Cronaca

Bimba morta a 18 mesi, il pm: “Donna pericolosa, non ha avuto scrupoli”

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della bimba di 18 mesi morta da sola in casa. Alessia Pifferi,  la 37enne che si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato per aver lasciato per più di 6 giorni a casa la figlia di un anno e mezzo, per portare avanti le sue relazioni e divertirsi non ha avuto scrupoli nel lasciare la piccola nell’abitazione, ben sapendo che poteva morire di stenti.

Lascia la figlia a casa e la piccola muore, fermata Alessia Pifferi

È per questo motivo che il pm di Milano Francesco De Tommasi ha contestato, assieme a quella della premeditazione, anche l’aggravante dei futili motivi. Tra l’altro, tra le esigenze cautelari contestate c’è il pericolo di reiterazione del reato, perché la donna è ritenuta una persona pericolosa.

L’arresto

Nelle scorse ore la 36enne è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. La piccola Diana Pifferi era in un lettino da campeggio e a fianco c’era il biberon ma anche una boccetta di benzodiazepine piena a metà.

“A seguito del rinvenimento nella giornata di ieri del cadavere di una bambina di 16 mesi all’interno di un’abitazione privata in zona Mecenate, a Milano – si legge nel comunicato della Polizia di Stato – nel corso della notte appena trascorsa, essendo emersi elementi di presunta responsabilità a carico della madre, italiana incensurata classe 1985, ha eseguito nei suoi confronti la misura del fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero di turno per il reato di omicidio pluriaggravato. Gli agenti della Squadra Mobile, all’atto del sopralluogo compiuto con gli specialisti del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica hanno rilevato delle incongruenze che hanno consentito al Pubblico Ministero  di procedere ad interrogatorio raccogliendo dichiarazioni circa un ripetuto stato di abbandono della bambina determinato dalle condotte della madre”.


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Alessia Pifferi

Il caso

Il corpo senza vita della piccola Diana è stato rinvenuto all’alba di mercoledì 20 luglio. Nelle scorse ore, interrogata dal pm Francesco De Tommasi, la madre avrebbe ammesso: “Sapevo che poteva andare così”. Durante il tempo trascorso lontano da casa, la donna sarebbe anche tornata a Milano per accompagnare l’uomo in alcune commissioni, senza mai tornare a controllare come stesse la figlia, nata da una precedente relazione.

Il racconto dei vicini

“Non la sentivamo mai piangere” assicurano all’edizione milanese del Corriere della Sera i residenti del condominio di via Parea. “Non era una bimba vivace: era sempre molto tranquilla. La si vedeva ogni tanto nel passeggino in giro con la mamma, ma sempre calma, era difficile anche strapparle un sorriso“, racconta un’anziana seduta su una panchina nella piazzetta di fronte all’ufficio postale.

“È morta di stenti” l’ipotesi del pm Francesco De Tommasi, che coordina l’indagine della squadra mobile guidata da Marco Calì, in attesa che l’esame tossicologico e l’autopsia. Il sospetto è che Diana possa essere stata stordita con benzodiazepine (un flacone semivuoto è stato scoperto in cucina) prima di abbandonarla là nel lettino, con un biberon di latte.

“Stava male, le ho dato le gocce”

Alessia Pifferi, 36 anni, ha lasciato la figlia alle 18.55 di giovedì 14 luglio. A quell’ora, dopo “averle dato alcune gocce di tachipirina”, le stesse che dice di averle somministrato il giorno prima (“La vedevo molto agitata e sbavava, pensavo fosse per i dentini”), la mamma chiude il trolley e parte alla volta di Leffe (Bergamo) per andare dal nuovo compagno.

Alessia Pifferi