Dramma a L’Aquila dove una giovane madre, positiva al Covid 19, ha dato alla luce il suo bambino purtroppo senza vita. Sulla morte del neonato è stata aperta un’indagine e saranno gli accertamenti medico-legali a chiarire ogni dubbio su cosa sia potuto accadere. La Procura della Repubblica, intanto, ha immediatamente disposto il sequestro della cartella clinica della partoriente e ha iscritto tecnicamente sul registro degli indagati i medici che a vario titolo si sono occupati della donna, ricoverata nel reparto Maternità dell’ospedale dell’Aquila, nella zona allestita per i pazienti affetti dal Covid.
Neonato morto durante il parto: aperta un’inchiesta a L’Aquila
Come riporta il Messaggero, la donna durante tutta la gestazione e fino agli ultimi istanti prima di partorire è stata sempre rassicurata sul buon andamento della gravidanza, tenendo conto anche della circostanza di essere risultata positiva al Covid. Una gestazione che avrebbe anche indotto lo stesso personale medico ad escludere un eventuale parto cesareo. Ma tutto è cambiato nella notte del 30 dicembre, quando è stata trasferita nel reparto maternità visto l’imminente parto. Quando alle 2 e mezza del mattino del 31 dicembre il neonato è venuto alla luce, anziché essere posto dopo poco tra le braccia della donna, lei si è sentita dire che per lui non c’era più nulla da fare.
Al momento non si sa se il neonato è venuto alla luce già morto oppure il quadro clinico del nascituro è improvvisamente peggiorato. Quello che è certo è che i medici hanno tentato per 40 minuti circa di rianimare il corpicino.
La denuncia dei familiari
Sono stati i famigliari della donna a presentare denuncia e a chiedere che sulla vicenda vengano eseguite tutte le verifiche del caso. Per questo motivo, il Pm D’Avolio ha iscritto sul registro degli indagati con l’ipotesi di reato in omicidio colposo, i sei sanitari che a vario titolo hanno avuto a che fare con la partoriente. Si tratta di avvisi di garanzia iniziali che potrebbero cambiare in relazione all’andamento dell’inchiesta e soprattutto alle risultanze degli esami medico-legali.
Fonte: Il Messaggero