e le soddisfazioni, Cobain continuava a farsi del male con la droga.
Dal 1990 fino agli ultimi giorni, aveva praticamente provato qualsiasi tipo di droga. La moglie era ovviamente la sua compagna di giochi per eccellenza e diversi sono stati gli attacchi di overdose che, in più di un’occasione, l’hanno portato vicino alla morte.
Come se non bastasse, il ragazzo era anche depresso, afflitto da bipolarità, stress, bronchite cronica e continui dolori di stomaco. Stando ai racconti di Love, Cobain avrebbe tentato il suicidio il primo marzo 1994 durante il suo soggiorno in Italia, a Roma, dove finì al Policlinico Umberto I per un’overdose dovuta dall’ingerimento di cinquanta pasticche di Rohypnol mischiate all’alcol.
In seguito ad un altro tentativo di suicidio, avvenuto il 18 marzo del 1994, quando si chiuse in una stanza con in mano un’arma da fuoco, Cobain decise che era arrivato il momento di rimettere ogni tassello della sua vita al posto e sottoporsi a un programma di disintossicazione presso l’Exodus Medical Center di Los Angeles (California). Eppure, tutto questo non bastò.
Il primo aprile, Cobain scappò dal centro e fu ritrovato morto esattamente sette giorni dopo nella sua residenza su lago Washington: si era tolto la vita sparandosi alla testa con un fucile a pompa Remington M11 calibro 20. Durante l’autopsia, il medico legale gli trovò nel sangue un quantitativo considerevole di eroina e stabilì che il decesso era avvenuto non l’8 aprile, giorno del suo ritrovamento, bensì il 5.
[titolo_paragrafo]Il “Club 27″[/titolo_paragrafo]
Kurt Donald Cobain, leader dei Nirvana, era morto a soli 27 anni come tutti i suoi colleghi “iscritti” al Club 27, ovvero Brian Jones, Jim Morrison, Janis Joplin e altri a seguire. Cobain venne cremato e le sue ceneri vennero in parte depositate in un tempio buddhista a Ithaca di New York, un’altra parte venne sparsa lungo il fiume Wishkah e il resto è stato tenuto dalla moglie.