Ladro ucciso da un vigilante a Roma: la guardia giurata Antonio Micarelli è stato sottoposto ad interrogatorio. Durante le 4 ore, l’agente ha dichiarato: “Non ho mirato al ragazzo ma ad un’auto. Se ho sbagliato, sono pronto a pagare”.
Ladro ucciso da un vigilante a Roma, Antonio Micarelli interrogato
«Non ho puntato l’arma contro il ragazzo, ma verso il cofano di un’auto parcheggiata». Emergono nuovi dettagli sulla difesa di Antonio Micarelli, il vigilante 59enne interrogato sabato scorso dal gip, che attualmente si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio e omicidio volontario. Il 6 febbraio, nel pomeriggio, ha aperto il fuoco contro quattro rapinatori che avevano appena derubato una residente del civico 1004 di via Cassia, uccidendo uno di loro, il 24enne Antonio Ciurciumel. Questi nuovi elementi, insieme alla richiesta presentata dai legali di Micarelli – Pietro Pomanti e Valerio Orlandi – al Tribunale del riesame, potrebbero portare alla sua liberazione dal carcere e alla concessione degli arresti domiciliari in attesa del processo.
L’interrogatorio
L’interrogatorio si è protratto per circa quattro ore, con un focus particolare sulle immagini catturate dalle videocamere di sorveglianza del comprensorio, che hanno portato all’arresto di Micarelli. Il gip Rosalba Liso e il pm Fabio Santoni hanno presentato all’indagato ogni singolo fotogramma che ritraeva quei brevi attimi in cui la guardia giurata ha mostrato un «atteggiamento da giustiziere», come riportato dal giudice nell’ordinanza di custodia cautelare. Non sono mancati i momenti di incertezza da parte del 59enne, che ha sottolineato la necessità di difendersi, affermando di essere stato «provato a investire due volte mentre facevano retromarcia».
«Sono stato minacciato e ho provato una grande paura», ha raccontato, descrivendo il momento in cui si è trovato di fronte ai quattro aggressori. Nel video, secondo gli investigatori, è evidente che mentre Antonio Ciurciumel era ancora con le mani sulla recinzione che aveva appena scavalcato, Micarelli si è avvicinato a circa un metro di distanza e gli ha sparato in faccia. Questo è uno dei dettagli che Micarelli non ha ricordato. «Non miravo a lui, ma al cofano di un’auto parcheggiata», ha dichiarato durante l’interrogatorio di garanzia.
Le immagini
Tuttavia, quelle immagini esistono e raccontano – come spiega il gip – di «una vera e propria caccia all’uomo» priva di «scrupoli» e senza alcun «rispetto per la vita umana». Alle 18.59, la telecamera del palazzo adiacente al civico 1004, che riprende il piazzale dove si è verificata la sparatoria, mostra un uomo che corre verso il cancello, mentre Micarelli, dietro di lui, allunga il braccio e spara due colpi. Dopo pochi istanti, l’indagato si dirige nuovamente verso l’auto dei rapinatori e, con il braccio teso, spara un colpo in direzione della portiera del conducente.
In seguito, sullo sfondo, un uomo corre e scavalca la recinzione, seguito da un terzo che fa lo stesso, ma Micarelli lo insegue e spara. L’auto torna indietro per recuperare uno dei complici e poi si allontana. Solo a questo punto la telecamera inquadra Micarelli con il braccio abbassato, mentre si avvicina al corpo di Ciurciumel, caduto dall’altra parte della recinzione e colpito alla testa. Secondo quanto riportato negli atti, Micarelli non chiama immediatamente l’ambulanza, ma contatta un medico che vive nel suo palazzo. Poi, al telefono, afferma: «È successo un casino, ho bisogno di un avvocato». Il 24enne morirà poche ore dopo in ospedale. «Se ho sbagliato, sono pronto a pagare», ha dichiarato Micarelli al termine dell’interrogatorio.